Non vogliamo fare la parte dei sadici, ma il Bologna si merita questo e altro. Se trecentomila euro di Irpef non versati sono bastati per escludere i fratelli Parmigiani dalla prossima Europa League, cosa dovremmo dire del Bologna, che non ne ha versati quasi tre milioni (2,8 per l’esattezza)?
Dura lex sed lex.
I felsinei, freschi di retrocessione in B grazie ad alcune mosse suicide (tra cui la cessione di Diamanti al Guangzhou e l’avvicendamento di Pioli con il cuore bibino Ballardini), rischiano grosso: il presidente Guaraldi, infatti, in questi giorni ha versato i 6 milioni di euro necessari per saldare gli stipendi dei giocatori ma non ha depositato la quota Irpef (per l’appunto 2,8 milioni di euro) spettante alla società, anche a causa della mancata emissione di 12.50 milioni di euro da parte della FIGC a mo’ di paracadute corrisposto per le squadre che retrocedono dalla A alla B.
Conseguenze?
Quasi sicuramente una penalizzazione di un punto per i rossoblu, da scontare nella prossima Serie B. Ma non finirà qui, anche per la situazione societaria del Bologna, tutt’altro che limpida.
Nella prossima assemblea dei soci, prevista per il 4 giugno, Guaraldi dovrebbe ufficializzare le proprie dimissioni, il che comporterebbe ulteriori complicazioni in una situazione non semplice, caratterizzata da ulteriori pendenze da saldare e da una liquidità praticamente nulla, oltre che dalla prevedibile incazzatura feroce dei tifosi per una stagione finita nel peggiore dei modi.
Casse vuote, eppure la società dovrà versare nei prossimi giorni poco meno di 5 milioni di euro per i prossimi stipendi e per la fideiussione necessaria all’iscrizione alla Serie B 2014-15, per non parlare della necessità di una ricapitalizzazione di 6 milioni al fine di evitare il fallimento.
Per questo motivo l’attuale dirigenza sta cercando di riallacciare i contatti con l’ex proprietario Zanetti (già patron della Segafredo), oltre che vagliare le proposte di nuovi investitori, forse disposti ad immettere denaro fresco nelle casse societarie per riportare il Bologna in A.
Se solo uno di questi passaggi andasse a vuoto, la società rischierebbe il tracollo in LegaPro, in base alla normativa attualmente in vigore.
Non sarebbe una novità per i rossoblu, già retrocessi due volte nella terza serie nazionale, nell’83 e nel ’93. Col passare dei giorni, il futuro del Bologna sembra sempre più a rischio.
Noi ovviamente gli auguriamo il doppio salto negli inferi. Abbiamo fatto 30, facciamo 31… Che sia serie C per il Bologna!
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Adesso tocca ai bibini