Finalmente un colpo importante della Sampdoria. Non c’è ancora l’annuncio ufficiale, ma è ormai cosa certa che dal 1°luglio 2014 l’ex direttore sportivo del Milan Ariedo Braida sarà il nuovo direttore generale della nostra squadra, con pieni poteri sulle operazioni di mercato. Si sperava che già da gennaio il vecchio Braida mettesse il suo zampino, il suo artiglio di vecchio biscazziere, nel mercato doriano. Invece niente. Anche se sulle 9 cessioni, alcune delle quali davvero inaspettate, si vocifera che ci sia già la mano di Ariedone.
La notizia del suo approdo in blucerchiato era nell’aria fin dallo scorso novembre, sempre più concreta col passare dei giorni, specie dopo la fine ufficiale del rapporto di lavoro con i rossoneri, dopo il tentato golpe di Barbara Berlusconi, riuscito solo parzialmente.
Secondo i piani di Garrone, Braida dovrebbe esercitare le funzioni che furono del ciclopico Marotta nei bei tempi andati; lo affiancherà, salvo augurabili calci in culo dell’ultima ora, il funesto e funebre Carlo Osti.
Stefano Remondini rimarrà vicepresidente esecutivo della società.
Solo Rinaldo Sagramola, dunque, è destinato ad andare. Ed è già qualcosa.
L’arrivo di Ariedo Braida è di sicuro un bel colpo, stranamente messo a segno dalla nostra società dormiente. Evidentemente Braida, alla sua veneranda età, rientra a pieno titolo nei nostri parametri.
Con lui arriva anche la sua agenda fornitissima di nomi, specie a livello internazionale.
Il curriculum di Braida parla chiaro, anzi grida. Quello di Osti, invece, grida vendetta. Non possiamo fare altro che augurarci che al nome altisonante dell’ormai ex dirigente rossonero segua una programmazione con profilo superiore rispetto a quello, bassissimo, degli ultimi anni. Ci sarà accordo tra Braida e il portafoglio di Garrone?
Se Braida viene alla Samp è perché, evidentemente, ha qualche garanzia di poter operare. E la coppia Braida- Mihajlovic inizia ad essere una coppia solida, di cui fidarsi.
Ma non dimentichiamoci che Garrone è ineffabile: la sua rigidità di parametri non guarda in faccia a nessuno. Neanche a pilastri viventi del calcio come Braida.
Ma tracciamo una breve biografia del nuovo dirigente nato a Precenicco (Udine) il 21 aprile 1946. Da giocatore fu un buon centravanti di Serie B: le sue stagioni migliori sono quelle disputate a Varese: nel 1969-70, in Serie B, condusse i lombardi ad una storica promozione, diventando capocannoniere del campionato pari merito con il giovane compagno di squadra Bettega (13 reti).
Si ritirò nel 1981. In quell’anno inizia la lunga e fortunata carriera dirigenziale: diventa direttore generale del Monza, per poi essere chiamato da Berlusconi al Milan nel 1986. In rossonero rimarrà ben 27 anni: il suo operato fu meno appariscente di Galliani, ma ugualmente determinante per il rilancio dei rossoneri nel calcio nazionale ed internazionale: solo per citare gli interventi più importanti, fu il primo a seguire Van Basten (che soffiò alla Fiorentina per meno di due miliardi di lire), Weah (contro il volere di Capello, che lo accolse con il simpatico epiteto di “cameriere”) e Shevchenko, ed ebbe un ruolo determinante anche per l’ingaggio di Boban e Rijkaard. Braida ha fatto le spese della riorganizzazione societaria voluta da Barbara Berlusconi, lasciando Milano il 31 dicembre 2013.
E allora, che sia un futuro prospero con Ariedo, nella speranza che riesca a entrare nelle grazie e nel portafogli di Garrone.
3 commenti
Sono contento dell’arrivo di Braida ma rimango sempre con i piedi ben piantati in terra. Perchè si può essere grandi dirigenti ma senza i danè,come dicono dalle parti di Braida, si fa poca strada, ma si può solo costruire una squadra di….prestiti. In tal caso preferisco una formazione che magari si salva all’ultima giornata ma composta da punti fermi e non da banderuole senza il minimo senso di appartanenza ad una maglia che è ancora uno degli ultimi, se non l’ultimo, dei valori rimasti nel calcio. E comunque assai raro.
Al posto del becchino prenderei Sogliano: e’ bravo, deciso, carismatico ed ha due palle cosi’, basta vedere come tratto’ Zamparini. E poi di calcio ne capisce
Braida è un bel colpo, ma garrone deve decidersi ad investire… e soprattutto affidarsi a dirigenti che sappiano trasmettere un po’ di entusiasmo. Ogni volta che parla osti viene voglia di buttarsi da un ponte… Basta!! Osti a casa!