Ferrero tuona contro la Figc, dopo aver ricevuto la comunicazione della decadenza dalla carica di presidente. Motivazione della Federazione: secondo l’articolo 22 delle Noif, le norme organizzative interne federali, “non possono assumere la carica di dirigente di società o di associazione, e se già in carica decadono, coloro che siano stati o vengono condannati con sentenza passata in giudicato a pene detentive superiori a un anno“.
Il patteggiamento è condanna, oppure no?
Per l’ormai noto caso del fallimento della compagnia aerea Livingstone, Ferrero aveva patteggiato la pena a un anno e dieci mesi nel febbraio 2016.
Le parti sono ora in disaccordo: per Ferrero il patteggiamento non è condanna, si legge chiaramente nel comunicato della società, che si scaglia contro la Figc: “è una decisione ingiusta e non corretta, difettando il presupposto di una sentenza di condanna. Nel massimo rispetto del ruolo degli organi istituzionali della Federazione, U.C. Sampdoria e il suo Presidente proporranno ogni iniziativa a tutela dei rispettivi interessi, diritti e ragioni“, questo il comunicato uscito dopo la decisione della Federazione che, per la decadenza di Ferrero, si è rivolta anche alla Corte Federale d’appello che ha equiparato condanna e patteggiamento.
Ma Ferrero non vuole lasciare la presidenza. La società, con l’avvocato Romei in testa, penserà ora ad una strategia difensiva.
Il quadro attuale prima delle contromosse di Romei è spiegato bene da Marco Lignana su Repubblica:
“Nel frattempo la società deve attenersi in qualche modo a quanto stabilito dalla Figc. Che non impone certo la cessione delle azioni doriane in mano a Ferrero, oppure limita la sua autonomia decisionale a casa propria, ma ne inibisce ad esempio la rappresentanza nelle sede istituzionali. Ad esempio, Ferrero non potrà andare alle riunioni di Lega, quindi a maggior ragione non potrà votare (un compito che toccherà a Romei, che ha mandato in Lega, o Pradé o Osti), oppure non potrà firmare i contratti (compito che può essere svolto ancora dal ds Osti oppure dal segretario generale Ienca). E, a meno di diverse interpretazioni, non dovrebbe poter scendere negli spogliatoi in occasione delle partite. Potrà, invece, venire allo stadio e rilasciare interviste”.
Nel caso di obbligo di scelta di un successore di Ferrero, infine, esclusa dalla società l’ipotesi di una vendita, le strade più percorribili portano ai nomi del consiglio di amministrazione molto vicini al Viperetta: la figlia Vanessa e il nipote Giorgio.