“Rendere la vita difficile alla Lazio”. Così mister Giampaolo presentava sabato lo sciagurato match dello stadio Olimpico. E così non è stato, a causa di un mix di episodi ed errori che hanno causato la peggiore sconfitta in campionato della Sampdoria addirittura dal 1961 (7-1 contro l’Udinese).
Proprio gli episodi hanno messo la partita sui binari sbagliati. Prima il gol di Keita dopo 120 secondi, frutto di un banale errore di Skriniar; poi il rigore del 2-0 provocato da un’altra ingenuità del difensore slovacco, espulso come l’anno scorso allo Juventus Stadium (allora finì “solo” 5-0)
Le due reti messe a segno dalla Lazio nei primi 20 minuti, inframezzate dal pallone del possibile 1-1 sparacchiato da Djuricic addosso a Strakosha, hanno incanalato il match nella direzione più favorevole alla Lazio, brava ad approfittare della giornata svagata di Silvestre e compagni affondando tra le maglie della difesa blucerchiata come il più classico dei coltelli nel burro.
Alla Samp saranno mancate le motivazioni, vero. Ma una sconfitta di queste proporzioni è dovuta ad altri fattori, su tutti gli errori di mister Giampaolo. A fine partita, il tecnico blucerchiato si è assunto tutte le responsabilità della sconfitta, attribuita alla “scarsità di risorse fisiche e mentali”.
Ma le ragioni del tracollo dell’“Olimpico” sono soprattutto tecnico-tattiche. La scelta di affidare a Dodò il compito di limitare le scorribande di Anderson è stata incomprensibile, per non parlare della sostituzione di Schick con Regini. Perché non provare a inserire Simic? E soprattutto: per quale motivo Giampaolo, dopo l’espulsione di Skriniar, ha sacrificato l’unico giocatore della squadra davvero capace di dare profondità alla manovra, tenere palla e sapersi inventare qualcosa?
Il mister ha giustificato la sua mossa facendo riferimento alla necessità di salvaguardare le condizioni fisiche del ragazzo, appena recuperato da una lieve lussazione alla spalla. Ma perché allora inserirlo dal primo minuto, senza provare a cambiare qualcosa dal punto di vista tattico? La soluzione del doppio trequartista provata in settimana avrebbe contribuito a imbottire una mediana dominata in lungo e in largo dalla Lazio, che proprio con il centrocampo costruisce le sue vittorie.
E invece, solito 4-3-1-2 e pedalare. Non stiamo dicendo che con un cambio di modulo si sarebbe vinto a Roma, ma certamente non avremmo registrato una figuraccia di queste proporzioni.
Rimangono ora tre partite per non rovinare quanto di buono fatto quest’anno. Che resta e rimarrà agli annali, vedi le due vittorie nel derby e il doppio successo a San Siro. Ma contro Chievo, Udinese e Napoli servirà una Sampdoria più spigliata e grintosa per difendere un decimo posto che, alla luce dell’ottimo campionato giocato fino a metà aprile, sembrava cosa fatta. E invece…
ROBERTO BORDI
5 commenti
Questa volta Roberto, concordo con l’intero editoriale. In particolare l’ostinazione a presentare i 4.3.1.2 a fronte di carenze di organico (preservare Schick è sacrosanto se non c’è vita o morte in palio) e di un avversario che copre tutto il campo ed viaggia a velocità doppie del normale. Aggiungo l’ennesimo autolesionismo su corner e l’obbligo del pressing che ricade sul povero Quaglia, anche il 10! perchè?
I nostri limiti sono noti a tutti in serie A (fascia sinistra, difesa più legnosa che scattante, scarsa attitudine alla manovra avvolgente. centrocampo più aggressivo che geometrico). Abbiamo fatto valere i nostri punti di forza in partite inaspettate, ma non siamo spesso riusciti a farci valere con gli avversari alla nostra portata. Vediamo se il mister saprà sfruttare le ultime tre per farci vedere qualche variante anche in chiave futura: sarebbe bene vedere schemi e nomi nuovi in campo; o no?
un allenatore bravo (e Giampaolo lo é) sa capire il materiale umano che ha a disposizione e quindi tirarci fuori il miglior modulo possibile, provarlo, inculcarlo e applicarlo.
Un allenatore MOLTO bravo, di quelli che ti possono anche far vincere una coppetta ogni tanto, fa questo, ma ha anche 1-2 schemi alternativi da adattare agli stessi giocatori magari con qualche innesto già predisposto a partita in corso, proprio per ovviare ad eventuali sorprese e incongruenze che si vengano a creare.
In questo Giampaolo ha veramente molto da imparare, e non credo che semmai lo farà sarà allenando la Samp.
In effetti la duttilità non è nel repertorio di Giampaolo, proprio su questo blog abbiamo letto di come Simone Inzaghi in stagione abbia alternato due se non addirittura tre moduli differenti a seconda delle situazioni…
Per ciò che riguarda ieri l’unica critica che mi sento di fare riguarda l’impiego di Dodò, non so come si possa ancora sperare e pensare che questo pseudo giocatore riesca a dare un contributo anche minimo alla nostra causa, sulla sostituzione di Schick forse a quel punto si è pensato più a limitare i danni ( cosa non riuscita…) che ad altro allargando Djuricic sull’esterno per fare una mediana a quattro…
C’erano due attaccanti in campo, tenerli dopo una espulsione mi darebbe parso strano, e col senno del poi non mi sembra sia stato sbagliato tenere Quagliarella.
Ho letto pochi minuti fa un articolo su Tuttomercatoweb sui gol presi dalla Sampdoria su calcio da fermo. Testuale: “un piccolo neo che, ormai per la prossima stagione, va comunque migliorato se non cancellato del tutto. Sono 14 i gol incassati su azione di calcio da fermo sui 49 complessivi. Un buon 28% se facciamo un semplice calcolo matematico”.
Ora per me Giampaolo è stato non bravo ma bravissimo ma i gol su citati oltre alle rimesse laterali, i corner a favore e anche le punizioni al limite, sempre a nostro favore, sono da correggere assolutamente.