Una corsa a tre: Sarri, Paulo Sousa e Donadoni. A denti stretti è questo il messaggio di Ferrero, che ha ammesso i contatti con Sarri (su cui è piombata anche la Fiorentina), ma anche l’interesse per gli altri due nomi.
Ciascuno può dire la propria, noi preferiamo chi ha già esperienza in Italia: meglio quindi Sarri o Donadoni.
Ferrero non si espone troppo, l’occasione da Fazio è per presentare la sua biografia “Una vita al Massimo”.
E Ferrero ride del proprio passato senza denari, una giovinezza spiantata, alcuni direbbero pasoliniana, trascorsa all’insegna dell’espediente per tirare a campare.
Più che pasoliniana la sua sembra una maschera della commedia all’italiana. Ferrero sembra un personaggio uscito in carne e ossa da un film di Monicelli.
“Ho fatto de tutto, – dice er Viperetta. “Sono stato in carcere minorile per aver tirato ‘na scoppola a un pizzardone maresciallo. Era il padre di una che mi pomiciavo, che sfiga. Tra i lavori che ho fatto il migliore è stato er barista ambulante. Giravo con un thermos de caffè allungato e lo vendevo alla Capitaneria di Porto, a due lire. Sono stato anche autista de Gianni Morandi, ovviamente senza patente, per la vecchia questione della sberla al pizzardone”.
Manca il passaggio che porta Ferrero a fare il grano e a potersi permettere di presiedere una società importante come la Samp. Meglio non indagare troppo.
Fazio in trasmissione ha puntato più sullo spettacolo, non gli ha fatto domande sul futuro blucerchiato.
L’unica domanda arriva a fine intervista, sul prossimo allenatore. E Ferrero risponde che ci sono stati contatti con Sarri ma sono aperte anche altre strade.
Sempre calda la pista Paulo Sousa e a breve, dunque, anche l’incontro con Donadoni.