Intervista a 360° a Marco Giampaolo. Nella settimana di pausa del campionato e dell’ulteriore esaltazione e celebrazione di Quagliarella, che ieri con un duplice rigore ha allargato il suo curriculum di record, stabilendo il primato di giocatore più vetusto a realizzare in Nazionale, l’interesse si concentra sempre sulla possibile cessione della Sampdoria.
Ma mancano anche tre giorni al match con il Milan, una sfida ancora una volta di fondamentale importanza dopo la vittoria con il Sassuolo che ci ha pienamente rilanciato per la corsa all’Europa.
L’Europa è un discorso discorso che va fatto, un obiettivo da inseguire, per costruire una mentalità vincente. E’ il pensiero di Marco Giampaolo che ha parlato al Secolo XIX:
“Parliamo d’Europa per costruire una mentalità, salire un altro gradino – ha detto il tecnico – “L’Atalanta ha la mentalità giusta, il Toro è stato costruito per questo obiettivo, la Fiorentina ha qualità. Forse quella di quest’anno non è la mia Samp più forte – aggiunge Giampaolo . “Ma è la più matura. Abbiamo perso giocatori importanti, però in chi è rimasto si vedono tre anni di lavoro. Resta da scrivere un pezzettino di storia. Dove potremmo essere con Lucas Torreira e Duvan Zapata? Non si può dire, magari Quagliarella non avrebbe segnato 21 gol. Zapata l’abbiamo rimesso in pista, Torreira è straordinario ma Ekdal ci ha portato esperienza internazionale. Prossimi in vetrina? Nessuno, altrimenti saremo sempre visti come club di passaggio. Senza fidelizzare giocatori e tecnico non si vince. Per me vale lo stesso discorso. Il mio sogno è allenare il Barcellona, ma siccome ne ho viste di tutti i colori non vado più dietro a certe cose”.
Sull’ipotesi cessione e il possibile ingresso in società di Gianluca Vialli:
“Comunque vada la storia della cessione, per la Samp sarà un successo – risponde il Mister – “Se Ferrero cede è perché vuole o gli conviene o crede che sia giusto così. Vialli presidente? Per la Samp è come Mancini, è la storia. Se parli di Vialli evochi gli anni d’oro e si riaccende l’entusiasmo, al di là dello spessore dell’uomo. Detto questoa società sta bene e come ripete sempre il presidente “Comunque vada sarà un successo”.
Su Ferrero:
E’ un personaggio atipico – commenta Giampaolo – non gliene può fregare di meno di giocatori e aspetti tecnici. Sa di non saperne ed è coerente, tanti non sanno ma pensano di sapere e nascono i problemi. E’ uno che stempera. Se abbiamo mai discusso? Il primo anno non mi conosceva e come altri presidenti voleva dare qualche consiglio, parlava di giocatori. Era più inesperto calcisticamente rispetto a oggi. Una volta abbiamo discusso animatamente, ma da allora lui viene mezz’ora prima delle partite, sa dove vado a cercarmi degli angoli per fumare il mio sigaro e si parla di tutto meno che di calcio. Non mi fa mai mancare i sigari, ogni volta che viene al campo mi chiede “Mister, a sigari come sta?” Poi qualche pensiero, qualche cena, ma il regalo più grande è che non mi rompe le scatole».
Infine, cos’ ha detto a Defrel dopo la notte brava?
“La prossima volta chiamami che ti riporto a casa io se hai bevuto un bicchiere di più. A me potrebbe succedere la stessa cosa, Galeone diceva che se bevi e vinci sei un intenditore, se bevi e perdi sei un alcolizzato“.
Allora, dopo il Sassuolo, Defrel è diventato un intenditore. Di caipirinhe, ma pur semrpe un intenditore.