In attesa di sapere se possiamo finalmente accedere all’Europa League (l’ultima parola sarà dunque data a Nyon il 17 giugno: una squadra terza rompe ancora il belino, si tratta forse dell’Inter secondo il Corriere Mercantile), resta comunque aperta un’ultima querelle legata alla gestione di Marassi.
Ferrero ostenta sicurezza, dando per certa ormai la concessione della licenza dello stadio da parte del Comune per 99 anni (“il sindaco ormai ha capito che gli impianti dobbiamo gestirceli da soli”). Ma l’accordo tra le parti non è ancora certo anzi, non sembra così scontato.
Dal punto di vista meramente finanziario non dovrebbero esserci problemi: i debiti verranno scalati dal consorzio a Samp e Genoa, con un congruo sconto, al momento della presa in gestione effettiva da parte delle due società.
Però manca ancora l’ufficializzazione: il Genoa starebbe ancora visionando il contratto e si rimane in attesa di un’approvazione ufficiale decisiva per poter procedere. A causa dei preliminari di Europa League da disputare a fine luglio, la Samp è costretta ad accelerare i tempi.
Tutto ok per la fase preliminare, ma se accediamo alla fase a gironi (come auspicabile) sarebbero necessari interventi (anche difficoltosi) da eseguire nella fase di “passaggio” di gestione tra Consorzio e società: il drenaggio e il rifacimento dell’impianto di riscaldamento dell’impianto.
Le solite falle dello stadio di Marassi, che tanto piace ai bibini. Uno stadio che è un colabrodo di struttura.
Se le operazioni non sranno portate a termine può aprirsi un’alternativa che non vogliamo nemmeno prendere in considerazione per le partite europee: emigrare.
Qualcuno ha paventato il rischio di dover trasmigrare al Mapei Stadium di Reggio Emilia (ad oltre 200 km di distanza da Genova) come campo europeo di casa in caso di bocciatura del Ferraris.
Ma tale soluzione sembra più una boutade per accelerare i tempi che un’ipotesi concreta (almeno questa era l’opinione dell’assessore regionale uscente allo sport Matteo Rossi).
Probabile, quindi, che si riesca a giocare a Genova ma bisogna lavorare duramente e in fretta per appianare le divergenze.