Un plauso a Walterone, dopo tante critiche. Siamo di fronte a un personaggio con un certo stile, a partire dalle bretelle.
Un allenatore tanto precario nel preparare le partite quanto abile nel cambiare le cose in corsa.
Se c’è una dote, un talento di Mister Walter è quello di saper leggere la gara.
Azzecca i cambi, anche con una certa inventiva.
Ieri sera l’innesto di Ivan nella fase calda del match e l’ingresso auspicato “alla Altafini” di Antonio Cassano sono stati determinanti ai fini del risultato.
La fortuna aiuta gli audaci, ma più che altro aiuta Walter, che a suon di punti conquistati sul campo sta zittendo tante perplessità nei suoi confronti.
E’ stata la fallimentare partenza a fregarlo. Quella sconfitta incredibile che Zenga si porterà dietro tutto l’anno.
Da uomo che mastica calcio ai massimi livelli (soprattutto per la sua carriera da portiere), quando Zenga andò sotto la tribuna dell’Olimpico di Torino a chiedere scusa ai suoi tifosi, ogni volta che si percuoteva il petto pensava probabilmente: “E ora saranno tutti cazzi miei”.
Ha poco gioco, questa nostra Sampdoria. Gioca piuttosto male, vive sulle prodezze di Eder e sul cuore di molti giocatori.
Ieri la difesa è stata gladiatoria, con l’inedita coppia Zukanovic-Moisander centrali, che hanno respinto una trentina cross e una ventina di calci d’angolo. Viviano, a un certo momento, era di una forza quasi imbarazzante per le parate ripetute e miracolose.
Ma l’impegno è stato collettivo, ciascuno ha fatto il suo, anche Cassano panciuto ha dato il massimo in 15 minuti.
Eder è talmente decisivo che a questo punto bisognerebbe fargli un monumento, all’ingresso della Sud.
Contiamo sempre in un miglioramento del gioco, questo sconosciuto, con il trascorrere delle settimane.
Intanto Walter, zitto zitto, ci sta conquistando: con il suo impegno, il suo cuore per la causa blucerchiata, la sua strafottenza, la sua pazzia e soprattutto le sue bretelle.