Affondiamo a Verona. 2-0, punteggio all’inglese, come i cori che si alzano dal Bentegodi festante, alla quinta vittoria su cinque partite.
Per noi un brusco passo indietro, che ci fa ripiombare ai livelli allarmanti di due settimane fa. Urge un repentino cambio di rotta fra quattro giorni contro il Sassuolo.
La solita partita della Sampdoria d’inizio stagione. Il copione sembra già scritto. Teniamo botta alla grande nel primo tempo, grazie ad un catenaccio del terzo milllenio di primo livello (manteniamo tranquillamente anche dieci uomini dietro la linea del pallone) e poi ci sfariniamo nella ripresa, quando gli avversari alzano il ritmo, noi siamo più stanchi e le maglie della nostra difesa, inesorabilmente, si allargano.
Non a caso abbiamo subito 13 gol nella ripresa. In questa particolare classifica siamo i peggiori della serie A, battuti soltanto dal Sassuolo (e non è un dato confortante).
Nel primo tempo ci facciamo vedere davanti solo nei primi minuti: Gabbiadini sembra in giornata e riesce a concludere due volte verso la porta, la seconda pericolosamente, al 12′, con un diagonale che si spegne di poco fuori. Ma è un fuoco di paglia. In precedenza Costa era scivolato in difesa, lanciando Gomez verso Da Costa. Ma l’attaccante veronese si è impappinato, non arrivando alla conclusione.
Poi ben poche azioni pericolose. Il Verona tiene il pallino del gioco, ha un centrocampo nettamente più forte del nostro, ma sbaglia regolarmente gli ultimi passaggi e si va al riposo sullo 0-0.
Il pari sta bene a tutti? Celebriamo il nostro gemellaggio con un punto a testa?
Niente affatto. Il Verona attacca a testa bassa e trova il vantaggio già al 51′, sull’asse Toni-Juanito. I nostri difensori, come al solito si fanno infinocchiare, ci infilano per l’ennesima volta per vie centrali, Juanito Gomez è libero davanti a Da Costa e lo supera con un preciso sinistro: 1-0.
Poi il solito, sconfortante, deserto offensivo blucerchiato. Ci si aspetta (ormai neanche troppo) uno straccio di reazione, ma non c’è un barlume di azione costruita. Anche gli dei del pallone, quelli che ci regalano spesso e volentieri un pizzico di buona sorte, una valida botta di culo, stasera non si fanno vedere. Il centrocampo veronese spadroneggia in lungo e in largo: è più veloce, aggressivo e ha maggior qualità.
In più Toni maccheroni sembra rivivere una seconda giovinezza, Mister Maccheroni è tornato fra noi. Al 77′ il centravanti si smarca grazie all’involontario assist di Gastaldello. Il difensore doriano fa una cosa indecente, dilettantesca, da coppa dell’Oratorio in una sera piovosa, quando ti entrano i goccioloni d’acqua negli occhi e non vedi dove diamine spazzi la palla.
Gastaldello alza di testa il pallone a casaccio per il tiro a colpo sicuro di Toni, che cicca di sinistro una prima volta, ma al secondo tentativo fa centro, con un preciso diagonale: 2-0 e buonanotte al secchio. Il Bentegodi osanna i propri giocatori, noi avanziamo un po’ il baricentro, concludiamo con Obiang ed Eder (il brasiliano, in palla, è una delle poche note liete della serata), ma ormai è notte fonda. Domenica bisognerà assolutamente rialzarsi e portare a casa i tre punti.
5 commenti
Mamma mia, che scarsezza inguardabile…
che rotta vuoi cambiare col materiale a disposizione….
Chissà perchè mi viene in mente il titolo del famoso romanzo dello scrittore argentino Osvaldo Soriano(lui almeno a quel cognome ha dato giusta gloria….) “Triste, solitario y final”.
posto che grinta e attaccamento non suppliranno mai alla tecnica, perchè purtroppo non stiamo girando un film ma è tutto reale, posto questo, come dannazione è possibile che manchino totalmente anche la grinta e l’attaccamento, oltre alla tecnica
Forse la grinta e l’attaccamento non mancano… temo che non ce la facciano proprio.