Condannati all’ennesimo campionato di transizione? Probabilmente sì. Senza più obiettivi stagionali? Assolutamente no. A parte la lotta per la supremazia cittadina, vissuta fino a oggi sul filo di una gara a chi fa peggio tra prestazioni incolori (Samp) e smobilitazione generale (genoa), la squadra di Giampaolo ha ancora una grossa chance per dare un senso alla stagione 2016/2017.
Una chance che si concretizzerà giovedì sera nel match dello stadio “Olimpico” contro la Roma, valido per gli ottavi di finale di Coppa Italia e da disputarsi – sia maledetta l’attuale formula ammazza-piccole – in gara secca. Andata avanti finora con i comodi successi interni contro Bassano e Cagliari, la Sampdoria si troverà davanti per la prima volta in questa edizione della Coppa Italia un avversario di caratura superiore che, nelle ultime settimane, sta vivendo un ottimo periodo.
Ma l’impresa non è impossibile. Come dimostrato l’anno scorso dallo Spezia, capace di eliminare ai rigori proprio i giallorossi, in un torneo come la Coppa Italia che non suscita interesse se non dalle semifinali la Sampdoria può e deve giocarsi le sue carte fino in fondo, approfittando magari della deconcentrazione degli avversari (in piena lotta per lo Scudetto) oltre che delle scelte di formazione di mister Spalletti che, con ogni probabilità, farà rifiatare alcuni dei suoi pupilli.
Per mister Giampaolo, un motivo in più per schierare una formazione che sia il più possibile vicina a quella titolare, senza tentare improbabili esperimenti dell’ultimo minuto come ci ha insegnato la storia recente della Sampdoria in Coppa Italia: dalla difesa abborracciata con Fiorillo in porta e Fornasier in difesa di tre anni fa, al turnover sconsiderato dell’anno scorso firmato Montella.
Toccherà con ogni probabilità a Fabio Quagliarella, tenuto a riposo per quasi tutta la partita di ieri contro l’Empoli, guidare l’attacco blucerchiato nell’assalto al Fort Knox capitolino. Con la speranza di toglierci una grande soddisfazione e riprendere, per una volta, a sognare. Un piacere che il calcio italiano di oggi, con le sue contraddizioni, tende a negarci con sempre maggiore perversione.
ROBERTO BORDI
1 commento
sognare non costa nulla ma ci credo poco.saro’ stracontento di essere smentito eventualmente