Dopo l’esaltante goduria nel derby, la dirigenza sta cominciando a pensare al futuro.
Innanzitutto provando a blindare il condottiero Sinisa: l’allenatore ha il contratto in scadenza (con rinnovo automatico in caso di salvezza) e le gloriose imprese ottenute in blucerchiato in poco meno di tre mesi, hanno destato l’interesse di società in cerca di rilancio (l’Inter, per esempio, già sulle sue tracce tre stagioni fa: ma Sinisa rifiutò l’offerta di Moratti per onorare l’impegno con la Fiorentina) o la nazionale serba (già pentita di averlo lasciato tornare in Italia a novembre). Per scongiurare una dannosissima partenza del tecnico a giugno, Garrone dovrà allestire un parco giocatori che offra maggiori garanzie dal punto di vista tecnico.
Imprescindibile, in questo senso, sarà l’apporto di Ariedo Braida, che assumerà il ruolo di direttore generale della società a partire da giugno. L’ottimo Ariedo, per lavorare al meglio, porterà con sé alcuni validi collaboratori che l’hanno assistito durante la lunga parentesi milanista. Uno tra questi, sarà il 68enne Andrea Valdinoci.
Di origini fiorentine, ma cresciuto in Lombardia, Valdinoci è noto per una lunga carriera da osservatore e talent-scout nel Milan.
Prima di diventare osservatore dei rossoneri, Valdinoci aveva tentato la carriera da allenatore con esiti alterni, tra Serie C e settori giovanili (Milan e Monza). Fece anche una puntatina in Serie A, alla guida dell’Atalanta, ma in qualità di “prestanome”, munito di patentino per il giovane Cesare Prandelli, reduce da clamorosi successi ottenuti con la Primavera orobica. I due sostituirono Francesco Guidolin nel novembre ’93, ma fu un insuccesso: i nerazzurri retrocessero senza gloria in B, nonostante le ambizioni di inizio stagione. Valdinoci si fece notare soltanto per un violento diverbio con Walter Zenga al termine di un Inter-Atalanta conclusosi con il successo a sorpresa dei malmessi bergamaschi. In quell’occasione mancò poco che partissero i cazzottoni: secondo le cronache dell’epoca, Valdinoci fu trattenuto dal suo team manager prima che facesse partire il montante contro il portiere.
Andò meglio nelle giovanili: Valdinoci fu allenatore della primavera del Milan per quattro stagioni, nell’età sacchiana, contribuendo a far crescere diversi giocatori destinati a carriere di alto livello (Toldo, Bressan, Verga, Porrini, tanto per fare alcuni nomi), anche se alcuni lo ricordano anche per un altro acceso diverbio avuto con Giampiero Marini in occasione di un derby Primavera. Insomma, Valdinoci: un uomo che non sa tenere i pugni in tasca (come il buon vecchio Delio, che ormai è rimasto solo un pugile suonato).
Negli ultimi vent’anni, Valdinoci era rientrato al Milan, in qualità di osservatore, talent scout e principale assistente di Braida, seguendo migliaia di incontri e segnalando giovani di talento. Capo osservatore del Milan in Italia e soprattutto all’estero, si spera che possa portare alla Samp una serie di ottimi giocatori dai campionati stranieri, a costo accettabile per le nostre tasche, ma di ottime prospettive.
In questo ruolo scalzerà Mattia Baldini, che, nelle ultime stagioni disgraziate, ha avuto comunque il merito di portare in blucerchiato il valoroso Mustafi, il nostro sultano dell’area.