Grandissimo Ferrero. Il presidente ha rilasciato un’intervista a Sportweek, allegato della Gazzetta, ai limiti della follia. Quest’uomo succeduto al placido Garrone è un fiume in piena. La dichiarazione di ieri in cui ha detto di voler fare “lo stadio più bello del mondo” è già superata dagli eventi.
“Quando mi sveglio canto”, dice Ferrero, e poi aggiunge: “Sono entrato perché cinema e calcio sono la stessa cosa. Il campo di pallone è un film che si gira tutte le domeniche”.
Se Garrone era meglio del cloroformio, Ferrero le spara grosse, a raffica.
Gli vogliamo bene, è il nostro pazzo Presidente.
A suo modo è poetico Ferrero. C’è un po’ di diffidenza su di lui, i tifosi temono l’inculata. Ma Ferrero è verace, si appassiona alle cose che fa. Non ha nulla del genovese doc. Ma ragazzi, abbiamo vinto uno scudetto con Mantovani che era romano, non facciamo i razzisti, santo Dio!
“I miei peggiori difetti?” – dice Ferrero – “Ce li ho tutti. Sono nato povero e morirò da ricco povero. Nel mondo del calcio dico quello che penso, anche se non paga. Devo capire che mandare uno affanculo o dirgli “sei improbabile”, è la stessa cosa. E spesso scelgo la prima soluzione”.
Ferrero sta imparando cos’è il calcio: un mondo popolato di sciacalli, di figli di puttana che mirano solo al guadagno. Su questo forse ci abbiamo guadagnato: i Garrone, eticamente ammirabili, facevano troppo le anime belle in un mondo di pirati.
“Il mondo del calcio è spietato” – dice Ferrero – “molto improvvisato e pieno di impostori. Io penso soltanto che tutti insieme dobbiamo fare del calcio un grande spettacolo, un grande film. Abbiamo una folla di ragazzi e di famiglie per bene da riportare allo stadio”.
Sul progetto Bogliasco:
“Sto investendo per trasformare il centro sportivo di Bogliasco in un’università del calcio. I nostri giovani li mandiamo a prendere col pullman della società per ottimizzare i tempi e ridurre le spese della famiglia”.
Sul mercato estivo:
“Cambierei il mercato: oggi dura tre mesi. Ma perché? A luglio e agosto annamosene in vacanza, dio bbono! Tanto si sa che gli acquisti veri si fanno nelle ultime due settimane. I mercati, quelli bboni – Toronto, l’America, Cannes: quelli del cinema – non durano 9 settimane”.
Ferrero e il calcio.
“Ho sempre tifato Roma, ma ho la fortuna di essere uno che ama il buon calcio. Perciò ho preferito la Samp alla Roma: ogni giorno che passa amo un po’ di più la Samp”.
Poi una frase pasoliniana (e non si offendano gli estimatori di Pasolini, lo siamo anche noi)
“Come i poveri che non soffrono perché abituati, io non mi emoziono mai perché sono cresciuto in teatro. Ma sono sicuro che, il giorno della partita col Torino, se sapessi piangere, piangerei”.
Preziosi? Vada affanculo.
«Vado d’accordo con tutti, tranne con uno che vuol fare.. il prezioso”.
Se Mihajlovic fosse un regista, Ferrero opterebbe per un film d’azione.
“Gli farei fare un thriller, perchè Mihajlovic è uno stratega imprevedibile. Alla commedia ci penso io…”. Non ne abbiamo dubbi, Presidente.
Un messaggio ai giocatori?
“Se non mi portano in Europa prima li mena Mihajlovic, poi li meno io».
7 commenti
Questo potrebbe fare un intervista al giorno e avere sempre qualcosa da dire. L’ inculata, con un personaggio cosi’ e’ sempre dietro l angolo.Per il momento, in collaborazione con Osti e Pecini, ha fatto il miglior mercato estivo dai tempi dei primi due anni di Duccio Garrone. Mercato di buon senso sul presente e di prospettiva, con la sola eccezione della gestione Romero. A chi critica la cessione di Mustafi per nove milioni ( piu’ il dieci per cento della prossima cessione ), ricordo che il ragazzo l anno scorso, di questi tempi, era dietro Costa, Gasta e Regini ed era arrivato a costo zero due anni prima non avendo mai giocato in una prima squadra ne in Germania, ne in Inghilterra….
Vai presidente!!! Grande, siamo con te :-)!!
Ferrero è un personaggio felliniano, tra I vitelloni e La Dolce Vita…quando si esalta, trascina davvero. Verranno i momenti difficili durante la stagione, speriamo siano pochi, ma è l’ che lo voglio vedere. Pare che abbia risolto pure il nodo main-sponsor, che dovrebbe apparire sulle maglie blucerchiate dalla partita col Toro.
Vi ricordo Che la societa’ la sta pagando ancora la ERG. Di soldi la viperetta, non ne ha sborsati ancora. Detto questo, l’entusiasmo non manca.
Una Vittoria bastera’….
Non me ne voglia la Redazione, di cui sono fiero ospite, ma manca un paio di passaggi che, giuro, leggendoli oggi mi hanno fatto ridere in faccia a gente che non conosco (ero sul bus). Riporto tutto da Sampdoria News:
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Lei dà l’impressione che, qualsiasi cosa faccia, si diverta. “Io quando mi sveglio già canto. La vita è un dono di Dio che ci dobbiamo godere, perché è già una grossa rottura di scatole. Da piccolo devi dà retta alla mamma, da grande ti sposi e c’hai ‘na rompicoglioni vicino… se riesci a fa’ degli slalom, ti diverti”.
Perciò è entrato nel mondo del calcio? Per divertimento? O per passione, per curiosità, per megalomania? “C’ho un po’ d’Alzheimer, se me le dice tute insieme gna posso fa….Sono entrato perché cinema e calcio sono la stessa cosa. Il campo di pallone è un film che si gira tutte le domeniche”.
La descrivono come una persona cattivissima e spietata. “Io ho sempre fatto solo del bene. I miei nemici sono solo persone meno fortunate di me che parlano e non producono”.
Le prime tre cose che il presidente ha capito del calcio. “Che è spietato, parecchio improvvisato e pieno di impostori. Gente che si sveglia la mattina e ti fa: lei non sa chi sono io”.
A chi si riferisce? Ai colleghi? “Io non ho colleghi. Mio fratello c’ha colleghi, perché guida l’autobus. Io penso soltanto che tutti insieme dobbiamo fare del calcio un grande spettacolo, un grande film. Abbiamo una folla di ragazzi, di famiglie, di gente per bene da riportare allo stadio”.
E come ci si riesce? “Non ho la formuletta magica. Ma iniziamo col garantire stadi più funzionali, con servizi migliori dentro e fuori all’impianto. Sono entrato nel nostro, il Ferraris: il drenaggio non va, nella tribuna d’onore ci stanno fili scoperti e sedili rotti…E’ vergognoso. Poi dobbiamo isolare i delinquenti. I delinquenti nun sò tifosi, stanno là solo pé disturbbà. Ogni tanto se sente parlà di sti no global: ma chi sò, che vor ddì no global? Pure ai miei tempi, nel ’68, c’era gente che si infiltrava per seminare scompiglio”.
Cosa farebbe nel calcio? “Farei iniziare prima il campionato. Poi riporterei la A a 16 squadre… oppure la lascerei così ma farei un campionato europeo: noi contro le spagnole, le tedesche, le inglesi… A che servono la Serie B, la C, la serie del nonno… Diamo piuttosto ai ragazzi la possibilità di fare sport senza esser penalizzati. Io sto investendo per trasformare il centro sportivo della Samp a Bogliasco in un’università del calcio. I nostri giovani li mandiamo a prendere col pullman della società per ottimizzare i tempi e ridurre le spese della famiglia. Terza cosa, cambierei il mercato: oggi dura tre mesi. Ma perché? A luglio e agosto annamosene in vacanza! Tanto si sa che gli acquisti veri si fanno nelle ultime due settimane. I mercati, quelli bboni – Toronto, l’American Film Market, Cannes, quelli del cinema – non durano 9 settimane…”.
Cosa le piace del pallone? “La Passione della gente”
Che accoglienza immagina di ricevere dal pubblico tra due settimane, all’esordio in casa col Torino? “Come i poveri che non soffrono mai perché sono abituati, io non mi emoziono perché sono cresciuto in teatro. Ma sono sicuro che, il giorno della partita col Torino, se sapessi piangere, piangerei”
Se il suo allenatore, Mihajlovic, fosse un regista, che tipo di film gli affiderebbe? “Uno d’azione, perché il calcio è azione. E un thriller, perchè lui è uno stratega imprevedibile. Alla commedia penso io”.
L’ha cambiato l’inno della Samp? “Non ho mai detto che non mi piacesse, ho solo incaricato degli autori di produrne uno più allegro. I tifosi sceglieranno il loro preferito e così manderemo in pensione (comincia a cantare) Ma il cielo è sempre più bluuuu…”
Ai giocatori che ha detto? “Che se non mi portano in Europa prima li mena l’allenatore e poi li meno io”.
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Abbiamo trascorso tanti anni nella discrezione e nel silenzio, secondo me ci possiamo permettere un bel periodino per niente politically correct.
Perdiamo in stile, ma forse ci riprendiamo un po’ di sane emozioni.
E comunque, ciò che conta e che continuerà a contare maggiormente è il valore della squadra: se fossero solo parole, e andassimo a Palermo con Bjarnason oggi direi”ma che cazzo stai a dì preside’!”, ma mi risulta che lui per primo abbia lavorato molto affinchè ciò non succedesse.
Sentinel sono d accordo con te al 100%! Non solo ce lo possiamo permettere, ma ci voleva come acqua nel deserto, ogni giorno della quotidiana esistenza e’ gia’ fin troppo poltically correct, il football e’ spregiudicatezza, idee e un pizzico di sana follia, nonostante gli inguaribili mugugnoni o menagrami, o peggio, Nostradamus della tastiera.
Con tutta la mia rinnovata diffidenza, una cosa è certa: con questo personaggio non ci si annoia mai.