Giorni fa ho fatto un sogno, ebbro del bottiglione di vino scolato durante la finale di Champion’s.
Nella finale di Lisbona è andato in scena il derby di Madrid, conclusosi con la debacle del Cholo Simeone, crollato dopo essere arrivato a un passo dal trionfo.
Destino amaro, quello dell’Atletico, dirimpettaio della società più titolata al mondo.
E’ difficile mettersi nei panni di una tifoseria che ha sempre dovuto fare i conti con un avversario trascendentale e che alla fine, nell’unica possibilità di rivincita totale, ha visto il suo sogno sbriciolarsi a pochi istanti dal delirio.
Forse i torinisti, sfigati per antonomasia, vivono qualcosa di simile con i rivali gobbi.
Per noi, fortunatamente, questo problema non si è mai posto, coi genoani costantemente in condizione di inferiorità europea. Per anni i bibini hanno convissuto con una Samp in giro per l’Europa, mentre loro rimanevano dietro le tapparelle di via Armenia a rosicare.
Eppure il mio sogno si è concretizzato alla parola derby, perché così ho potuto immaginare un universo parallelo in cui Genova era la città protagonista. E in una serata di metà maggio arrivava addirittura a giocarsi la finale di Champion’s.
La fredda cronaca.
24 Maggio duemilaequalcosa, al Parco dei Principi si è giocata Sampdoria-genoa, attesissima finale di Champions League.
Dopo molti anni la Sampdoria torna a giocarsi la finale. E proprio contro i suoi odiati cugini.
Il genoa, nella stagione precedente, è riuscito a proporre una squadra capace di arrivare al secondo posto grazie ai soldi ben spesi di una cordata Indo-cino-congolese di giovani imprenditori nel ramo della frutta esotica.
Il cammino in coppa è stato esaltante per entrambi, con una Sampdoria in versione rullo compressore capace di eliminare Bayern Monaco nei quarti e di prendersi la rivincita sul Barcellona in semifinale.
Il genoa, dalla sua, ha avuto più fortuna nei sorteggi e sul suo cammino ha incontrato squadre più abbordabili, ma in ogni caso ha eliminato la juventus e si è aggiudicato la chance di giocarsi il titolo con i blucerchiati.
Le notizie della vigilia, circa il prossimo abbandono della dirigenza rossoblù causa bancarotta fraudolenta intercontinentale, hanno sicuramente influito sull’ambiente, che però ha risposto con una prestazione dignitosa.
La Samp, dal canto suo, ha affrontato la gara con la tranquillità del più forte.
I 90 minuti regolamentari si stavano chiudendo come tutti sappiamo sul risultato di 1 a 0 per il genoa, grazie a una punizione deviata da un piccione ad opera di Branchino (erede diretto di Branco). A Molassana e in Piazza Alimonda già si lucidavano le bottiglie di corochinato e si strigliavano i cavalli bianchi, quando una spettacolare rete di Mattia Lombardo, allo scadere del recupero, ha spento l’entusiasmo dei supporter genoani.
Al 95 esimo si era realizzato il loro incubo peggiore.
Infatti nei supplementari la Sampdoria dilaga con Mancini jr, la figlia di Cerezo e con un colpo di testa liberatorio del nipote di Pino Lorenzo. 1 a 4 e coppa alzata da capitan Lombardo verso il romantico cielo di Parigi.
Il resto è semplicemente la cronaca di una città impazzita dalla gioia, colorata con tinte inequivocabilmente spettacolari e votata ad un futuro di ulteriori trionfi. Anche la fontana di Piazza De Ferrari, per l’occasione, gioiva con getti blucerchiati nei quali i Sampdoriani continuavano a tuffarsi senza soluzione di continuità.
La cronaca della reazione genoana è invece drammatica. Nella notte il centro rifugiati di Auckland, Nuova Zelanda, ha registrato ben 5637 richieste di Asilo Politico giunte dal capoluogo ligure.
Inoltre pare che gli ospedali di San Martino e Galliera abbiano registrato un picco del 700% di insufficienze cardiache e respiratorie, tutte giudicate acutissime. Infine si dice che molti, sospettati di essere tifosi da gradinata nord, abbiano esibito scritture private in cui dichiaravano apertamente il loro amore per la Samp.
Fine del sogno.
Purtroppo resterà tale, perché per realizzare questo scenario dovrebbero incastrarsi infinite variabili alcune delle quali decisamente impossibili.
Tipo che la figlia di Cerezo giochi una finale o che il genoa riesca un giorno a rialzarsi dalla sua endemica inferiorità.
1 commento
…giuro…immaginarmi la figlia di Cerezo che segna con un prepotente colpo di prepuzio mi ha fatto cappottare letteralmente dalla sedia.