Ora che ancora risulta vacante il posto sulla panchina della Sampdoria è giunto il momento di realizzare una memoria particolare e cioè un elenco, un po’ alla maniera di Woody Allen che nel suo eccezionale film “Manhattan” declama le cose per le quali vale la pena di vivere, come dire una sorta di inventario degli allenatori che per i risultati ottenuti, magari anche minimi riguardo il periodo storico e il materiale di cui alcuni potevano disporre al momento, a mio parere hanno un posto fisso nel Pantheon blucerchiato.
E sarebbe bello se anche i frequentatori abituali di questo blog facessero lo stesso per poi vedere le eventuali corrispondenze.
Per quel che mi riguarda, ma non è un criterio assoluto, voglio elencarli in ordine cronologico pur se i nomi che stanno su podio sono facilmente identificabili da tutti. E dunque cominciamo da Eraldo Monzeglio (1906-1981) che nel campionato 1960-1961 ottenne il “mitico” quarto posto con i “vecchietti” Ocwirk, Skoglund e Cucchiaroni e, mannaggia, lo dico sempre perché è una mia idea fissa, avrebbe potuto vincere il primo Scudetto se quella squadra imbattuta tra le mura amiche non si fosse spesso sfaldata in trasferta per una sorta di debolezza mentale che la portò anche a sconfitte umilianti e non rapportate al valore della squadra come la sconfortante e indecorosa battuta d’arresto a Udine per 7-1 il 22 gennaio 1961. Poi c’è, appunto, una delle vecchie colonne, l’ “osterreicher” Ernst Ocwirk (1926-1980) che vinse (2-0) l’epico spareggio di San Siro con il Modena (7 giugno 1964, che fu per me la prima trasferta e il primo di tanti treni speciali che sarebbero venuti in seguito), una specie di scudetto dei poveri che allora ci portò una gioia immensa. A seguire ecco il “Dottore” Fulvio “Fuffo” Bernardini (1905-1984) l’unico, nella storia del calcio italiano, che riuscì a vincere due scudetti con squadre lontane dal dominio torinese-milanese (Fiorentina 1955-1956 e Bologna 1963-1964) e pur se non riuscì a salvare la Samp subentrando a Baldini (quello dell’attacco atomico con Bassetto) a campionato in corso (1965-1966), l’anno seguente, come Direttore Tecnico (allenatore Gipo Poggi ma chi tirava le fila era lui..) portò il Doria ad una grande cavalcata vincente e quindi alla prima promozione in serie A (1966-1967) e con il capocannoniere Fulvio “Corvo” Francesconi (20 reti). Nel torneo 1971-1972 ci fu H.H.2 Heriberto Herrera (1926-1996), il paraguaiano sergente di ferro, che, pur non vincendo titoli, ci portò all’ottavo posto finale alla guida di una squadra tutto sommato ordinaria, ma con la sicurezza che lo portò ad affermare, a precisa domanda iniziale circa la possibilità di raggiungere la salvezza, la celebre frase “No es problema!” Promessa ampiamente mantenuta e quindi personaggio importante. E come non ricordare Renzo Ulivieri (1941) il mister della tanto agognata risalita in serie A (1981-1982) dopo anni di insuccessi tra i cadetti anche a causa di mediocri allenatori (tra i quali mi piace segnalare, ma solo per la sua “attraente” semplicità, Lauro Toneatto, 1933-2010, quello del “come si dice….). Poi ci fu il simpaticissimo “Mastro Lindo” Eugenio Bersellini (1936-2017) che sarà ricordato come “immortale” per aver vinto il primo Trofeo della Storia Blucerchiata, la Coppa Italia 1985. Lo rivediamo ancora, sorridente, con il Trofeo tra le mani, vicino al raggiante Presidente Mantovani. E siamo al top. Vujadin Boskov (1931-2014), in una parola, “indimenticabile”. Cosa si può aggiungere al tanto che si è scritto e raccontato su di lui? Il suo sorriso, il feeling che ha tessuto con tutto l’ambiente, i suoi celebri aforismi (“Rigore è quando arbitro fischia” – “Gullit (ah Gullit……) è come cervo che esce di foresta”- ) e poi…….lo Scudetto, le Coppe Italia, la Coppa delle Coppe e le grandi finali perse ma….raggiunte, a Berna e la stramaledetta Wembley, ma qui lui non ha avuto colpe……A seguire arriva Sven Goran Eriksson (1948, toh…) grande signore che comunque ha lasciato una forte impronta nei cinque anni (1992-1997) trascorsi alla guida della Samp pur se quel terzo posto (campionato 1993-1994) con la Samp, a mio parere, più forte di sempre (Mancini, Gullit, Platt, Pagliuca, Jugovic, Vierchovod ecc….) poteva diventare il secondo scudetto.
Pazienza. Ha pur vinto una Coppa Italia. E non è poco. Giungendo a tempi più recenti mi pare giusto ricordare Walter Novellino (1953) che a Genova si tolse grandi soddisfazioni come il quinto posto finale nel campionato 2004-2005, con annessa vittoria in casa della Juve, pur avendo a disposizione una rosa abbastanza modesta a differenza di altri più celebrati ma inconcludenti…. Di sicuro rimarrà il segno di Walter Mazzarri (1961) con la conquista della qualificazione Uefa nel torneo 2007-2008 e l’anno successivo la finale di Coppa Italia persa con la Lazio per la lotteria dei rigori (7-6) che se andiamo a leggere la cronaca della partita poteva tranquillamente vincerla. Andiamo avanti e passiamo a Gigi Del Neri (1950) che portò la Samp al quarto posto (2009-2010) e il cui ricordo più bello è legato al successo (2-1) all’Olimpico giallorossa con doppietta di Pazzini (ah, che tempi……). Ovviamente ci fu l’ammissione ai preliminari Champions e la goduria, se pur per poco, di sentire, anche per noi, quell’inno in TV che riguarda le grandi d’Europa. E per finire ecco Beppe Iachini (1964) che ha compiuto il doppio miracolo di portare una Samp mezza disastrata al sesto posto nel campionato di serie B 2011-2012 e da quella posizione, unico nella storia dei play off del calcio italiano, a raggiungere la promozione. Un autentico miracolo! Con questo termina la mia personale lista di allenatori da ricordare. Ora la palla passa a Voi. Ah, dimenticavo, c’è una figura tutta particolare la quale però rappresenta un mio aspetto privato che non rientra nei parametri fin qui analizzati. Si tratta di Roberto Lerici (1924 – 2004) allenatore per tre partite (torneo 1962 – 1963) per poi consegnare la Samp nelle mani di Ocwirk. E voi direte: e allora? Che c’entra con tutto il resto? Il fatto è che Roberto era compagno di scuola ed amico di mia madre. E le mamme, si sa, bisogna sempre onorarle.
10 commenti
Bravo, bei ricordi.
Sicuro GP non entrerà nella storia degli allenatori da ricordare nella Samp, bell’articolo sugli allenatori da ricordare ed ora speriamo bene per il nuovo mister!!
Speriamo tu possa presto aggiungere un altro nome alla lista perfetta che hai fatto… Tipo di quello che ci porterà in Europa l’anno prossimo con una squadra del livello recente… alla faccia del Vate e dei suoi dogmi.
Certo bellissimi ricordi! Se mi è permesso una precisazione. I due scudetti mancati sono: quello del 60/61 quando finimmo quarti con Monzeglio Don Eraldo in panchina. Non vincemmo lo scudetto perchè si perdeva in trasferta ma esclusivamente perchè a Novembre (allora il mercato autunnale era novembre e non gennaio) Ravano cedette Bruno Mora alla Juventus in cambio di 165 milioni e Lojodice. La Juve con Mora vinse lo scudetto e lui fu un grande artefice mentre Lojodice faceva la riserva a Toschi. Il secondo scudetto mancato era l’anno di Ruud Gullith ma, purtroppo, fu anche l’anno della scomparsa del grande Paolo e questo influì sul risultato finale (terzi) e poi diciamolo Erikson non era Vujadin………
Eriksson me lo dimenticherei volentieri, con degli squadroni impressionanti è riuscito a vincere solo una coppa Italia e ottenere una qualificazione Uefa.
Ericksson anche no! Con la Samp piu’ forte di tutti i tempi (Platt e Jugovic nel mezzo e Lombardo e Evani sugli esterni… tralasciando Gullit Mancini etc), come gustamente ricordato nell’articolo, la miseria di una coppa italia! Avessimo avuto un allenatore come Dio comanda acremmo vinto mooooolto di piu’ (compresa un’altra coppa delle coppe)
Caro Silverfox è vero quanto riferisci circa la cessione a novembre di Mora. Pensa, è una cosa che fa male ancora adesso a distanza di quasi sessant’anni! Però, a mio parere, la perdita di una pur grande pedina come Mora non giustifica le dieci sconfitte in trasferta e in particolare quelle di Catania (3-0), Padova (3-0), Bari (1-0), oltre alla già citata Waterloo di Udine (7-1). Quella squadra sentiva particolarmente il tifo di Marassi e si scioglieva al sole in trasferta. Forse perchè ancora non era nato il tifo organizzato. Chissà.Quanto a Eriksson l’ho considerato da ricordare perchè ha pur ottenuto qualche risultato pur avendo avuto le giuste critiche per non aver centrato lo scudetto o almeno esserci arrivato vicino. Credo che sia giusto tenerlo nel Pantheon specie se paragonato ai tanti innominabili che sono stati sulla panchina blucerchiata. Alcuni che hanno fatto ripetutamente gironi di ritorno disastrosi……. O altri che hanno portato noi al disastro e la Fiorentina ad un passo dalla serie B.
Si Roberto vedo che sei vecchietto come me… effettivamente perdemmo partite evitabili in trasferta. I vecchietti di Don Eraldo erano effettivamente un pò molli fuori casa ma, ripeto la perdita di Bruno Mora giovane e rampante pesò molto sulla classifica finale.
Erikson ha ottenuto buoni piazzamenti, senza dubbio, ma aveva squadroni del livello dello scudetto se non meglio. Non c’era più Vialli ma a parte Gullith a centrocampo avevamo giocatori fortissimi come Yugovic e Platt.
Vedi Silverfox, è sì vero che la SuperSamp di Gullit & C. avrebbe potuto vincere il campionato ma è arrivata a 3 punti dalla Juve e 6 dal Milan. Io,come te, sono del’idea che avrebbe potuto anche fare meglio ma il mio giudizio di “benevolenza” (un pò tirata per la verità) dipende dal giudizio contemporaneo con allenatori sopravvalutati che peraltro non hanno ancora ottenuto risultati concreti. Ma è un pò tutta la società odierna che marcia in questa direzione. Ci sono cantanti che apparentemente sembrano sfondare (per poi magari essere presto dimenticati) che non conoscono la gavetta fatta da quelli dei nostri tempi….. O per restare nel calcio ci sono giocatori che magari fanno due belle partite e un paio di gol per avere valutazioni a due cifre ampie. Ma per tornare agli allenatori il plurivincitore Ancelotti non ha vinto lo scudetto e anzi ha fatto molto meno punti di Sarri il quale a sua volta non mi convince del tutto. Questo per non buttare la croce addossa a Eriksson e in particolare se penso a Giampaolo che mi sembra un bluff. Ma tutti lo chiamano maestro. Sarà ma non vedo i risultati. Li farà col Milan? Ho i miei dubbi. Ciao.
Arrivammo allo scontro diretto con il milan (a milano) a uno o due punti di distanza, perdemmo uno a zero con gol del solito massaro\simone, uno di quelli li…. poi smettemmo di crederci e arrivammo terzi.