Dopo la fondamentale conferma del monumento Sinisa, ci sentiamo in dovere di fare un omaggio ad un altro grande mister della storia blucerchiata. Un allenatore che non dimenticheremo, e che ha concluso la sua carriera doriana in modo “rocambolesco” (per usare un eufemismo).
Torna in serie A Beppe Iachini, dopo l’ennesima cavalcata grandiosa fatta con il Palermo. Da avversari gli facciamo i migliori auguri per la prossima stagione, non dimenticando quanto di grande ha fatto per la nostra squadra.
Il nostro omaggio a Beppe:
L’Italia non è un paese meritocratico. Non lo è nella scuola, non lo è molto spesso nel lavoro, non lo è mai nella conduzione della cosa pubblica e, ovviamente, non è meritocratico nel sistema calcio.
Sappiamo tutti, leggendo le cronache sportive, che questo enorme mercato di uomini, di idee, di marchi e di passioni è dominato dal clientelarismo, dal nepotismo e da una evidente mancanza di premi per chi il lavoro lo svolge duramente e seriamente.
Il caso a noi più vicino e che rispecchia quest’assenza di riconoscimento del valore rapportato al lavoro svolto e agli obbiettivi raggiunti è eclatante ed esplicativo di una tendenza tutta Italiana. Il protagonista della storia si chiama Giuseppe Iachini detto Beppe, persona che di professione fa l’allenatore.
Iachini è un professionista di questo sport, uno che lavora duro, gestisce al meglio le rose che gli vengono affidate e si pone traguardi che sa di poter raggiungere. Con noi, per esempio, ha fatto tutto questo.
Non a tutti è simpatico e talvolta esagera nei suoi comportamenti a latere del rettangolo di gioco, attirandosi le ire di chi proprio non riesce a sopportarlo (ricordiamo per i distratti che la gradinata nord lo ha eletto a “Nemico Pubblico Numero 1” da ormai quasi venti anni…).
Ma a chi importa questo aspetto se è solo un accessorio, per quanto negativo, di un lavoro che viene svolto fino alla fine e fino al successo? Quanti personaggi dubbi ma vincenti incappano in pesanti cadute di stile senza che nessuno faccia loro realmente pesare la cosa?
Iachini nelle ultime quattro esperienze in panchina (tralasciando quella con Il Siena della scorsa stagione, dove comunque stava per compiere un miracolo inimmaginabile) ha sempre centrato la promozione nella massima serie. Spesso, tra l’altro, subentrando a vere e proprie macchiette della panchina come Cavasin (Brescia 2009) o Atzori oppure a raccomandati delle alte sfere privi di alcuna esperienza quale, ad esempio, Genny Gattuso.
In queste situazioni Iachini è riuscito a far ricrescere l’erba della speranza laddove i suoi predecessori avevano seminato solo sale grosso: Beppe è sempre arrivato come un onesto medico di campagna che, annusata la tragedia imminente, riesce a imporre a se stesso e al suo paziente un duro cammino fatto a tappe. Una ricetta semplice, che ha sempre pagato ogni sforzo con la gioia del successo finale.
Ebbene, tornando a noi, ricordiamo tutti quale è stato il “premio produzione” una volta raggiunta quella straordinaria promozione in Serie A. Una promozione scolpita nei nostri ricordi ma che solo cinque mesi prima di essere conseguita appariva una chimera sfocata anche al più irriducibile e sognatore fra i tifosi. Iachini, certo della riconferma, è stato invece circondato da dubbi, da pesanti incertezze circa il suo futuro e da mezze frasi buttate in pasto alla stampa, una volta sfumato il riecheggiare dei festeggiamenti. Alla fine cosa è successo? Ancora una volta si è visto sorpassare dall’ennesimo raccomandato scelto in base all’immagine, al nome altisonante e al supposto prestigio acquisito grazie alla precedente carriera di calciatore. Ancora una volta la meritocrazia (oltre che il debito morale) veniva sotterrata sotto metri di incompetenza dolosa.
Artefice dell’allontanamento fu quel cinghialotto depilato dal nome poco consono alle sue qualità morali, quel Pasquale Sensibile che ha provato in ogni modo a farsi ricordare come peggior dirigente della storia blucerchiata, forse riuscendo a trionfare almeno in quest’intento. Oggi l’ex dirigente (licenziato pure al Mantova in Lega Pro, seconda divisione) parla ancora a sproposito ogni qual volta viene interpellato, come certificato dalla sua accusa più recente riguardo Iachini “In A hai sempre fallito”… La carriera di Pasquale invece è notoriamente pregna di successi nel calcio che conta…
Augurandoci che il prossimo anno le prestazioni della sua squadra facciano per sempre tacere l’Insensibile, siamo molto contenti che Beppe possa finalmente mostrare il proprio valore nella massima serie con una squadra forgiata da lui. Solo il tempo potrà darci una risposta. Di certo, sappiamo che i nostri inabili cuginetti devono già da oggi marcarsi le due ennesime partite complicate da affrontare la prossima stagione.
4 commenti
Grande Beppe (per noi è Beppe e basta…) sei stato trattato come un pacco postale dalla società che ti ha preferito uno Joghurt avariato rispetto ad un sano panino alla pancetta, che sazia e riempie, anche se magari non è bello a vedersi
In bocca in Lupo non ti abbiamo mai dimenticato….grazie di tutto!!!!
Ottimo commento! In effetti Iachini è stato esonerato perchè è sembrato una specie di….Toneatto.Sgressu, come si dice a Genova. “E poi, Giangi, quel bevvetto eva così volgave….” Invece è un bravissimo tecnico tutto sostanza e poca apparenza. Ma siccome viviamo nell’era delle apparenze e poichè si crede che la nostra Società abbia un aplomb da rispettare( ma non considerando che purtroppo, e nostro malgrado, è diventata una “provinciale”) eccoti servito il “fighetto” senza alcuna esperienza di club la cui carriera, probabilmente, ha avuto inizio e fine sulle sponde del Bisagno. Io ho sempre “tifato” per i bravi emarginati(Soriano docet) e allora, considerando che ogni anno c’è la squadra rivelazione, spero proprio sia Il Palermo (Samp a parte, ovviamente..) alla faccia di tutti i denigratori di Iachini. E che Beppe le suoni in particolare ai….bibini!
Mi allineo ai commenti precedenti. La non conferma di Iachini è una delle peggiori macchie della storia blucerchiata.
anch’io avrei dato l’occasione (meritata tra l’altro) a Beppe !
si disse che avrebbe pagato quella famosa frase contro i cugini
(tra l’altro si trattò di un’espressione goliardica rubata con un cellulare,
fuori dal campo di allenamento, non un’intervista in conferenza stampa !!)
poi però si confermò il buon Delio, scordandosi che dispensava diti medi alzati
al pubblico avversario direttamente sul campo di Marassi, ripreso da tutte le telecamere del mondo
quindi ritengo che la società non lo ritenne “adeguato” alla serie a per altri motivi sconosciuti