Di solito l’ultima giornata di campionato è una festa per la squadra di casa, ma stavolta per la Sampdoria sarà dura. A Marassi arriva il Napoli terzo in classifica, ancora in corsa per un secondo posto che varrebbe la qualificazione automatica ai gironi di Champions, anziché ai preliminari.
Quella di Sarri è una squadra irriverente e imprevedibile, a tratti imprendibile. A giudizio di molti pratica il gioco più bello del campionato e quando è in giornata non c’è avversario che tenga. Merito del suo allenatore, un tecnico operaio che sotto il Vesuvio ha trovato una scala per il paradiso.
I suoi angeli rispondono al nome di Insigne, Mertens e Callejon. Dopo la partenza di Higuain, Sarri ha puntato tutto sul belga come “falso nueve” ottenendo risultati incredibili. Le due parole chiave del Napoli dell’ultimo biennio sono movimento e profondità. Due concetti combinati da Sarri per realizzare un gioco basato prima sul possesso palla e poi sulle verticalizzazioni improvvise.
Palla a terra, rapidi capovolgimenti di fronte e scambi di prima tra attaccanti e centrocampisti: sono questi i tratti distintivi di una squadra capace di far male in ogni modo, sia con gli sviluppi della manovra di squadra che con i guizzi in velocità dei suoi esterni offensivi, in particolare Insigne.
Il centrocampo a 3 è ben amalgamato dal punto di vista fisico e tecnico. Ci sono un regista che imposta il gioco (Jorginho o Diawara), un mediano di quantità (Allan o Zielinski) e una mezzala abile negli inserimenti che ha la stessa capacità di dare del tu al pallone di un attaccante (Hamsik).
La difesa è forse il reparto “più debole” del Napoli. I due centrali forti fisicamente (Koulibaly e Albiol) tengono la difesa alta e sulle palle aeree hanno pochi rivali, mentre i due terzini (Hysaj e Ghoulam) tendono a completarsi: l’albanese è un esterno di quantità, invece l’algerino fa un continuo avanti e indietro sulla fascia aumentando la varietà di soluzioni di gioco per i compagni.
E poi c’è Reina, il vero anello debole della squadra. Persino il presidente del Napoli De Laurentiis, qualche giorno fa, lo ha criticato in pubblico per il suo rendimento insufficiente. Infatti quest’anno il portiere spagnolo ha collezionato una papera dietro l’altra, a cui aggiungere una vocazione da attore che lo inserisce di diritto migliore tradizione della sceneggiata napoletana.
Tutti ricorderanno la sua perfetta recitazione nella partita di andata. Con la Sampdoria in vantaggio per 1-0, Reina stramazzò a terra fingendo di essere stato toccato in corsa dal già ammonito Silvestre. Il risultato di quel geniale coup de théâtre? Secondo giallo al difensore argentino e risultato ribaltato in zona Cesarini grazie anche alla gentile collaborazione della difesa blucerchiata.
Scorrendo le bacheche delle varie pagine Facebook dedicate ai tifosi della Samp, freme l’attesa per accoglierlo come merita sotto la Gradinata sud. Ma anziché investirlo con una pioggia di insulti, sarebbe meraviglioso se qualcuno riuscisse a consegnargli una statuetta in finto oro: sarebbe la migliore ricompensa per un calciatore destinato, come Cantona, a un futuro da premio Oscar.
Tornando alla partita di domenica, ecco la probabile formazione del Napoli. Modulo 4-3-3: Reina; Hysaj, Koulibaly, Albiol, Ghoulam; Allan (Zielinski), Jorginho, Hamsik; Callejon, Mertens, Insigne.
ROBERTO BORDI
2 commenti
reina rappresenta il modello sportivo spagnolo ossia merda allo stato puro !
Reina rappresenta il mondo del calcio e della politica ovvero lo Schifo allo stato puro la speranza è che in qualche scontro si possa rompere due gambe lo dico con il cuore in mano dopodiché mi dovrò sussare Regini ma questo è un altro discorso….