Tornano d’attualità progetti ed ipotesi per la costruzione di un nuovo stadio cittadino.
Dopo le parole fortemente critiche pronunciate da Ferrero a proposito di Marassi e l’intenzione dichiarata del presidente di voler portare avanti il piano dello stadio alla Fiera, la presentazione di un nuovo avveniristico progetto ha rilanciato il dibattito sull’opportunità di costruire una nuova struttura sportiva in una cornice meno congestionata (e più suggestiva di Marassi).
Il progetto è firmato dal noto architetto Giovanni Spalla – professore universitario ed architetto titolare dell’omonimo studio e già autore di interventi di restauro e di recupero di centri ed edifici storici, nonché di revisioni di diversi piani regolatori comunali – con la collaborazione di un noto ingegnere specializzato in lavori idraulici, Renzo Rosso (soltanto omonimo del noto patron della Diesel).
In sintesi: uno stadio dalla capienza di circa 25 mila posti, edificato su un’isola artificiale al largo di Punta Vagno e collegata alla terraferma da un ponte non accessibile al traffico privato ma soltanto al transito di bus-navette, prevedendo ampi parcheggi nella zona tra Piazzale Kennedy e Corso Marconi.
Lo stile dello stadio richiamerebbe quello tipicamente british di Marassi, con la sola differenza di grandi terrazze sul mare. Ovviamente, data la cornice, è inevitabile un richiamo alla nautica da diporto, con la presenza di attracchi per piccole imbarcazioni lungo l’isola.
Un progetto ecosostenibile e suggestivo dal punto di vista panoramico, al momento senza committenti (anche se c’è chi ipotizza che, date le caratteristiche e la location suggestiva, potrebbe essere l’idea capace di far breccia nel cuore di Ferrero), un po’ come il “Parco Canale”, sorta di waterfront alternativo a quello presentato da Renzo Piano sotto l’egida istituzionale, presentato dall’architetto a comitati cittadini e circoli nautici.
L’idea dell’isola-stadio, per la verità, non è nuovissima: già negli anni ’90 infatti si pensava di utilizzare l’area del famigerato Superbacino, opportunamente ancorata alla terraferma, per l’edificazione di un nuovo impianto sportivo comunale.
Non se ne fece nulla: la mastodontica piattaforma costruita in area portuale negli anni ’70 (e, di fatto, mai ultimata e pochissimo utilizzata, anche per questioni politiche) verrà venduta ad un pool di armatori turchi nel ’97 e trasportata nel porto di Tuzla (vicino Istanbul) da un manipolo di coraggiosi rimorchiatori, dopo un’epica traversata del Mediterraneo. La struttura è tuttora operante a pieno regime e ha fornito il suo contributo nella notevole espansione armatoriale turca dell’ultimo decennio.
A parte questo, il progetto di Spalla sembra comunque affascinante anche se, a nostro avviso, permane qualche dubbio sulla sua effettiva fattibilità. Di sicuro ha il merito di rilanciare una discussione che sembrava destinata ad arenarsi dopo l’accantonamento del progetto di Garrone da parte del Comune.
4 commenti
Ormai lo ripetiamo fino alla noia: lo stadio di proprietà è fondamentale! Non ci sono sceicchi o russi alle porte e la Samp deve autofinanziarsi attivamente in qualche modo. Speriamo si sblocchi qualcosa prima o poi. Certo è che Ferrero non mollerà di un centimetro sulla questione.
Anche io penso che lo stadio di proprietà sia decisivo in positivo per i prox anni. All’estero sul mare hanno costruito anche aereoporti.
Progetto affascinante ma irrealizzabile in Italia manco sulla terra ferma te lo fanno fare lo stadio.
Non si può che essere d’accordo,un nuovo stadio ci vuole,ma che la capienza sia di almeno 30mila posti se non 35mila….quando ci saranno le partite di cartello,derby compreso, in funzione anche dei tifosi ospiti,25mila posti mi sembrano davvero pochi.