Pensavo fosse buono, invece era un calesse
Puntata numero 3:
OUMAR DIENG detto “MAMAR”
(Dakar, 20 Dicembre 1972)
Ruolo: Difensore Circense
Transito blucerchiato: stagione 1996-98
Fischiometro: 6 decibel pari ad un sifola prodotta sotto le coltri mattutine
Presenze: 28
Tackle privi di senso (media): 18 a partita
Il simpatico Mamar approdò all’ombra della lanterna reduce da una squalifica per doping dovuta all’utilizzo di marijuana. Considerato all’epoca dagli opinion leader dei peggiori bar sport del IX arrondissement parigino “il nuovo Thuram”, venne ingaggiato per completare una rosa decisamente di tutto rispetto.
Eppure, l’allora ventiquattrenne franco senegalese, non aveva certo il fisico del suo più famoso connazionale: alto, magro e dai movimenti sgraziati non fece da subito ben sperare. Alle sue prime apparizioni, infatti, si potevano nettamente notare dalla gradinata le sue lunghe scivolate con le gambe a forbice che finivano ovviamente per chiudersi sulle ginocchia dell’avversario.
Lasciò basiti per la sua pochezza tecnica i suoi tre allenatori blucerchiati: Eriksson, Menotti (che probabilmente lo preferiva come psichedelico compagno di fantasie notturne) e Boskov.
Tutt’altra storia fu la sua carriera da animatore dello spogliatoio. A Bogliasco fu sempre amato: dai compagni, dai magazzinieri, dallo staff tutto e dai dirigenti. Indimenticabili furono le sue session di “tiro alla finestra del mister con palla da tennis” mentre i suoi compagni faticavano sul campo d’allenamento.
Finì la sua carriera calcistica in Turchia dove però riuscì a far fiorire la sua vera vocazione, l’agricoltore di erba, e quindi a sfondare nell’export di pollini e derivati.