Tuoni, fulmini e saette. Subito dopo la fine del match tra Fiorentina e Roma, nella sala stampa del “Franchi” è scoppiato il classico temporale estivo. Il motivo? Le parole di Spalletti.
“Dzeko ha preso una tranvata in area di rigore e il gol della Fiorentina era in fuorigioco”. Complotto? No, semplicemente ai giallorossi è andata male. Succede, dopo che la squadra di Spalletti ha usufruito di quattro calci di rigore in altrettante partite di campionato, di cui almeno un paio frutto di gentili concessioni arbitrali. Soltanto che quando l’errore capita a suo favore, Lucianone ci pensa bene ad appellarsi alle regole, abbandonandosi alle proverbiali spallucce.
“Il rigore su Dzeko? Era solare e abbiamo vinto meritatamente”, disse soltanto sette giorni fa dopo il contatto (?) tra Skriniar e il centravanti bosniaco, punito prontamente dall’arbitro Giacomelli con il patibolo del tiro dal dischetto realizzato da Totti. Che domande: in quell’occasione, tutto bene.
“Noi siamo noi y loro sono loro”, dichiarò una volta Vujadin Boskov per rimarcare la distanza che ci divide dalla controparte cittadina. Un brocardo che si può utilizzare per tracciare una linea di separazione netta tra la Sampdoria e le altre società, quando si subisce un torto arbitrale.
“Giacomelli? Sarà giudicato nelle sedi opportune”, disse la settimana scorsa il ds Carlo Osti per stigmatizzare quanto successo nei minuti di recupero della sfida dell’Olimpico. Una presa di posizione netta ma pacata, nel solco di una tradizione che vede la Sampdoria reagire con calma olimpica alle sempre più numerose decisioni arbitrali che la vedono soccombere immeritatamente.
E a noi piace così. Perché non vogliamo avere niente da spartire con i Galliani, i De Laurentiis, i Lotito e i Zamparini. Invochiamo solo la rigida applicazione del regolamento: chiediamo solo che ci venga dato ciò che meritiamo. La punizione a favore o il rigore contro, basta che ci siano.
Nelle ultime due partite, abbiamo già pagato il nostro debito con la sfortuna. Adesso, magari già a partire da mercoledì, ci auguriamo di tornare a parlare di calcio giocato. Di gol, improbabili lanci alla viva il parroco e sciabolate morbide. E magari, senza neppure sapere il nome dell’arbitro.
ROBERTO BORDI
2 commenti
spalletti come mi dispiace…..sto piangendo dalla disperazione…….sapere che hai perso con un gol irregolare e che non ti hanno dato un rigore……….
Un poveretto, cosa si lamenta? magari vorrebbe inserire nelle regole 1 rigore x la rometta a partita…..