Una vittoria, due pareggi e 10 sconfitte. Questo il magro bilancio dei primi tre mesi di serie A della storia del Crotone. La cenerentola calabrese, che solo qualche mese fa festeggiava nel suo stadio una promozione che la proiettava nell’olimpo del calcio italiano, è tornata bruscamente sulla terra.
Partiamo dalla scelta del nuovo allenatore. Andato via Juric, principale artefice della straordinaria impresa compiuta lo scorso anno, in estate la società calabrese ha compiuto una scelta in continuità con la gestione tecnica precedente. Per il tipo di gioco che pratica, sul piano tattico e caratteriale, Davide Nicola poteva essere considerato il sostituto ideale di Juric: almeno sulla carta.
Ma forse sarebbe stato meglio scegliere un altro tecnico. In serie A, per una squadra che insegue l’obiettivo della salvezza all’ultima giornata, è fondamentale limitare i danni in difesa. E da questo punto di vista – basta guardare il suo curriculum – mister Nicola non ha mai dato troppe garanzie.
Il problema maggiore è proprio dietro. A parte Claiton, difensore brasiliano classe 1984 con un lungo passato tra serie B e C, la retroguardia del Crotone è composta di tanti giocatori di buone speranze ma non ancora pronti a fronteggiare certi attaccanti. Gli innesti in estate di Rosi e Mesbah hanno tamponato solo parzialmente le carenze difensive della squadra calabrese, che vanta il non invidiabile primato di seconda difesa più battuta del campionato insieme al Palermo di De Zerbi.
26 gol subiti in 12 partite sono tanti, forse troppi per sperare nella salvezza. Soprattutto quando si fatica a trovare il gol con una certa regolarità. È proprio il caso del Crotone, incapace di trovare l’erede di Budimir. Il ds Ursino credeva di averlo sostituito con il giovane nigeriano Simy: un errore imperdonabile, a cui ha rimediato nelle ultime ore di mercato acquistando Falcinelli e Trotta.
I due ex attaccanti del Sassuolo sono tra le poche note liete del Crotone di Nicola. Non segneranno tantissimo, ma il loro lavoro per la squadra è fondamentale sia in fase difensiva che offensiva. Domenica la difesa della Samp dovrà marcarli bene: se necessario anche in bagno, come l’allenatore scozzese Kimpton, ai Mondiali del 1934, impose ai suoi di fare con l’austriaco Sindelaar.
Il deficit di esperienza del Crotone riguarda anche il reparto di centrocampo. In questa stagione, spesso e volentieri mister Nicola ha affidato il ruolo di regista al giovanissimo Capezzi, che il prossimo anno arriverà alla Sampdoria. L’ex centrocampista della Fiorentina deve ancora affinare i tempi di gioco e la presenza ai suoi fianchi di altri giocatori giovani non lo aiuta di certo. Lo svedese Rohden è lontano parente del giocatore ammirato in patria con l’Elfsborg, mentre Martella, Barberis, Crisetig e Salzano mancano della malizia necessaria per giocare ad alti livelli.
Sommerso da tutti questi problemi, Nicola non è ancora riuscito a costruire una formazione tipo. Una colpa che, tuttavia, va divisa in parti uguali con la società. Se il Crotone ha fatto bene a non stravolgere la squadra rispetto alla scorsa stagione, sarebbe stato importante assicurarsi due giocatori esperti, uno in difesa e l’altro in attacco. Un “peccato di gioventù” che sta costando caro.
Ma sul pessimo rendimento del Crotone ha influito anche una ragione ambientale. A inizio stagione la squadra calabrese non ha potuto giocare in casa per i lavori di adeguamento dello “Scida” agli standard richiesti dalla serie A. Nelle tre delle sei partite giocate tra le mura amiche, il Crotone ha battuto il Chievo e perso da Napoli e Torino soltanto per qualche episodio sfortunato.
Significa che domenica la Sampdoria dovrà prestare massima attenzione per tutta la partita. A Crotone non ha mai vinto, un aspetto che dà la giusta misura della difficoltà di un impegno che la squadra di Giampaolo non si può permettere di sottovalutare. Falcinelli e compagni, intervistati in settimana, hanno promesso battaglia: in palio, contro i blucerchiati, ci sarà un bel pezzo di salvezza.
ROBERTO BORDI