“Domenica i tifosi ci hanno dato una grande emozione” – l’ha ripetuto anche Angelo Palombo nell’ultima intervista. La festa tra doriani e gialloblù è stata uno spettacolo. Peccato che giornali, tv, media in generale se ne siano fregati.
Media focalizzati esclusivamente sui fatti allucinanti di Roma, che meritavano estrema attenzione, ma che, di fatto, hanno oscurato quanto di bello e “virtuoso” è accaduto nello stesso week end a Parma, con altre due tifoserie protagoniste.
Ci stiamo facendo il callo, ma non ci abitueremo mai: la malsana tendenza dell’informazione italiana è concentrasi soltanto sugli episodi negativi, sugli allarmismi, sulle catastrofi, indugiando possibilmente sui particolari più morbosi.
Va bene, tutto questo serve a vendere più giornali, a fare più ascolti.
Ma ignorare del tutto anche gli episodi che vedono un modo festoso di fare tifo è stata una mossa indecente.
Non vogliamo entrare nel merito della giornata di Roma, del macello dell’Olimpico: la situazione è troppo complessa. Ma il modo in cui la Rai l’ha affrontata, in diretta, ha fatto ridere i polli.
Il trucco dei commentatori era prevedibile: mantenere alta la tensione per non perdere il pubblico televisivo. Altro che servizio pubblico.. Cerqueti e C. hanno tirato fuori una sfilza di false informazioni, voci contrastanti e non confermate date per vere, versioni cambiate e rivoltate come un calzino sudato.
La prima versione dei fatti era stata più o meno azzeccata: sparo in via Tor di Quinto, napoletano colpito da un proiettile, forse il colpevole è un uomo appartenente ad una tifoseria esterna alla partita. Poi, in seguito, il delirio: 1 l’autore dello sparo è un tifoso viola. 2 Esclusa la dimensione calcistica, si indaga su un commerciante romano, forse è un regolamento di conti. Infine, per non sapere più con chi prendersela: 3: è stato uno scontro casuale, pallottole vaganti, non una questione tra tifosi.
Insomma, un casino, le classiche fetecchie della Rai.
Ma, in questo caso, la situazione era davvero grave e concitata. L’allarmismo pasticcione di Mamma Rai poteva essere più o meno giustificato, vista la confusione del momento (ma non il delirio delle diverse versioni dei fatti..Ma che razza di giornalismo è?)
E’ sacrosanta anche l’estrema attenzione data dai media nazionali agli accadimenti romani…
Ma non si capisce perché le risse, il fuoco e le fiamme della Capitale abbiano dovuto oscurare del tutto lo spettacolo festoso di Parma.
Se Roma era teatro di scontri e lacrimogeni, le vie di Parma erano lo scenario per migliaia di tifosi gialloblucerchiati, che celebravano un gemellaggio storico, un esempio di condivisione della propria passione, l’espressione di un gemellaggio che, forse, non ha eguali in Italia.
Scambio di sciarpe, intrecci di colori. Un incontro festoso che non riguardava qualche decina di tifosi, ma migliaia di doriani e parmigiani.
La sospensione della tessera del tifoso ha permesso a 4000 doriani di raggiungere aParma. E tra piazza Ghiaia (nel centro della città emiliana) e le vie intorno, i doriani hanno scambiato sciarpe con i parmigiani, hanno cantato insieme, sventolato all’unisono le bandiere. Insomma, per certi versi è stato uno spot per il tifo.
Ma, nonostante questo, l’attenzione di giornali e tv è stata pressoché nulla.
Qualche riga sulla Gazzetta dello Sport ha ricordato la nostra festa. Poi il buio.
L’informazione in Italia si è concentrata, ancora una volta, soltanto sulla violenza, sugli episodi negativi.
La festa non fa notizia. Poi, ipocritamente, tutti dicono: “Dovrebbe esserci un altro clima negli stadi”. Ma quando c’è questo clima, non gli si dà alcuna rilevanza.
Uno dei pochi ad evidenziare la festa parmigiana è stato il giornalista Zazzaroni, per la verità non troppo amato dalla redazione del nostro blog. Ma che, in questa circostanza, merita una citazione. Questo il suo tweet di ieri:
“10, 100, 1.000 #ParmaSamp: l’atmosfera ideale, la voglia di far festa, di vedere la partita. Il resto è intossicazione, veleno, disamore“.