Gli antichi greci chiamavano atarassia quella condizione nella quale l’uomo raggiunge la pace interiore attraverso un processo di liberazione dalle passioni. Una reminiscenza classica che viene in mente leggendo le dichiarazioni di Emil Audero alla Gazzetta dello Sport. Nell’intervista apparsa stamattina sulle colonne del quotidiano di via Rizzoli, il portiere blucerchiato ha spiegato di non essere condizionato dai media, una piovra che con i suoi tentacoli ha rovinato le carriere di giovani promesse. Pressioni, l’amicizia con Buffon, il rapporto con Scuffet e con il mister i temi toccati da Audero.
MEDIA. “Sotto l’aspetto mediatico, fa piacere quando si parla di te in termini positivi, meno quando se ne parla in negativo. Ma per quanto mi riguarda, non ci penso più di tanto. Anzi, forse da un lato è anche meglio: dare meno importanza a quell’aspetto può essere una cosa a tuo favore. A me non interessa, mi interessa di più far bene sul campo. E che a quelli che contano arrivi quello che faccio”.
BUFFON E SCUFFET. “Gigi? L’ultima volta l’ho sentito quest’estate. Mi ha mandato un messaggio a inizio stagione e poi basta. Spero ci sia modo di risentirsi. Rapporto con i giovani colleghi? Bene, perché siamo molto amici con Simone Scuffet, giochiamo insieme in azzurro da anni. La competizione fa parte del ruolo e della vita”.
MISTER GIAMPAOLO. “È un allenatore che piace molto, ha un suo modo di vedere il calcio particolare, ma funzionale. Stiamo ottenendo risultati giocando un buon calcio, come del resto Giampaolo ha sempre fatto durante la sua carriera”.
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Questo se rimane così, può diventare uno dei migliori portieri italiani del prossimo decennio. Spiace solo aver lasciato il recompra ai gobbi, ma tanto c’è poco da fare…