Analizziamo il profilo del nuovo tecnico Sinisa Mihajlovic, augurandoci che l’ufficialità arrivi il prima possibile in modo da mettere la parola fine a questa telenovela di incompetenza societaria.
Personalmente trovo assurdo il fatto di aver vissuto due settimane da separati in casa con il mister Delio Rossi (due settimane durante le quali abbiamo perso 2 partite), per poi chiamare il commissario tecnico di una nazionale impegnata a giocare nelle due settimane di sosta del nostro campionato… Un capolavoro d’incapacità!
Non sarebbe stato più opportuno dare al nuovo mister le 2 settimane di pausa per lavorare e conoscere la rosa di ben 31 giocatori??!!!
SINISA ALLENATORE
Dal 1994 Sinisa Mihajlovic è amico ed ombra di Roberto Mancini: prima come compagno di squadra alla Samp e alla Lazio e successivamente come vice-tecnico dell’Inter.
La sua avventura da allenatore inizia proprio nel biennio 2006/2008 come vice di Bobby Goal alla guida dei nerazzurri, poi con l’arrivo di Mourinho le loro strade si separano.
Sinisa ottiene la prima panchina come tecnico del Bologna, subentrando ad Arrigoni e portando nel suo staff Dario Marcolin, altro ex blucerchiato.
Inizia il 3 novembre e alla fine del girone di andata riuscirà ad ottenere 7 pareggi, una vittoria ed una sconfitta, risollevando la squadra in classifica.
Poi da gennaio qualcosa incomincia a scricchiolare. Qualche giocatore si lamenta della durezza del mister: pare che Sinisa, dopo una sconfitta, abbia accusato i giocatori di non essere all’altezza della serie A. Ma non direttamente, bensì facendo circolare le classiche “voci” che disturbano l’ambiente di lavoro.
Dopo 8 sconfitte 3 vittorie ed un pareggio, Sinisa viene esonerato al termine di un filotto negativo di 4 sconfitte consecitive, sostituito da Papadopulo.
Al Bologna si era affidato tatticamente al 4-5-1 in fase di non possesso per poi trasformarsi in un 4-3-2-1 o 4-3-1-2, giocando spesso in contropiede sulla velocità del bomber Di Vaio.
In quell’anno Sinisa paga forse l’eccesiva durezza e la mancanza di una buona comunicazione con i suoi atleti. Ma è alle prime armi: il ragazzo dimostra di avere stoffa e una determinazione che lo porteranno lontano.
L’EXPLOIT
L’anno successivo arriva l’exploit. Subentra alla nostra vecchia conoscenza, il malandato Atzori, il finanziere imprestato al calcio, e sembra proprio essere un predestinato. Infatti arriva a dicembre con la squadra al terz’ultimo posto e riesce a portare il Catania al 13° posto in classifica, battendo il record di punti in serie A dei rosso azzurri (superato poi da Maran), con 23 partite giocate: 9 vittorie, 9 pareggi e sole 5 sconfitte.
A Catania Mihajlovic attua un calcio spettacolare, molto offensivo. Sopratutto riesce a trasmettere la propria determinazione al gruppo. Sinisa gioca con un 4-3-3 che in fase di non possesso diventa un 4-1-4-1, con un blocco argentino tutto corsa, velocità e tecnica.
Il Catania si dimostra squadra vera, organizzata, determinata. Una squadra che crede in quello che fa. Il primo accorgimento è quello di blindare la difesa conferendole quella solidità che serve per salvarsi.
Memorabile la vittoria contro la Juventus a Torino, dove con un 4-3-2-1 e giocando in contropiede, riesce a imporsi per 2 a 1.
Al termine della stagione accetta la proposta della Fiorentina per il dopo Prandelli.
Alla prima conferenza stampa fa subito capire di puntare alla Champions League e che con il suo 4-3-3 proporrà un calcio offensivo. E’ determinato, per lui si tratta della grande occasione.
GLI ANNI DIFFICILI
Ma a Firenze le cose non vanno per il verso giusto: i buoni risultati si alternano a cadute incredibili.
La cosa che mi ha colpito della sua esperienza viola è vedere i giocatori scendere in campo con paura, spesso deconcetrati e senza grinta: caratteristiche che non appartengono al d.n.a del buon Sinisa.
Tanto è vero che i tifosi si schiereranno spesso con lui, contro la squadra.
Forse, anche in questo caso, è venuta a mancare una buona comunicazione tra allenatore e giocatori.
Al suo primo campionato viola, in 38 partite raccoglie 12 vittorie, 15 pareggi ed 11 sconfitte, raggiungendo il nono posto in classifica.
Nel secondo campionato, dopo una stentata riconferma da parte del patron Della Valle, in sole dieci partite Sinisa ottiene 3 vittorie 4 pari e 3 sconfitte che lo portano ad un esonero a favore del nuovo tecnico DELIO ROSSI.
Oggi, in casa Samp, si prospetta quindi un’occasione di rivincita per il serbo.
Nelle stagioni viola Mihajlovic parte con il 4-3-3, ma a stagione in corso si stabilizza sul 4-2-3-1 che diverrà il suo celebre marchio di fabbrica. L’efficacia del modulo è anche merito del suo collaboratore Emilio De Leo, autentico esperto di questo sistema di gioco ed ottimo analizzatore tattico.
Mihajlovic e De Leo iniziano un sodalizio che dal 2012 li porterà a lavorare insieme anche nella nazionale serba.
IL MIO GIUDIZIO COMPLESSIVO
Personalmente apprezzo la scelta di Sinisa, e ne spiego i motivi.
Puntare su Zeman a stagione in corso non mi sembrerebbe una scelta felice. Il boemo ha bisogno di tempo, almeno 2 mesi di preparazione per oliare i propri meccanismi di gioco.
Non commento neanche, poi, le insensate opzioni Ballardini, l’allenatore che con il Genoa ci ha condannato alla serie B, il vecchio Reja (ma bastaaaa), e il gufo Colomba.
In questa grande confusione, se malauguratamente l’affare Sinisa dovesse saltare, proporrei allora Pea, conoscitore dell’ambiente ed ottimo motivatore: uomo adatto ad affrontare un momento di depressione e tristezza dell’ambiente.
I motivi del mio appoggio alla candidatura di Mihajlovic?
Serve un allenatore che abbia un forte impatto caratteriale e serve che arrivi subito. Sinisa è, da sempre, persona seria, determinata e carica di entusiasmo, convinto e caparbio nelle scelte. Con le sue caratteristiche potrebbe ovviare alla confusione che si è vista con Delio.
Da tutti dipinto come un gran motivatore, leale, diretto coi giocatori, Mihajlovic, con il proprio carisma potrebbe persino spingere la proprietà a comprare tre-quattro giocatori a gennaio. Ma su questo aspetto bisogna andare con i piedi di piombo…
Vorrei invece vedere, da subito, il reintegro di Maresca in squadra e l’esclusione dei due “leader” silenziosi Palombo e Gastaldello.
Pozzi in questo momento deve giocare ed Obiang probabilmente deve appoggiare il suo sederone in panchina, in attesa del risveglio.
Servono anche scelte impopolari e dure, per eliminare apatia e paura in una squadra che da anni scende in campo senza carattere.
Vogliamo vedere una squadra che dimostri coraggio, che vada all’attacco, che creda in quello che fa, che provi a vincere la partita senza subire costantemente il gioco avversario.Vogliamo una squadra corta, solida, che corra, copra bene il campo e che pressi con il baricentro alto.
Vi lascio con una frase che Sinisa pronunciò dopo l’esonero da allenatore del Bologna. A precisa domanda sulle correnti contrarie interne alla squadra, così rispondeva:
Mister, ma chi remava contro?
Sinisa: «In squadra nessuno. Solo avrei preferito che i miei giocatori mi dicessero le cose in faccia. Quando li sgridavo, lo facevo per stimolare una loro reazione, ma loro abbassavano la testa. Bisogna essere uomini sempre e dire le cose in faccia: invece nessuno fiatava mai».
Ecco, Sinisa. Noi ci aspettiasmo che tu faccia svegliare i nostri giocatori e che li trasformi in uomini veri, pronti a reagire perché… un altra Sampdoria è possibile!
BUON LAVORO, TIGRE!
1 commento
Anche io condivido la scelta di Snisa,non fosse altro, perchè è un serbo,un “cattivo” dell’est europeo,dove tutto si conquista con fatica e con la lotta,a volte anche esponendosi fisicamente,che, in certi territori,ti costringono a sviscerare quotidianamente,per poterti difendere da chi ti sta ad “un palmo”e non solo…pertanto,sposo in toto la scelta della società. Ora,però la società non lo lasci “solo al comando”,iconogramma di coppiana memoria,ma gli si metta alle calcagna,un bartali,possibilmete delle sambianze di Ariedo Braida,grande personaggio a livello dirigenziale,con il quale possa interagire,col fine di poter cosìallestire una squadra finalmente all’altezza dei trascorsi nostri gloriosi…siamo o non siamo la squadra,che tolte le grandi tradizionali,ha vinto e a sfiorato di vincere il numero maggiore di trofei calcistici,negli ultimi 25 anni?