Che sia d’insegnamento per i bibini: prima di guardare le pagliuzze di Ferrero, osservate meglio i “travoni” del vostro presidente.
I tormenti del Joker sono legati alla situazione finanziaria del suo gruppo, tutt’altro che rosea.
La notizia che rimbalza da ieri è la bocciatura da parte dei revisori dei conti e del collegio sindacale del bilancio 2013 della Finholding, la finanziaria del gruppo che detiene il controllo di Giochi Preziosi con una partecipazione del 42%.
Si parla di “molteplici e significative incertezze” che inficerebbero la possibilità di esprimere un giudizio sul bilancio e, cosa forse peggiore, sulla coerenza della relazione sulla gestione con il bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2013. All’incirca dello stesso tenore, il parere del collegio sindacale: sospensione di giudizio sul “broggeddo” di bilancio proposto dal Joker; si avanzano dubbi sulle capacità della società di sostenere la continuità aziendale e sui rilevanti rischi di liquidità.
Nonostante questo, l’assemblea degli azionisti ha deciso di approvare il bilancio, usando la riserva straordinaria per coprire una perdita d’esercizio pari a 49,3 milioni di euro: cifra rilevante, anche se corrispondente a meno di un quarto di quella riscontrata alla fine del 2012 (209,1 milioni!), e terzo anno consecutivo in rosso per la holding.
Rattoppato il buco nell’immediato, c’è l’ipotesi che si tratti comunque di problemi strutturali del gruppo.
Partiamo da due dati: il patrimonio netto, pari a 47,9 milioni (poco meno della perdita d’esercizio riscontrata) e l’indebitamento finanziario netto (perlopiù con le banche) pari a 91,9 milioni (quasi il doppio del patrimonio netto). Le principali banche coinvolte sono Unicredit, Intesa Sanpaolo e Carige. Con le prime due, si sta procedendo ad un piano di rientro che prevede anche la vendita di proprietà immobiliari, mentre con Carige si sta trattando per ottenere una proroga, nonostante i trascorsi non proprio limpidissimi (proprio i prestiti al Joker degli anni scorsi furono tra quelli sottoposti ad indagine dalla Banca d’Italia) e i venti di tempesta (anche giudiziari) che stanno coinvolgendo il gruppo genovese.
Da sottolineare la difficoltà di reperire fondi a breve termine: il revisore asserisce di non sapere in che modo la holding riuscirà a fronteggiare gli impegni finanziari immediati, soprattutto tenendo conto della condanna da parte della Commissione tributaria regionale della Lombardia al pagamento di 27,5 milioni di euro di imposte non pagate (e relative sanzioni con interessi); in questo caso, però, la finanziaria afferma di avere accantonato l’intera cifra, in attesa dell’esito del ricorso in Cassazione relativo alla sentenza.
Infine, altra grana: il valore di iscrizione della partecipazione al 42% nella Giochi Preziosi, a rischio svalutazione nel caso di mancato rispetto dell’evoluzione economico-finanziaria prevista dal piano di ristrutturazione debitoria ex art. 182 bis della legge fallimentare, stipulato con le banche il 9 agosto 2013: già nel 2012, c’era stata una svalutazione della stessa da 155 milioni ad appena 36; nel 2013, il valore è salito a 51,87 milioni a causa dell’aumento di capitale di 37 milioni. Finholding, comunque, afferma che nei primi sei mesi del 2014 si è registrato un miglioramento rispetto al piano industriale, cosa che potrebbe indurre a rendere il gruppo più appetibile per eventuali investitori stranieri.
In compenso, piove sul bagnato per quanto riguarda i compensi agli amministratori: il bilancio della holding considera 464 mila euro alla voce “costi per i servizi”, stando a quanto riportato dai revisori “in mancanza di previa delibera assembleare”.
Infine veniamo al Genoa: la partecipazione al 75% della Finholding fu già svalutata integralmente nel 2012 (nel 2011 valeva quasi 18 milioni), a causa della chiusura del bilancio di quell’anno in perdita della società rossoblu per 14,85 milioni, a fronte di un patrimonio netto di 1,15 milioni.
Nonostante questo, è innegabile che, negli ultimi mesi, siano aumentate le dicerie sulla vendita della società (con tanto di insolite presenze mandarine in tribuna nelle ultime partite dello scorso campionato). Nella relazione dei revisori si parla di “necessità di verifica puntuale e periodica del processo di riequilibrio economico e finanziario, alla luce dei rilevanti impegni fideiussori a carico di Fingiochi”, ovvero 62,6 milioni di garanzie.
Futuro nebuloso per il Joker?
4 commenti
Di bilanci non capisco nulla. Ma che la società sia in vendita è stato dichiarato dallo stesso Prez mesi e mesi fa… e quindi è un fatto che la società del Genoa non la vuole nessuno. Tra l’altro oggi non credo ci siano più tanti “ricchi-scemi”, quindi chiunque sia interessato, prima di acquistare penso faccia mille radiografie della situazione per non ricevere un pacco (pieno di debiti, se ci sono). L’anno scorso hanno fatto cassa con Gila e Vrsaliko, la prossima estate venderanno Perin. Al resto pensa lo stesso Prez che di calcio ci capisce e spesso nel mercato riesce a fare le nozze coi fichi secchi.
Ai bibinazzi auguro ogni disgrazia possibile e immaginabile ma solo da un punto di vista calcistico, sapere che un’azienda non se la passa bene e che magari ci sono centinaia e centinaia di persone a cui del Cenua non frega nulla che rischiano il posto di lavoro è mortificante…
Del Joker ssappiamo tutto e non da oggi, e sinceramente me ne frego
Mi preoccuperei molto piu’ di noi, e di quanti e quali soldi abbia Ferrero, mia modesta opinione siamo seduti su una bomba a orologeria
Ciao Pier, interessante sounto. Ma… ma… negli ultimi mesi mi sono fatto un’idea. Edoardo Garrone sembra tutto fuorchè uno che si è dimenticato della Samp. Enrico Mantovani era sparito, ma da quando è arrivato Ferrero (ha annunciato lui il suo arrivo con un Tweey!), si fa vedere e sentire spesso. La bomba può scoppiare ma vedo anche tanti artificieri. E (sarò poetico e mieloso, ma credo nessuno possa smentirmi) si tratta di gente che, semplicemente, vuole bene alla UC Sampdoria. Per ora comunque col Viperetta si va bene. Più che altro, la sua di salute……