ROMERO 6 – Forse alcuni tifosi si aspettavano qualcosa di più dopo le recenti prove ad alto voltaggio. Sta di fatto che il buon Sergio non ha commesso alcun errore rilevante anzi, la prodezza di El Shaarawy era francamente imprendibile mentre il rigore di Menez era semi-imparabile. D’altra parte i rinvii sballati di una volta alla “kiss my ass goodbye” si contano sulle dita di una mano e le uscite sono sempre puntuali: Sergio dà sicurezza ogni (rara) volta in cui il Milan cerca di avvicinarsi alla porta. Il buon bottino di punti conquistato nel il “ciclo di ferro” è anche merito suo tanto che negli ultimi giorni si è parlato persino di un rinnovo del contratto; tra due settimane, al previsto rientro di Viviano, Sinisa sarà costretto ad una scelta difficile. UN UOMO, UN PERCHE’
DE SILVESTRI 6 – Sufficienza guadagnata con una certa sofferenza: non getta la spugna nonostante assista al miracoloso risveglio di El Shaarawy. Quando il Faraone porta in vantaggio il Milan, Lollo si dimostra meno pronto del solito. Passato lo shock – e lustrato il cock – Lollo si è ripreso riuscendo a contenerlo con la grinta e la tecnica di cui è capace. Nella ripresa è più propositivo e talvolta riesce ad avanzare per supportare i compagni. HA GODUTO POCO, STASERA.
SILVESTRE 5,5 – Prova non brillantissima contro la squadra che l’aveva scaricato in passato come carne da banco per le voglie estive dello zio Fester. Rientra dopo qualche settimana ai box (Romagnoli è ancora fuori causa) ma non si è ancora del tutto ripreso dall’infortunio; dopo un buon inizio rischia di compiere qualche pasticcio, perdendo un paio di palloni preziosi in fase di rilancio. Esce stremato, la pausa farà bene anche a lui. SU QUELLO SCOGLIO IN MAGGIO E’ NATO UN FIORE.
(Regini n.g. – Una decina di minuti ma il ragazzo sta bene, è tonico e pimpante come una tartaruga ninja e affronta efficacemente un Fernando Torres piuttosto opaco. BALDANZOSO).
GASTALDELLO 6,5 – Nemmeno lui al massimo della forma ma la sua prova è encomiabile, da vero e proprio uomo-squadra: in difesa toglie diverse castagne anzi, marroni incendiari dal fuoco, provando addirittura a fare le veci di Palombo nel supportare L’ Amour. CONCRETAMENTE. IL PARROCO DELLA DIFESA.
MESBAH 6 – Prova discreta, penalizzata dalla mano malandrina che ha portato al rigore di Menez. Al di là dell’episodio decisivo il terzinaccio dal sangue arabo si fa notare per alcune discese non a sproposito, qualche bel cross e per un buon lavoro di contenimento sugli avversari sulla fascia di competenza. CUORE DA CORSARO, POLMONI RUGGENTI.
OBIANG 7 – Grande prova d’Amour (per un’ora d’amore ruberei anche il cuore) anzi, prestazione da massima allerta, complice l’assenza forzata di Palombo: strappa più palloni che può, ruba applausi a scena aperta, imposta in tutti i modi, prova talvolta la conclusione personale e nel finale riesce persino a salvare il risultato sventando un’incursione pericolosa di El Shaarawy. SPLENDIDO SPLENDENTE
(Bergessio n.g. – In quattro minuti prova a farsi vedere, ma forse è entrato troppo tardi… L’ESPLOSIONE E’ VICINA).
DUNCAN 6 – Sufficiente. Il tosto africano dal fisico ligneo mi colpisce ogni volta per quanto sia soffice ma tozzo. In impostazione commette alcuni errori ma serve Gabbiadini nell’azione del pareggio. In copertura possiede rudezza e fisicità necessarie, ma qualche volta pasticcia un po’ troppo con il pallone. Sostituito saggiamente da Sinisa dopo l’ammonizione. HEART OF OAK. CUORE DI QUERCIA.
(Rizzo 5,5 – In ombra. Non riesce a farsi vedere granché dai compagni e spesso sembra avulso dal gioco).
SORIANO 6,5 – Poco incisivo per buona parte del primo tempo (quando la squadra non sembra propositiva come al solito… sarà un caso ?), nella ripresa va molto meglio: cerca di farsi trovare dai compagni, copre le spalle ad Okaka in diverse occasioni e nel finale sfiora il 3-2, costringendo il misterioso portiere iberico ex ballerino di ambul-tango sulla Rambla di Barcelona Diego Costa ad un intervento decisivo. Punto di riferimento.
SIAMO TUTTI UN PO’ SORIANO, VEZZO E BRILLANTINA
EDER 7 – Un uomo sbloccato. Corre come un ossesso, paragonato ai pavidi difensori rossoneri è lui quello indemoniato. Va a segno per la seconda volta consecutiva, al termine di un’azione collettiva gestita in modo esemplare. Bentornato Cittadino. MILLE GIORNI DI TE E DI ME
OKAKA 7 – Solamente due reti in campionato: non ci si crede, considerata la monumentale opera che il buon Stefano produce ad ogni partita. In quest’occasione ha ridato speranza ai tifosi con il gol del pareggio ed ha offerto la solita prova potente ed altruista, sostegno imprescindibile per i compagni in avanti. Quasi impossibile rubargli palla, rimane però sempre difficile che l’arbitro fischi fallo quando lo subisce; salvo qualche rara eccezione: Bonera lo abbatte per disperazione e viene giustamente punito con la seconda ammonizione (e conseguente espulsione). SE FOSSE UNA CANZONE, SAREBBE “ANIMAL” – DEF LEPPARD (e noi ad accompagnare le sue giocate con l’handclapping)
GABBIADINI 6 – Il meno incisivo del reparto offensivo. Non che non ci provi, anzi: si fa vedere da Okaka e le sue capacità di inserimento senza palla sono innegabili; ma sbaglia un pallone d’oro offerto dal buon Stefano dopo aver superato Diego Lopez e sulle punizioni sembra meno mortifero del solito. Prova comunque coronata dall’ottimo assist dell’1-1. Freeclimber a metà.
SINISA 6,5 – Torna al consueto 4-3-2-1 ma soffre ancora la mancanza di alcuni uomini: l’infortunio di Romagnoli lo costringe a richiamare precipitosamente Silvestre e l’assenza di Palombo lo induce a schierare l’incontrista Duncan. L’inizio non è dei migliori, lenti e mollicci i giocatori sembrano subire la fuffa milanista ma dopo una mezz’oretta rivediamo la Samp combattiva plasmata dal serbo: veloce, concreta, ficcante. I cambi: forse sarebbe stato meglio inserire Bergessio e Regini prima, mentre Rizzo non ha brillato. C’è comunque soddisfazione: alla fine del paventato “ciclo di ferro” la Samp ha comunque conquistato 5 punti in 4 partite. VIVADDIO!