PORTIERI
DA COSTA 6 (33 presenze, 49 reti subite) – Nonostante i i suoi robusti limiti, si rivela sincero come un buon Tavernello invecchiato in un cartoccio Domopak. Nulla di appariscente, ma va giù bene. La prima stagione da titolare in Serie A non è stata poi così nefasta per il caro Angelo… A parte alcune prestazioni da censurare (contro Genoa, Napoli, Milan ed Inter), nel complesso non ha demeritato; talvolta si è rivelato persino decisivo nel difendere il risultato (vedi le vittorie di Livorno e Torino). Bisogna tuttavia dire che ogni suo intervento destava nei tifosi una lieve ma inquietante sensazione di insicurezza. Un po’ come quando ti accorgi di avere finito la carta igienica nel momento successivo ad un inatteso rimbrotto di culo. Difetta nelle uscite in cui è solido, per l’appunto, come la carta igienica. Probabilmente non verrà confermato per la prossima stagione, e in ogni caso è quasi impossibile che possa essere riproposto da titolare. LO CHIAMAVANO DIGNITA’.
FIORILLO 6.5 (5 presenze, 13 reti subite) – Gioca poche partite, nessuna delle quali decisiva per il campionato della Samp dal momento che Sinisa lo testa a salvezza ormai acquisita. Passerella finale per un esuberante falchetto delle alture genovesi. Nelle poche occasioni avute Vincenzo è sempre sceso in campo con la grinta e la voglia di chi sa di poter competere con i migliori: occhi della tigre strabuzzati e desiderio di migliorarsi.
Nonostante questo, paga la sua fama di giocatore discontinuo: è bastata una giornata di difficoltà contro il Napoli (l’unico match negativo della sua stagione) per mettere in discussione il suo ruolo in blucerchiato. Eroico invece contro la Roma in Coppa Italia e a Catania, dove da solo ha difeso la porta blucerchiata da costanti bombardamenti e ripicche giallorosse. CANTA ANCORA PER NOI, JOHN TRAVOLTA DI OREGINA.
DIFENSORI
DE SILVESTRI 7 (35 presenze, 2 reti) – Ha pompato duro per quasi tutta la stagione. Minchia che orgasmi, su quella fascia. Lollo ha smollato la sacca per manifesta aridità soltanto nelle ultime gare. Tra i pochi a salvarsi nella gestione Delio (in quel periodo va anche a segno contro Cagliari e Sassuolo), con Sinisa arretra in difesa ma si conferma duttile pistone sulla fascia destra, up and down, in and out, capace di intuire rapidamente quando è l’ora di avanzare e quando di difendere. Apprezzatissimo da tutto l’ambiente, la dirigenza ha già manifestato l’intenzione di riscattarlo definitivamente dalla Fiorentina, per la gioia dei tifosi e l’ebbrezza delle tifose. CUMMER.
GASTALDELLO 7 (32 presenze, 2 reti) – Ai tempi di Delio il gigante patavino sembrava friabile, sbriciolone e poco grintoso, in poche parole una Gloria Swanson sul viale del tramonto. L’arrivo di Sinisa lo ha responsabilizzato e lui è tornato il mastino di una volta: si rifà il trucco rivelandosi decisivo nella parte centrale della stagione. Il capitano cala lievemente nel finale, ma la sua stagione resta ugualmente positiva. Non perde il vizio dell’ammonizione facile (cosa che gli procurerà qualche squalifica di troppo), ma ha il merito di segnare due reti decisive contro Udinese e Cagliari. COME CANTAVA IL MAI TROPPO APPREZZATO RENATO ZERO: VENDI LA TRISTEZZA, COMPRATI IL TUO BEAUTY CASE.
MUSTAFI 7,5 (33 presenze, 1 rete) – La stagione della consacrazione per il panzer dal caldo sangue illirico. Pallore teutonico e calore bianco tutto albanese. Dopo aver conquistato il posto da titolare a suon di sudore e fatica, Shkodran si rivela al grande pubblico in ottobre, grazie al colpo di testa che porterà al primo successo interno contro l’Atalanta. Da lì in poi la strada è in discesa: qualità, carattere e una sana dose di cattiveria al servizio della squadra, difensore centrale rude ma fino, dolce ma nasty, inamovibile al fianco della chioccia Gastaldello. Le prime convocazioni nella Nazionale tedesca e la partecipazione ai Mondiali sfiorata per un soffio attirano l’interesse di diverse società europee. L’INCUDINE DI VALONA.
COSTA 5 (20 presenze, 0 reti) – Inizialmente schierato a sinistra, il suo rendimento cala vistosamente partita dopo partita, effetto domino… è come un piatto di fagioli freddi con i ciccioli di maiale ghiacciati: fa inorridire. E lui fa inorridire i tifosi con una sciagurata prestazione contro il Sassuolo: si fa sfuggire Berardi nell’azione del pareggio e provoca il rigore che porterà al vantaggio emiliano, facendosi pure espellere per somma di ammonizioni. E’ l’inizio del declino. Prova a rilanciarsi con Sinisa ed inizialmente manifesta qualche spunto discreto, tanto da meritarsi l’appellativo di Serbo honoris causa per la nuova grinta, ed un mazzo di chiavi di Belgrado fatte di zucchero filato. Ma il tempo passa, lo zucchero si scioglie ed il limiti si ripropongono. Ecco cosi che il mister gli preferisce Regini. Si farà notare nel girone di ritorno solamente per l’epiteto rivolto a Icardi dalla panchina in Samp-Inter, che ha strappato più di un plauso. QUANTI IMPROPERI VERSO DI TE, AMICO COSTA.
FORNASIER 6 (10 presenze, 0 reti) – Stagione fondamentalmente positiva per il giovanotto veneto. Una decina di presenze per lui, tutte con Sinisa. Prestazioni efficaci, senza fronzoli ma con qualche pecca dovuta all’inesperienza. Il ragazzo ha un ottimo potenziale, qualcosa ci dice che potrebbe essere un nome su cui puntare senza remore in futuro. IL SAPORE DELLE COSE SEMPLICI.
REGINI 7 (29 presenze, 0 reti) – Vasco non delude le attese. All’inizio Delio lo impiega (o meglio, è costretto ad impiegarlo per mancanza di alternative) come esterno sinistro piuttosto avanzato. Si trova decisamente meglio arretrato sulla linea difensiva, nel modulo a 4 voluto da Sinisa: nessuna rete, ma affidabilità e una certa spavalderia che gli permette di conquistare un posto da titolare. Un altro nome su cui puntare in futuro.
Le scommesse non mi piacciono. Ma su di lui mi sento pronto a mettere la sacca scrotica sulla graticola… Comunque, pare che il ragazzo sia entrato nelle mire di mamma Roma. RESTA ANCORA ACCANTO A NOI, VASCOTTO.
To be continued…
1 commento
E qui, il blog tocca vette epiche…..
Sarò di parte, ma giù il cappello !
Strepitoso il “un mazzo di chiavi di Belgrado fatte di zucchero filato” (pazzia pura e, pertanto, magnificamente apprezzata) !