Addio Sinisa Mihajlovic. E’ morto uno dei miti blucerchiati.
Sinisa è deceduto in una clinica di Roma all’età di 53 anni. Nel luglio 2019 la scoperta della malattia: “Ho la leucemia, ma la batterò giocando all’attacco”.
Questo il comunicato della famiglia: “La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic. Uomo unico, professionista straordinario, disponibile e buono con tutti. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessandro Rambaldi, e il Dott. Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato”.
“Figlio di madre croata e padre serbo, era nato a Vukovar ma cresciuto nella vicina Borovo, dove aveva mosso i primi passi da giocatore prima di passare alla Vojvodina – scrive la Gazzetta dello Sport – “Nel 1990 il grande salto alla Stella Rossa Belgrado dei fenomeni, quella di Savicevic, Prosinecki, Stojanovic, Jugovic, con cui vinse la Coppa dei Campioni battendo in finale al San Nicola di Bari l’Olympique Marsiglia. Arrivò in Italia nel 1992 firmando con la Roma. Il nostro Paese sarebbe diventato la sua seconda patria. Dopo i giallorossi, Sampdoria, Lazio e Inter. Sempre vincendo qualcosa o lasciando comunque il segno. Magari con una delle sue micidiali punizioni. Il ritiro dall’attività nel 2006. Ha realizzato 69 gol e servito 55 assist in 455 partite”.
Alla Sampdoria il ritorno da allenatore. All’epoca disse: “Questa sarà sempre casa mia”.
Addio Sinisa, non ti dimenticheremo.
10 commenti
ciao sinisa riposa in pace
Grande Sinisa .ciao
Gli sia lieve la terra.
Dispiacere infinito, per tutti noi. Stasera mio figlio, ormai adulto, ha pianto ricordandosi la vittoria nel suo primo derby allo stadio: quello di Gabbiadini.
Un grande campione. Un uomo vero.
Ho “conosciuto” qualcuno del suo staff quando ci ha allenato
e inevitabilmente qualche discorso su Sinisa si faceva,
ricordo che mi dissero
” Vedi, a volte può esserci la giornata in cui hai poca voglia di allenarti,
ma quando poi al campo incroci il mister la voglia ti torna, eccome se ti torna”
Antonio Bovenzi, il suo storico preparatore atletico,
nel 2018/19 lo lasciò per tornare a lavorare qui da noi ( ultimo anno del triennio Giampaoliano ),
gli chiesi come aveva preso Sinisa il suo “abbandono” e lui, quasi intristendosi mi rispose
MALE, MOLTO MALE…PERCHE’ O SEI CON LUI O SEI CONTRO DI LUI!
Ma la cosa che più mi colpì e’ quando mi raccontarono di una trasferta a Roma:
lui tornò indietro con la squadra,
scese dall’aereo e ne riprese un altro con destinazione…ROMA!
INCREDIBILE!
Questo perchè UN ALLENATORE NON DEVE MAI LASCIAR SOLA LA PROPRIA SQUADRA, MAI!
Riposa in pace Sinisa…
Lo spirito con cui va affrontato il calcio e la vita.
Tanto lontano dalla merda generale che invece abbiamo in entrambi i campi.
Lui era diverso.
Lo apprezzavo tanto, da giocatore e anche da allenatore, ma soprattutto come Uomo.
Mi dispiace molto.
Non mi era mai simpaticissimo. Ma l‘ uomo, il suo coraggio non si discute. Era un lottatore nato. Onore a lui
Sinisa è stato un personaggio di quelli che io ammiro profondamente.
Coraggioso è capace di portare avanti, magari anche sbagliando (tutti sbagliamo nel prendere decisioni), le sue idee e le sue convinzioni.
Uno dei primi sinistri segnali del nostro declino fu il momento in cui mando’ a quel paese il caciottaro.
Con l’amore che lui provava per i nostri colori ed i nostri tifosi era molto più che un allarme!
Riposa in pace Sinisa e fai compagnia a Paolo, Vuja e Yelena.
E pregate tanto per noi
Ciao Sinisa, voglio credere che ora starai giocando a calcio lassù con zio Vujadin…