Nuovo appuntamento con il Grande Dizionario Blucerchiato di Roberto C, che ricorda nomi e momenti epici della storia della nostra Sampdoria.
I
IACHINI Giuseppe
Adesso ve ne racconto una…retrodatata e un po’ folle. Avevo inviato il dizionario alla Redazione e mi sembrava tutto a posto. Poi, rileggendo tutto, in cerca di eventuali refusi, che c’erano, come sempre accade, mi sono accorto di aver dimenticato un certo Iachini. Sarebbe stata una mancanza imperdonabile per il simpatico, semplice, serio, indefesso lavoratore che ha regalato un’insperata promozione alla Samp. La sua ideale statuina ha un posto di diritto nella storia blucerchiata. Lo ricordo a Varese correre impazzito per il campo dopo il gol di Pozzi. Momenti indimenticabili.
ICARDI Mauro
Qualcuno storcerà il naso per questioni umorali ma se dobbiamo attenerci al calcio giocato non possiamo negare i suoi meriti. Innanzitutto il gol del successo a Castellammare di Stabia che aprì le porte dei play-off. Già questo basterebbe. Ma ci stanno anche il gol nel derby vinto dal Doria (3-1) il 18 novembre 2012 e le tre reti segnate alla Juventus tra andata e ritorno con la Samp unica squadra a conquistare sei punti ai bianconeri. E chi non le ricorda?
INVERNIZZI Giovanni
Ha vinto tutto quello che c’era da vincere nella Sampdoro. E’ un uomo blucerchiato a tutto tondo ancora oggi anche se non fa più parte della famiglia. Vai a capire certe persone che non lo hanno confermato. La cosa che ricordo con più rammarico è il fallo nella finale di Wem bley che ci è costata la gloria. Che poi non era fallo se lo stesso Koeman in un’intervista anni dopo lo ha quasi ammesso “Non so esattamente se quel fallo c’era o no, non mi ricordo”. A Genova diciamo “Daghene de nomi!”
J
JOVICIC Zoran
E’ stata una grande illusione. Super cannoniere in Jugoslavia purtroppo in maglia blucerchiata dal 1998 al 2002 gioca solo 33 partite (con 5 gol). Era sempre infortunato.
JUGOVIC Vladimir
Se si naviga su Internet si scopre che il centrocampista serbo ha dato il meglio di sé, in Italia, tra Juve, Lazio e Inter e quasi non si cita la Samp che invece è stata il suo primo approdo nel nostro paese. E’ stato il classico giocatore di cui mi sono innamorato a prima vista. Era sempre tra i migliori in campo. Tra il 1992 e i 1995 ha giocato 81 partite e segnato 18 reti di cui 9 all’esordio. Per una centrocampista è stato molto, veramente. Notevole la doppietta all’Arsenal il 6 aprile 1995 che ha lasciato molte speranze per il ritorno… Ha pure vinto la Coppa Italia. Ricordo che ad un certo punto il gol di Jugovic mi sembrava una cosa normale. E dunque viva Jugovic blucerchiato.
K
KAREMBEU Christian
Grande centrocampista dal 1995 al 1997 di quelli che sul campo li vedevi da tutte le parti. Peccato per le incomprensioni riguardo la cessione mancata al Barcellona. Lui voleva il Real dove ha vinto due Champions e gli ha permesso di vincere, in Nazionale, Mondiali ed Europei.
KATANEC Srecko
E’ stato uno dei grandi protagonisti della Samp magica (1989-1994) vincendo tutto. Ha giocato 87 partite segnando 12 gol. Quello che ricordo in particolare fu il primo della rimonta nella fatata partita vinta con il Milan il 31 ottobre 1993. Un bellissimo colpo di testa del lungagnone Srecko nell’angolino alla sinistra del portiere.
KLINSMANN Jurgen
Ma sì, mettiamoci anche lui, anche se ha giocato solo otto partite segnando due gol nel campionato. E’ stato un onore per noi avere avuto in squadra un campione d’Europa e del Mondo. Uno che nel 2004 è stato inserito nella FIFA 100, lista dei 125 migliori calciatori viventi. E inoltre in una recente intervista, prima dell’amichevole contro il Monaco (3 agosto 2019) ha detto cose bellissime della Samp, della città e soprattutto della tifoseria. Come si dice: poco ma buono. E dunque anche per lui: Jurgen Uber Alles!
L
LAIGLE Pierre
In maglia blucerchiata dal 1996 al 1999. Esordisce nella bella Samp di Eriksson che conquista il sesto posto. In tutta la sua permanenza ha giocato 104 partite segnando 10 reti. Centrocampista solido, di sostanza, mi è sempre piaciuto vederlo muoversi sul campo. Un ricordo particolare risale al 19 aprile 1998, la Samp gioca a Napoli e vince 2-0 con una sua doppietta. Il secondo gol è micidiale, una saetta da trenta metri, imprendibile. Non sono tanti i giocatori della Samp che possono vantare una simile impresa. E una volta si è fatto tingere i capelli di blucerchiato!
Più doriano di così.
LANNA Marco
Dal 1987 al 1993 anche lui è tra quelli che ha vinto tutto e nel 1992 viene convocato da Sacchi in nazionale. Compresa l’ultima breve apparizione nel 2002 disputa 343 presenze (e 8 gol) in maglia blucerchiata. Un ottimo bottino. Era una garanzia oltre ad essere l’unico genovese ad aver vinto lo scudetto riuscendo a smentire, anche lui come Chiesa, la famosa locuzione latina del “Nemo propheta in patria”.
LERICI Roberto
Qui siamo nello strettamente privato. Lerici, genovese di Rivarolo, ha allenato la Samp per sole tre partite nel campionato 1962-1963 ma lo ricordo con simpatia perché in gioventù era stato amico di mia madre. Però non era un carneade qualsiasi tanto è vero che nel campionato 1960/61 allenando il Lanerossi Vicenza ha conquistato il prestigioso premio del “Seminatore d’oro” a 37 anni e diventando anche il mentore di Manlio Scopigno. Nella Samp però era stato in panchina nel finale del torneo 1961/62, dopo che a gennaio si era dimesso dal Vicenza, e aveva sostituito un Monzeglio in confusione conquistando 8 punti nelle ultime sei partite e un buon decimo posto finale. Grande amico di Gianni Brera e Gianni Mura che lo aveva definito “Frate” per i suoi modi garbati.
LIPPI Marcello
Dal 1970 al 1979 è un autentico baluardo difensivo voluto da Fulvio Bernardini. Con 239 presenze è al dodicesimo posto nella classifica delle presenze in maglia blucerchiata. Divenne il “capitano” per eccellenza, l’inamovibile numero “6”. Pur con la strepitosa carriera che lo ha visto alla guida delle più importanti squadre italiane (e purtroppo mai la Samp) e la nazionale con cui ha vinto il mondiale in Germania nel 2006 è sempre stato ed è tuttora un grande cuore blucerchiato.
LODETTI Giovanni
Ovviamente di lui come di un inamovibile e plurivincitore parleranno magari in…Milangeneration però non possiamo dimenticare il periodo trascorso a Genova (1970 – 1974). Non è stato facile passare da una realtà vincente come quella rossonera ad una nella quale l‘obiettivo unico era la salvezza. Ma lui ha assolto pienamente il suo compito giocando nello stesso modo a tutto campo e sudando sempre le mitiche sette camicie. In una recente intervista ha ricordato di essere stato premiato dai tifosi, il primo e secondo anno, come migliore giocatore blucerchiato. Mitico “Basletta”!
LOJACONO Francisco
Argentino, ha giocato un solo campionato nel 1964-1965 quello per me “favoloso” all’inizio in cui ci siamo trovati alla sesta giornata primi con 10 punti (2 per la vittoria). Avevo creato un quaderno con tutti i dati e le foto di ogni partita ma dalla settima in poi, con quattro sconfitte consecutive, per la cocente delusione ho abbandonato il progetto. Cose da Samp! Alla fine ci siamo salvati con 29 punti, uno in più di chi? E pensare che quell’anno avevamo un attacco atomico da sogno: Frustalupi, Lojacono, Sormani, Da Silva, Barison.
LOLLI GHETTI Glauco
In fondo l’aspirazione alla “grandeur” l’abbiamo sempre avuta dai tempi di Ravano e a seguire Lolli Ghetti. Entrambi armatori. Una parola che di per sé faceva sognare. Lolli Ghetti fu presidente dal 1961 al 1965 e poi ancora dal 1974 al 1978. Ma i risultati non furono all’altezza. Nell’ordine: 10° , 11°. 15° (spareggio con i Modena), 14°/15° pari merito. Campionati a 18 squadre e salvezze all’ultima giornata, o quasi. E ancora 12°/13° e 11° e retrocessione. Questi ultimi tornei a 16 squadre. Insomma l’armatore di grande aveva solo il nome.
LOMBARDO Attilio
Ricordo che durante la finale di Coppa Italia contro il Napoli (4-0) si parlava tanto di questo nuovo acquisto dalla Cremonese. In sette anni è diventato uno dei più amati della storia blucerchiata. Instancabile motorino, ala destra incontenibile, è stato anche un discreto goleador (34 reti + 4). Alla qualità, forza fisica e abnegazione in campo, aggiunse anche quell’aspetto che piace tanto ai tifosi, la “sampdorianità” che, nonostante abbia vestito altre maglie e soprattutto vinto tanto con la Juve (come Vialli quella Coppa persa amaramente a Wembley) ha affermato “Non staccherò mai il cordone ombelicale della Samp, è la mia vita, è la mia casa”. Grande Attilio!
4 commenti
grazie ancora roberto, certo inserire lerici per quanto genovese e dimenticarsi beppe sarebbe stato errore da matita blu…un abbraccio
Caro Solodoria mi sono reso conto che le compilazioni di elenchi sono fatti estremamente stressanti perché c’è sempre il rischio di dimenticare qualcuno, magari importante. Me ne sto accorgendo in questi ultimi tempi di pandemia in cui ho ripreso la stesura di un libro sul cinema (che probabilmente non vedrà la fine data l’ampiezza prevista, sono appena alla lettera H….e la mia giornata è colma di altri impegni…forse morirò prima) e a volte guardando un film mi rendo conto di aver dimenticato un attore o un’attrice. Un bel guaio.
Un abbraccio
Molto bello il piccolo ritratto di Attilio.
Grazie di nuovo,caro Roberto, per il viaggio stupendo
Invernizzi e Katanec, due dei miei idoli assoluti!
Ricordo un aneddoto sullo sloveno ( vado a memoria, spero di non sbagliare…):
alla domenica giocammo a Torino contro la Juve ( 0-0 ) e Katanec subì un colpo alla testa
che gli procurò nei giorni successivi non pochi problemi, tra cui degli attacchi di labirintite…
Al giovedì giocavamo la gara di ritorno contro il Kaisersalutern a Marassi, all’andata avevamo perso 2-1,
eravamo in formazione largamente rimaneggiata e la qualificazione sembrava una chimera,
e come se non bastasse prima della partita scoppiò un violento temporale che fece slittare l’inizio di un bel pò…
Ma nonostante tutto i ragazzi sfoderarono una prestazione meravigliosa per cuore e determinazione e così fu 2-0, con annessa qualificazione…e chi fu tra i migliori in campo?
Proprio lui, SRECKO KATANEC!!!
Che contro i pareri dei medici volle entrare a tutti i costi in campo!!!
Un esempio di generosità e di attaccamento alla maglia che mi fece quasi piangere a quell’epoca e che pensando alle “fighette” di oggi fa capire com’è cambiato il calcio negli ultimi anni…