Che ne sarà del cosiddetto “stile Sampdoria” dopo l’arrivo di Ferrero? Sopravviverà? Andrà a farsi benedire?
Stefano Rissetto ha risposto a questa domanda con estrema sincerità e nessuna ipocrisia, come sua abitudine.
Ora che è arrivata la Viperetta Ferrero, soggetto pittoresco, che si è presentato in un modo piuttosto caricaturale, la preoccupazione di molti tifosi è che vada a perdersi quello che negli ultimi decenni, specie da Paolo Mantovani in poi, è stato ribattezzato come “stile Sampdoria”: una classe, un segno distintivo che ci differenzia dalle altre squadre e tifoserie.
Abbiamo dunque posto la questione al mitico Rissetto: esisterà ancora uno stile Sampdoria?
«Spero di no e sarebbe anche l’ora! – ci ha risposto Rissetto – “Naturalmente per assurdo mi riferisco a quell’idea di “stile Sampdoria” irrealistica, se non caricaturale, nata dallo zelo ottuso con cui in larghe fasce della tifoseria, nel tentativo comprensibile e umanissimo ma spesso untuoso di compiacere Paolo Mantovani, se ne imitavano a pappagallo i comportamenti misurati ed ellittici, tralasciando il fatto obiettivo che il ruolo del presidente fosse del tutto diverso da quello dei sostenitori, spesso antitetico.
Anziché un salutare gioco delle parti, o quello dei due poliziotti buono e cattivo, a lungo si preferì una snervante imitazione dell’inimitabile, quindi una duplicazione senza necessità né effetto. Ricordo con mestizia, per esempio, alcuni personaggi che di Mantovani tentavano di imitare anche il modo di parlare.
Potrei rafforzare con molti esempi concreti – alcuni anche recenti – la tesi per cui lo “stile Sampdoria”, nella sua versione estensiva e banalizzata ovvero praticata a ogni livello senza distinzioni, sia stato inutile se non controproducente, secondo la stessa distinzione che differenzia un valore come la bontà dal pericolosissimo e, ammettiamolo, infingardo buonismo. Quando invece, in talune situazioni e in certe vicende legate a questioni vitali per l’andamento se non per la sussistenza del club, all’atteggiamento giocoforza “unplugged” della dirigenza, sarebbe stato auspicabile un contraltare “heavy metal” della tifoseria.
Lo “stile Sampdoria”, nella sua versione fasulla di radice malamente emulativa, si è risolto nella versione blucerchiata dei mantra autoreferenziali risuonati da sempre in altri ambienti.
Così come non è vero che i sampdoriani siano tutti terroni e vadano allo stadio solo se vincono, è altrettanto falso che siano tutti bravi ragazzi, pacifici sempre, preferiscano perdere giocando bene che vincere per un colpo di fortuna, siano arciconvinti che “ogni partita una festa sarà”. Se non altro per ragioni darwiniane, legate alle dinamiche dei primordi, i doriani erano tutt’altro che un mulino bianco.
Il soprannome del nuovo presidente ha riportato in auge una vecchia canzone tinta di blucerchiato dal genio di Andrea Ceccon, un inno dei sommergibilisti che nella vecchia Sud tutti ben conoscono. Ecco, lo “stile”, o meglio la sua parodia, in un mondo di lupi e masnadieri spesso è stato una palla al piede più che un vantaggio.
La versione a me cara di “stile Sampdoria” è piuttosto riassumibile in un punto: permettere ai tifosi di essere orgogliosi dei propri punti di riferimento – dal presidente all’ultima delle riserve – e, quindi, non doversene mai vergognare. Finora è sempre stato così. E mi auguro continui a essere così”.
3 commenti
Mettiamola così. Ai tifosi, tutti, interessa solo vincere e per questo sono disposti anche ad avere un presidente…… condannato definitivamente dalla Cassazione e ai …servizi sociali. Il punto determinante( sempre per il tifoso, of course) non è l’etica del personaggio privato/pubblico ma la solidità dell’impianto amministrato e soprattutto la continuità. La paura, in certi casi, è di vivere magari un anno o due “sopra le righe” e poi per un improvviso default perdere tutto. Allora è molto meglio il quartultimo posto garantito a vita!
Beh, la preoccupazione dei tifosi è lecita. Ma ferrero non ha ancora fatto niente, a parte una conferenza stampa sopra le righe. Diamogli il tempo di fare… Lo stile sampdoria era Edoardo Garrone? Ossia uno che teneva la squadra svogliatamente? Boh, io condivido praticamente tutto quel che ha detto Rissetto
La domanda del titolo e’ lecita, ancorche’ retorica.
Diventa ancora piu’ lecita – e meno retorica – se si toglie la parola “stile”
Ciao
Filippo