Video e ancora video. L’allenatore della Sampdoria Marco Giampaolo è tra i precursori in Italia nell’utilizzo sistematico dei video come supporto al lavoro tecnico-tattico settimanale. De Silvestri lo ha spiegato bene: “Guardiamo tanti filmati, soprattutto per migliorare i movimenti della difesa. Il mister ha nuove metodologie e usa termini particolari: sarà dura soprattutto per gli stranieri”.
Parole che si conciliano col recente sfogo del tecnico blucerchiato sul “centrocampo da rifondare” e sui tanti non italiani che faticano a comprendere la sua idea di gioco, basata non soltanto sulla cultura del lavoro in campo, ma anche sull’importanza della comunicazione declinata nella sua dimensione visuale e dominata da anglicismi come “match analysis” e “team report”.
Come facciamo a saperlo? Semplice. Basta dare un’occhiata alla “tesi di laurea” di Giampaolo al corso per allenatori di Coverciano, discussa nel 2007. Da allora sono passati nove anni, ma la lettura di questo documento fornisce una panoramica interessante sull’importanza attribuita dal mister alle sedute video, occasione (testuali parole) “per crescere individualmente e collettivamente, come squadra”.
La tesi, intitolata La settimana tipo dell’allenatore, è focalizzata sul lavoro di default svolto con la squadra da settempre a giugno, ma spiega anche come avviene la trasmissione delle nozioni fondamentali di gioco ai nuovi acquisti.
“In fase di calcio mercato – si legge – quando un nuovo calciatore si aggrega alla rosa, spesso la prima conoscenza che fa con il tipo di gioco è proprio attraverso una seduta video che illustra l’alfabeto tattico e introduce al lavoro di campo”.
Immaginiamo il povero Linetty alle prese con la bacchetta di Giampaolo e del suo vice Fabio Micarelli: un dialogo a metà strada tra Totò, Peppino e la Malafemmina e la bi-zona spiegata da Oronzo Canà a Speroni e compagni…
Ma come detto, le sedute video rappresentano una componente essenziale del lavoro di Marco Giampaolo. Se la settimana di preparazione alla partita inizia di martedì, è da giovedì in poi che il monitor occupa il centro del suo mondo.
La mattinata è dedicata “alla visione di filmati o partite che riguardano gli avversari da affrontare la successiva domenica […] per produrre un’analisi che mostri il tipo di gioco praticato, le possibili varianti, le soluzioni sui calci piazzati”. Il frutto di questo lavoro è l’elaborazione di due o più filmati, mostrati alla squadra nei giorni successivi per informarla nei dettagli sulle caratteristiche degli avversari.
Si comincia il venerdì mattina, quando la squadra va in sala video per vedere un montato di tre-quattro minuti dove si evidenziano “aspetti tattici nelle due fasi che si andranno a verificare in campo in un momento immediatamente successivo”.
Ma il bello deve ancora venire. Nel week-end, durante il ritiro pre-partita, De Silvestri e compagni dovranno “sorbirsi” altre due sedute video: mezz’ora sabato pomeriggio e un quarto d’ora la mattina dopo, a poche ore dalla discesa in campo.
Quest’ultimo appuntamento è di grande importanza. Il filmato, montato come tutti gli altri dal vice Micarelli sotto la supervisione di Giampaolo, illustra alla squadra “il quadro della situazione circa le caratteristiche dell’avversario, mettendone a fuoco stile di gioco, soluzioni ricorrenti, peculiarità dei singoli e palle inattive”.
Questo per quanto riguarda l’approccio di “reazione” alle soluzioni di gioco avversario, mentre per quanto concerne la “pars construens” si registra un lavoro di analisi supplementare svolto quotidianamente con l’aiuto del drone, un apparecchio che permette di cogliere geometricamente e tatticamente certi aspetti del gioco che altrimenti sfuggirebbero. Un altro supporto tecnologico che, unito a tutto il resto, trasforma Giampaolo in “homo videns”: anzi, in “mister videns”.
ROBERTO BORDI
5 commenti
Per quello che può valere ho sempre sentito dire da esperti che l’allenatore conta un 20% nell’economia di una squadra che tradotto si legge più o meno così: se hai giocatori all’altezza si presume tu faccia bene ma se hai degli scarponi puoi anche essere il migliore del mondo che non vincerai mai nulla!!!
Forse in passato, ma nel calcio attuale il 20% è una stima troppo bassa. Guarda il passaggio da Delio Rossi a Sinisa, stessa squadra ma risultati totalmente differenti. Non può essere solo il 20%.
Il ruolo dell’allenatore è fondamentale per le sorti di una squadra. Ne abbiamo avuto dei riscontri diretti. E non solo sotto il profilo tecnico tattico. E’ il vero leader, il motivatore, deve essere autorevole e possedere la capacità di farsi seguire dal gruppo. 11 giocatori non saranno i una squadra.
Ve lo immaginate Iachini alle prese con i video? Vedremo se funziona ma i dubbi rimangono…….
Mah…per me il calcio è e resta uno sport semplice, tutte queste diavolerie tattiche le comprendo fino a un certo punto, sono sempre stato dell’opinione che tanto più una squadra è scarsa e tanto più importante sia la figura dell’allenatore…e viceversa…