Una grande Sampdoria, bellissima, intensa, mette sotto il Napoli per larga parte della partita. E il pareggio finale è una beffa amara, peggiore della gara col Cesena. Una distrazione collettiva dopo il 90′ ci punisce.
E già pochi minuti prima c’erano stati segnali del famigerato “braccino del tennista”, ossia il difetto che si riconosce ai tennisti privi del “killer istinct”. Intorno a 90′ un’azione assurda vede protagonista Mesbah che non sa a chi passare palla. I suoi compagni non l’aiutano, lui va in paranoia e serve un attaccante napoletano: per fortuna l’azione sfuma, con Palombo che getta il pallone in corner, anche lui in stato confusionale.
Facciamo un discorso più ampio: ieri il Napoli era sottotono, di certo anche per merito della Samp che ha mantenuto per tutta la gara un ritmo altissimo, un pressing furibondo. Eder e (al solito) Okaka erano in grande serata. Soriano è stato un po’ fumoso, Obiang non ha dato il massimo ma è stato sostituito degnamente da Duncan.
Abbiamo assistito alla classica bella partita della Samp di Mihajlovic. Se l’anno scorso ci avessero detto che in pochi mesi avremmo messo sotto il Napoli per giocarci il terzo posto, saremmo andati alla Guardia in ginocchio (sui ceci).
Anche ieri abbiamo visto un gioco offensivo senza paura, numerose palle gol create, il solito miracolo costruito da Sinisa.
Ma la beffa finale brucia.
L’espulsione di Koulibaly ci aveva fatto illudere che la partita fosse ormai chiusa: errore fatale.
Contro queste squadre piene di campioni la gara finisce all’ultimo secondo: se non riesci a tenere palla il fattore superiorità numerica e relativo, basta una mischia in area e tutto va a farsi benedire.
Basta una minchiata di De Silvestri che assiste inerme all’avanzata di Mertens invece di colpirlo alle caviglie e butti via 90 minuti di grande Samp. (anche Romagnoli, beata gioventù, non è esente da colpe, appisolandosi su Zapata).
Noi abbiamo avuto più occasioni per chiudere la gara: un paio di volte con Eder e con la conclusione di Duncan al 90′.
Anche il Napoli ha avuto le sue opportunità con Higuain (ieri particolarmente impreciso) e alcuni mischie dubbie in area. Ci ha salvato qualche intervento paranormale di Romero (vedi lo scippo del pallone dai piedi di Higuain con un numero da illusionista).
Restiamo così la squadra bellissima e incompiuta.
Per autolesionismo potremmo quantificare i punti gettati alle ortiche e vedere gli effetti in classifica.
Con più razionalità è giusto pensare che questa squadra sta dando il 110 %: i miracoli di Mihajlovic continuano e i punti persi sono figli dell’immaturità, dell’inesperienza, di un attacco poco cinico sotto porta.
Ma queste sono le caratteristiche endemiche della nostra squadra: la forza dei nostri giovani porta con sé anche l’ inesperienza che non ti fa chiudere le partite. La mole di gioco del nostro attacco provoca la mancanza di lucidità sotto porta: pregi e difetti che si ripetono.
Continuiamo così e auguriamoci di aver maggior fortuna nelle prossime partite: forza Sampdoria la strada è lunga.
1 commento
Hai già scritto tutto tu…..:) analisi perfetta