PALOMBO 6.5 (33 presenze, 1 rete) – Delio lo schiera inizialmente come centrale difensivo, esattamente come nella seconda parte della scorsa stagione. Il rendimento però appare in netto calo, al punto di uscire tra i fischi dei distinti contro l’Atalanta dopo appena metà partita, dito medio a guisa di obelisco puntato verso il cielo.
Ma, si sa, se c’è amore anche i matrimoni più difficoltosi possono rimettersi in carreggiata. L’arrivo di Sinisa lo riporta al classico ruolo di mediano davanti alla difesa, ulteriormente responsabilizzato dal ruolo di vice-capitano. Angelo torna il frangiflutti di una volta, lo spacca culi che ci ha fatto innamorare, il soldato che non si risparmia nell’impegno e non si astiene dalla lotta. 33 gare e 1 rete (su punizione, nel ritorno contro il Verona) per lui. Forse definitivamente ritrovato. UOMO VERO, NEL BENE E NEL MALE.
OBIANG 4,5 (27 presenze, 0 reti) – Povero, povero Amour. Che finaccia che hai fatto… Reduce da due stagioni eccezionali, Pedro non riesce a ripetersi nella terza, finendo addirittura nel mirino di una parte della tifoseria che lo accusa, talvolta, di tirare indietro la gamba, di ingrassare il suo culone e ciondolare in campo. Sembra spossato per le sfuriate serali, dove dà sfoggio della “virtù meno apparente, tra tutte le virtù la più indecente”. Stagione deludente, nella seconda parte sembra spesso avulso dal gioco e con Sinisa perde il posto da titolare. Scuro ed opaco. UN TRAM CHIAMATO DESTINO, PASSA SPESSO E CARICA TUTTI A BORDO… DAI PEDRO CHE LA VITA E’ LUNGA.
KRSTICIC 5,5 (32 presenze, 1 rete) – Lievemente meglio di Pedro, ma la sua stagione non raggiunge comunque la sufficienza. Rientrato dal pesante infortunio subito nel derby dell’aprile 2013, accetta gli onori e gli oneri della maglia numero 10. CHE NON E’ LA SUA. Soprattutto gli oneri, visto che il combattente serbo ammirato nelle stagioni precedenti appare più impacciato di prima. A differenza dello spagnolo, Nenad riesce a mantenere il posto da titolare segnando una rete a marzo con il Livorno e totalizzando 32 presenze. In questa stagione è sembrato intimidito. INTIRIZZITO COME UNA MUTANDA NON STIRATA.
RENAN 6.5 (18 presenze, 2 reti) – Quasi invisibile nell’era Delio, con Sinisa si trasforma nel subentrante, ficcoso e sapiente, capace di sfoderare grinta e riequilibrare tatticamente la squadra nei momenti di difficoltà. Un vero e proprio ufficiale di complemento, sinistro al Roquefort e visione di gioco semplice ma efficace, quasi contadina. Riemerge dall’oblio in autunno quando una sua rete spettacolare con l’Inter permette alla squadra di strappare un punto prezioso a San Siro. Probabile la sua permanenza. BUONO E CARO.
SORIANO 7,5 (29 presenze, 5 reti) – E qui il condottiero serbo ha compiuto un vero e proprio miracolo. Il miracolo della brillantina, lo chiameremo cosi. Prima di novembre Roberto era considerato un giocatore dal grande potenziale, ma in campo lezioso, felpato e supponente. Con l’arrivo di Sinisa si è trasformato fin da subito in rancoroso raccordo tra centrocampo e attacco. Combattente a sorpresa, talvolta imprendibile, riesce a raggiungere un ottimo score tra i marcatori (5 reti, addirittura una doppietta col Verona). La prossima stagione sarà decisiva per il suo futuro. WHEN YOU WISH UPON A STAR…
BJARNASON 5.5 (14 presenze, 0 reti) – Arrivato a Genova con l’impegnativo soprannome “Martello di Thor”, si rivela più che altro una “Birretta di Odino”. Va a corrente alternata, a tutta birra, direi: esordisce nel derby ma si spegne rapidamente e Delio lo sostituisce dopo un tempo. Alla fine dei conti viene preso in considerazione più da Delio Rossi che da Sinisa. Di lui ricordiamo una pregevole rete col Verona in Coppa Italia e una buona prestazione a marzo contro il Sassuolo in una gara decisiva per la salvezza. Per il resto, gare anonime in fase di interdizione. Non verrà probabilmente confermato: i tifosi lo ricorderanno essenzialmente per la vaghissima somiglianza con Kurt Cobain (con la panza) e per una pagina di Facebook dedicata a lui e a Wszolek.
WSZOLEK 5.5 (19 presenze, 1 rete) – Uno dei più accreditati talenti del calcio polacco si è ritrovato subito con le palle sulla graticola come un wurstel, emblema dell’austero (eufemismo) mercato estivo condotto da Osti. Delio non aveva una gran stima di lui, ha iniziato ad impiegarlo con continuità per forza della disperazione, mentre Sinisa ha dimostrato di considerarlo un po’ di più. Lui ha risposto con i mezzi a propria disposizione: grande corsa, grandissimo impegno ed enorme forza di volontà. Pawel mette in campo tutta la sua ingenuità bambinesca, accompagnate da una tecnica sui generis e diverse cazzate grosse come mammuth (la più eclatante rimane il retropassaggio suicida a Di Natale negli ultimi minuti di Udinese-Samp). Ha comunque buoni margini di miglioramento. Si toglie anche la soddisfazione del primo gol in Serie A alla penultima giornata contro il Napoli. Suggeriamo una stagione in prestito per sgrezzarlo. CIAO PAWELLO, SEI SIMPATICO .
To be continued..