Dodò è un calciatore senza mezze misure. Alterna ottime partite a prestazioni sciagurate. Ma una cosa sembra certa: più che terzino dovrebbe giocare esterno alto.
Dodò ha il sangue brasiliano. Il dribbling nelle vene e il doppio passo facile. Bello a vedersi, elegante nei movimenti, sfrontato nel cercare l’uno contro uno. Ma quando gli tocca difendere, sono dolori. Nello scorso finale di campionato sono venuti fuori tutti i suoi limiti. Due le partite che hanno fatto cambiare idea sul suo conto a molti tifosi della Sampdoria, impressionati dalle sue prime, positive uscite in maglia blucerchiata dopo il suo arrivo nel mercato di gennaio: Lazio e Genoa.
Contro la Lazio, in una sfida vitale per evitare la retrocessione, dopo appena tre minuti Dodò si trova davanti Candreva. Stordito da due rapidi cambi di direzione, il brasiliano lascia crossare troppo facilmente l’ala della Nazionale, il cui traversone è facile preda di Djordjevic per lo 0-1 che glacia il “Ferraris”. Per carità, la colpa è da suddividere tra Dodò e il “marmoreo” Silvestre che si perde il serbo in marcatura. Ma il peccato di Dodò è veniale. Passano 40 minuti e il brasiliano ne combina un’altra. Keita entra in area di rigore, Dodò è in ritardo ed entra in maniera scomposta sull’ex Barcellona: l’arbitro fischia il penalty. Fortuna che San Viviano ci tiene a galla.
Se contro la Lazio Dodò era apparso in debito di ossigeno e in affanno in marcatura, sulle chiusure e nelle diagonali difensive, contro il Genoa riesce addirittura a fare peggio. Il brasiliano trova spazio nell’11 titolare di Montella nella posizione di esterno sinistro, con il compito di limitare le sgroppate di Ansaldi e Suso. Lo sanno tutti: è lì che si decide la partita. E infatti, tempo tre minuti (come contro la Lazio!) e Dodò si perde Ansaldi, libero di affondare sulla destra per servire a Pavoletti un facile assist. Il copione si ripete al 25′, quando Dodò è ancora una volta in ritardo per spingere Suso verso la linea della rimessa laterale. Cassani si fa saltare come un birillo e oplà, ecco servito lo 0-2. E non è finita qua. Per tutto il match Ansaldi e Suso fanno i diavoli a quattro, come “4” è stato il voto assegnato a Dodò in pagella.
In queste ore, l’accordo con l’Inter per averlo in prestito oneroso con obbligo di riscatto a fine stagione per quattro milioni sembra davvero a un passo. Mister Giampaolo è innamorato dei “terzini che volano”. Vedi l’esempio di Mario Rui l’anno scorso, che la Roma si è assicurato per nove milioni.
Dodò costerebbe 4,5 milioni (non da versare subito, ma nono sono pochi). Massima fiducia in Giampaolo, che evidentemente ha fatto i suoi conti. Ma in un modulo che prevede la difesa a 4, con il brasiliano impiegato come terzino i rischi saranno molto alti.
ROBERTO BORDI
4 commenti
Ma dai…Dodo’ é da prendere. Finalmente iniziamo la stagione senza Va scoreggini titolare. Ottimo acquisto e può solo migliorarla la fase difensiva con Giampaolo allenatore. Ho fiducia nella società… Vendere Moisander e conferma di Dodo’+ arrivò di castan: la difesa sembra a posto x le prime linee.. Vediamo il resto…
CARO MARCO,
anche io scrivevo e pensavo questo ieri, ma al risveglio sono di nuovo caduto nella realtà, la nostra triste realtà attuale, per cui dopo avere fatto cassa con Moisander (un colpo da maestri, anche per dei rigattieri professionisti come Ferrero & Co.) e comprato Schick, vendiamo a prezzo di banana il nostro unico talento Correa, lasciando cosí a 2 scarsi come Cassano (35 anni, polemico, rombipalle e fermo in campo) e Soriano (eterna incompiuta, non difensore, non intenditore, non costruttore di gioco e non finalizzatole) lo scettro della squadra…
Dodó andrebbe anche bene, insieme ad un altro terzino sinistro che sappia marcare, ma é inutile illudersi che stiano costruendo una squadra, che ci sia un progetto tecnico – tattico, perché l’unico progetto che esiste e che viene perseguito senza pietà é quello di fare cassa.
Dimenticavo: FERRERO VIA, PRESTO!
Fate la guerra ad Alvarez e poi sareste contenti della riconferma di Dodò?
Ma non vi sono bastate le due partite da voi citate per desiderare fortemente di NON VEDERLO MAI PIU’ con la nostra maglia?
Giuro, io quella immagine nel derby di Dodò che invece di provare ad andare a contrastare Ansaldi zampetta beatamente verso la nostra porta con la stessa carica agonistica di un bambino di 3 anni me la porterò dietro per tutta la vita!
Mah, che dire, è proprio vero che il calcio ognuno lo vede a modo suo…