Per prima cosa, non drammatizziamo. Il calendario 2013-2014 è uscito da poche ore, non si registrano commenti rilevanti dalla sponda blucerchiata, ma una cosa è certa: se si sfogliano i giornali dopo la compilazione delle giornate, tutti gli addetti ai lavori, ma proprio tutti, hanno qualcosa di cui lamentarsi: sarà la tendenza al melodramma all’italiana.
Per quel che ci riguarda è ben difficile fare una decente previsione. Sono troppe ed eterogenee le variabili che influiscono sulla condizione di una squadra nell’arco del campionato. Come si fa a prevedere chi partirà forte, quando una squadra sarà scoppiata, fino a che punto influirà la Champions League? Servirebbe molto più che una palla di vetro… Un tempo si diceva che fosse meglio affrontare le squadre forti all’inizio: i grandi team dovevano gestire un lungo campionato di vertice e arrivare al massimo negli ultimi mesi. Le piccole invece, si usava dire, sparavano le cartucce già dalle prime giornate, per immagazzinare fieno in cascina. Beh, di certo questa teoria (da oggi ribattezzata Teoria del cazzo) è bella che saltata: Le grandi squadre devono già dare il massimo da agosto per le partite decisive della Champions’. Non parliamo, poi, di quei poveri cristi dell’Europa League, che debbono sobbarcarsi una sequenza di partite agostane, spesso allucinanti: andare avanti indietro, tra il Kazakistan, l’Uzbekistan, il Turkmenistan, sempre ad un ritmo elevato. (Qui, a questo proposito, una foto di agguerrite tifose locali).
E’ chiaro che a questo punto ogni previsione si fa ardua. Così, per sintesi giornalistica, le testate varie sproloquiano, limitandosi alla lettura delle prime, primissime partite.
Allora che dire della Samp: sulla carta un inizio sicuramente in salita. A parte lo scoglio terrificante della Juventus, in seguito la trasferta a Bologna si preannuncia alquanto difficile.. E poi ecco l’atteso derby della Lanterna: match che potrebbe già rivelarsi uno spartiacque per le due squadre genovesi, che rischiano realisticamente di arrivare alla Stracittadina con pochi punti. Poi, per la Samp, ancora una trasferta tradizionalmente ostica a Cagliari. E, successivamente, tra quinta e sesta giornata altri due scontri che ci vedono sfavoriti: con Roma in casa e Milan a San Siro. Dalla settima, almeno sulla carta, finalmente si respira, con quattro partite alla nostra portata: Torino, Livorno, Atalanta e Verona.
Si può osservare che sarebbe fondamentale superare le prime sei tremende giornate, cercando di limitare i danni. E poi giocarsi gli scontri diretti al massimo. Ma le sorti del campionato sono imperscrutabili: l’anno scorso chi poteva aspettarsi la vittoria contro il Milan a San Siro nell’esordio dell’imbelle Ferrara, alla guida di una squadra che, francamente, era un’Armata Brancaleone, priva di capo e di coda, con un simpatico Cinghialone che si sedeva in panchina come se avesse steso un asciugamano a Forte dei Marmi.. Inconcludenza totale!
Eppure punti illogici arrivarono dalle partite che non ti aspettavi (che dire dei 6 clamorosi punti con la Juventus? Un bottino che ci ha agevolato, e non di poco, la salvezza). La sensazione è che quest’anno la squadra non sia forte. Che debba stringere i denti fino alla fine e che una salvezza tranquilla possa essere un’impresa difficile, almeno se non arriva qualche rinforzo dell’ultima ora, specie in attacco. Molto inciderà l’esperienza di Delio Rossi: la squadra nelle gare amichevoli ha espresso buone trame di gioco, quelle che ti fanno dire: “si vede la mano dell’allenatore”. Ma in zona offensiva c’è una pochezza lancinante! Leggerezza e pochezza! E i numeri parlano chiaro: Gabbiadini ed Eder non ti garantiscono un sufficiente numero di gol… Saranno ribaltate le previsioni? (Per non parlare poi della mina vagante Romero: un nome, un terrore.. Questa catastrofe chiamata portiere si riprenderà?)