Una scooterata splendida, abbiamo colorato la città dei colori blucerchiati. Oltre i casini, oltre la parola Ultras messa in bocca a degli pseudo-giornalisti, che hanno parlato a vanvera dopo i fatti di Roma. Noi siamo Doriani, orgogliosi di esserlo. E come diceva il grande maestro Vujadin: “Noi siamo Noi… e loro sono loro…” o come dicono gli Ultras: “Noi non abbiamo molte facce, ma solo una!”
Ecco il comunicato degli Ultras seguito dalla nostra galleria fotografica della scooterata!
SILENZIO. Come Ultras, abbiamo sempre cercato di andare oltre, lo dice la parole stessa. Oltre il conformismo, oltre le interpretazioni di comodo. Amiamo affrontare a viso aperto qualsiasi battaglia in cui crediamo.
Non ci tiriamo indietro, mai. Per questo non abbiamo molte facce ma solo una.
La stessa che un giorno viene applaudita per un gesto solidale, e il giorno dopo sbattuta in prima pagina come un cancro da estirpare.
Siamo noi, sempre gli stessi noi.
Da sabato siamo tornati quelli cattivi, da bandire dagli stadi. Fino a sabato eravamo gli unici in grado di portare avanti un’idea diversa in un calcio alla deriva.
Cosa è successo sabato? Tante cose, di cui nessuno ha ancora capito il verso però. La più grave: qualcuno ha sparato, qualcuno è rimasto a terra e lotta ancora per salvarsi. Colpevoli?
Dinamiche? Ad oggi non si sa, e probabilmente non interessa saperlo.
Interessa invece dire che il calcio è in mano agli Ultras, che vanno annientati. Parole che suonano come già sentite altre volte. Ma allora chi ha sparato era un Ultras? Non si sa. E quel ragazzo a cavalcioni sulla vetrata all’olimpico, uno talmente spregevole da non meritare nemmeno di essere chiamato con il suo nome, ha violato fiumi di leggi? No. Ma alla fine lui e Hamsik si sono parlati oppure Hamsik e tutta la Digos hanno preso ordini?
Non si sa. Tanti, troppi non si sa. L’unica cosa che si sa è che gli ultras vanno eliminati, gli striscioni vietati, che serve il pugno di ferro e la tolleranza zero. Che dovranno pagare un prezzo per qualcosa…che ancora non si sa! Il nesso ci sfugge e nesusno ce l’ha ancora chiarito.
Pronti a rispondere a questo ennesimo scempio del diritto di noi cittadini-tifosi, esprimiamo la nostra vicinanza ai ragazzi colpiti e alle loro famiglie. Le pallottole non fanno parte e non ne hanno mai fatto del nostro mondo. Una parola di solidarietà e rispetto per gli ultras napoletani. Pochi, forse nessuno, di quelli che hanno pontificato in questi giorni si è reso conto di quello che questi ragazzi hanno saputo gestire. Sono le nostre ultime parole, oggi.
Oggi restiamo in silenzio per rispetto di chi è in un letto d’ospedale e di chi è stato una settimana sulle prime pagine dei giornali. Avanti Ultras!”