Nel mondo del calcio, dove gli allenatori sono spesso i capri espiatori di ogni sconfitta, Boskov ha invece messo d’accordo tutti. Tutti lo hanno amato, tutti gli hanno voluto bene.
Vujadin, come abbiamo ampiamente scritto, è stato il grande Artefice della miglior Sampdoria di sempre. Per noi resterà l’indiscusso Maestro, per la sua competenza, la sua sagacia e la sua ironia.
Ieri, finalmente, c’è stato il ricordo di zio Vuja da parte dei suoi giocatori. La messa di ieri, nella chiesa di Nostra Signora della Consolazione di via XX, pone fine, finalmente, a tutte le polemiche dopo le pesanti assenze nel giorno del suo funerale.
Ieri a Genova c’erano Vialli, Mancini, Dossena, Pagliuca, Lombardo, persino il vecchio talento sovietico Alexsei Mikhailichenko. Presenti in chiesa anche il presidente Edoardo Garrone, Enrico Mantovani e la famiglia di Vujadin: la moglie Yelena e la figlia Alexsandra.
I Gemelli del gol, ovviamente, sono stati i più ricercati.
Vialli ha ricordato lo speciale legame che lo univa a Vuja: “Mi diceva sempre che ero il figlio che non aveva mai avuto. Boskov era un immortale” – ha detto Gianluca. “E gli immortali non muoiono, ma vanno solo al piano di sopra ad aspettarci”
Mancini, dopo una carriera già lunga da allenatore ai vertici del calcio internazionale, ha detto che Boskov è stato il suo primo e indiscusso maestro: Vujadin viaggia con lui, in ogni campo di calcio in cui Roberto mette piede.
Questa la lettera che Bobby Gol ha letto in memoria di zio Vuja:
“Ciao Mister. Siamo tutti qui…Oggi ti ricordiamo in forma solenne, ma tu sei sempre con noi, sui campi che abbiamo la fortuna di calpestare, nelle lunghe attese negli aeroporti quando sapevi sdrammatizzare, col tuo modo unico, ogni momento difficile. Ti abbiamo voluto bene, veramente. Grazie”.