Trionfo sugli spalti. La Sud si trasferisce, o quasi, al Tardini di Parma. Ingresso aperto anche ai non tesserati. Ed è una festa sugli spalti con i fratelli gialloblù, facciamo vedere all’Italia cosa vuol dire tifare, dopo lo schifo romano di ieri sera.
Uno striscione enorme, a inizio partita, ricorda la figura grandiosa di Vujadin Boskov.
Poi il match. Vincono sul campo i fratelli gialloblù, più briosi all’inizio, con maggior talento in campo e più motivati.
La Samp non ha demeritato.
Ma, è inutile: laddove non ci sono le motivazioni dovrebbe emergere la qualità. Ma proprio qui casca l’asino: noi purtroppo ne abbiamo poca.
Prendiamo subito la rete dal Parma. Al 10′ su nostro calcio d’angolo sbagliamo di lungo. Lo schema va a farsi friggere. Per restare in tema: Palombo fa una frittata. Parte in contropiede Biabiany, a grandissime falcate, sulle ali dell’entusiasmo e delle praterie che ha davanti ai suoi sette polmoni. Cross dal fondo, Parolo cicca, ma favorisce Cassano. E Fantantonio, a un passo dalla porta, realizza di piattone, non esultando: 1-0 Parma.
Dopo il vantaggio i gialloblù snocciolano ancora un paio di azioni pericolose, specie con Amauri. Cassano dà ancora una palla col contagiri ad Acquah, che si presenta solo davanti a Fiorillo, ma il Falco gli chiude lo specchio, respingendogli ottimamente la conclusione.
Poi, dopo il 20′, finisce il nostro periodo di patimento. Rialziamo la testa e prendiamo il pallino del gioco.
Ci vorrebbe qualcuno che sapesse destreggiarsi con sapienza a centrocampo. Ma quest’oggi Soriano dorme gli antichi sonni: quelli che lo hanno reso celebre nei precedenti anni bui. Con babbucce e piagiama, Soriano caracolla per il campo. Sinisa, dalla panchina, è sull’orlo di un collasso nervoso e lo cambia già al 28′, inserendo Sansone.
Cambio insolito, non è neanche la mezz’ora di gioco. Ci si chiede allora: è una scelta tecnica? O forse si tratta di un infortunio? La risposta è una: Soriano oggi sta giocando di merda!
Ma pazienza, è la prima gara sottotono per il nostro centrocampista, dopo mesi di ottime prove.
Intorno alla mezz’ora del primo tempo creiamo un paio di occasioni pericolose, sempre con Gabbiadini, il nostro attaccante più incisivo. Prima un sinistro dalla distanza ben respinto dal portiere, poi la punizione al 35′ che si stampa sul palo pieno.
Meriteremmo di chiudere il tempo con un pareggio. Ma il gol non arriva… Salgono allora i soliti dubbi: o siamo al 100%, oppure si fa sempre dura. Ci mancano infatti quei giocatori in grado di fare la differenza.
Anche nel secondo tempo la Samp è discreta. Teniamo palla ma in fase di conclusione siamo mosci. Okaka, oggi, è poco efficace. Sculetta con costanza, ma commette parecchi falli.
Beccato dal pubblico per le molteplici sculettate fallose, si incaponisce nel tentativo di fare tutto da solo, di sfondare l’intiera difesa parmigiana, come se fosse Bud Spencer.
Ma quest’oggi non è giorno per Okaka.
Dall’altra parte, il Parma non combina grandi cose. Cassano gioca alla sua maniera: di tanto in tanto si eclissa, ma dà sempre la sensazione di potertela mettere nello stoppino. Al 79′ fa un assist perfetto per Molinaro che cerca Schelotto, a vuoto a pochi passi dalla porta. Schelotto è il più pericoloso dei suoi. E al 90′ trova il raddoppio, sporcando una mezza conclusione di Molinaro, dopo un fugone palla al piede di Acquah.
Che dire: il 2-0 è un punteggio eccessivo. Oggi ci abbiamo provato ma forse più di così non potevamo fare.
C’è chi dice che eravamo un po’ mosci, magari stanchi, giunti alla fine di un campionato in cui abbiamo speso parecchie energie (dopotutto giocano quasi sempre gli stessi).
Resta comunque un gran tifo al Tardini, un ricordo meraviglioso di Boskov e una prova eccezionale dei tifosi blucerchiati sulle gradinate dello stadio. Una festa sugli spalti che, lo ripetiamo, ha fatto a vedere a tutti cosa vuol dire tifare, dopo lo spettacolo indecente di ieri sera.
2 commenti
Poichè sulla partita di ieri c’è ben poco da dire vorrei fare un’ulteriore chiosa sull’ “affaire” Boskov. In genere, nelle controversie, le considerazioni delle parti diventano una sorta di confronto autoreferenziale che ben poco sposta la valenza del giudizio finale. In questi casi è molto importante ascoltare la parola di terzi che dall’esterno, magari, sono più in grado di valutare la giustezza o meno delle posizioni in confronto. A tal proposito consiglio vivamente a tutti di leggere (Repubblica di Domenica 4 Maggio – Pagina 56) il commento dell’autorevolissima firma del giornalismo sportivo, e non solo, Gianni Mura. E, come direbbe Peppino ( a Totò…) ” Ho detto tutto!”
concordo !
inserisco il link all’articolo:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/05/04/ma-chi-era-assente-pagliuca-quella-samp-lontana-da-vuja58.html?ref=search