Dopo la scoppola presa a Catania giocando senza 9 titolari ci presentiamo contro il Chievo con le certezze che il nostro lider maximo Sinisa è riuscito a trasmettere in questi mesi.
Rientrano Eder, De Silvestri, Palombo, Soriano, Kristicic e Gastaldello, confermati Sansone ed Okaka.
Cambiamo anche modulo, abbandoniamo il 4-3-3 e torniamo al 4-2-3-1, modulo amato dal nostro tattico Emilio De Leo. In porta viene giustamente confermato il Falco di Oregina Fiorillo, a destra De Silvestri, a sinistra Regini, Mustafi e Gastaldello centrali, Palombo e Kristicic davanti alla difesa, Sansone dietro Okaka, Soriano a sinistra ed Eder a destra.
Il nostro gioco non subisce cambiamenti evidenti, le caratteristiche rimangono immutate:
– l’azione parte spesso da dietro, con l’apertura dei due centrali di difesa ed uno tra Palombo e Kristicic che vanno incontro per giocar palla;
– facciamo un ottimo possesso palla che, con il passare del tempo (sopratutto con la progressiva acquisizione di sicurezza e autostima), assume una discreta velocità e fluidità;
– portiamo in fase offensiva almeno 6-7 uomini;
– utilizziamo il taglio centrale dei due esterni offensivi per lo spazio lasciato da Okaka che va incontro sulla giocata centrale;
– ci facciamo vedere sui calci piazzati, con soluzioni sempre diverse e sempre pericolose.
Invece, in fase di non possesso:
– la difesa è alta per chiudere il Chievo nella propria metà campo;
– i primi a pressare sono i giocatori che perdono palla, partendo dagli attaccanti;
– i due centrali difensivi fanno marcature preventive, per stoppare la ripartenza del Chievo.
Il Chievo risponde con un solido 4-5-1, smentendo il 4-3-1-2 che i giornali davano per certo ad inizio partita. Agazzi in porta, Frei a sinistra, Dainelli e Cesar centrali e Sardo a destra. Rigoni davanti alla difesa, Guarente mezzala destra e Radovanovic mezzala sinistra.
Hetemaj a sinistra e Obinna a destra, in fase di possesso, si inseriscono dietro Thereau – punta centrale – per poi rientrare larghi sulle fasce in fase di non possesso.
Al Chievo mancano Paloschi, Dramè, Paredes e Guana.
Mi sarei aspettato un Chievo arrembante, visto la posta in palio, contro una Sampdoria senza obbiettivi. Invece raramente ci vengono a prendere alti con decisione. Ma ci lasciano giocare e si chiudono tutti dietro ad aspettare.
Un gioco altamente difensivo, ma non studiato per permettere ripartenze decise per arrivare in porta.
Il Chievo fa capire che gli basta un punto: giocano talmente bassi che per loro fare un contropiede risulta troppo dispendioso, anche a livello fisico. Si affidano a dei lanci lunghi nella speranza di un nostro errore. Assistiamo a perdite di tempo continue.
Noi attacchiamo a testa bassa ma troviamo difficoltà nel trovare il goal per la densità centrale del Chievo: troviamo una prima occasione all’11 minuto, con Okaka che gioca sul taglio di Eder, una seconda chance per Sansone al 29′ e infine al 43′ palo di Gastaldello su una punizione laterale.
I dati del primo tempo la raccontano tutta: al 22′ il possesso palla dice 12 minuti Sampdoria e 4 minuti Chievo, un dato che si conferma al termine della prima frazione, come il nostro netto primato dei tiri in porta.
Iniziamo il secondo tempo nella stessa maniera del primo: attacchiamo per vincere, facciamo noi la partita. L’unica nostra variante è la ricerca di cambi di campo improvvisi per trovare qualche varco esterno nella difesa del Chievo.
Al 18′ minuto entra Gabbiadini per Sansone ed un minuto dopo il Fato ci punisce: ennesimo lancio lungo, Gastaldello liscia di testa e Regini colpisce la palla che in modo rocambolesco finisce sulla schiena del capitano ed arriva sui piedi di Obinna, che calcia colpendo il palo. Sulla ribattuta è molto veloce lo stesso Obinna che anticipa Mustafi davanti a Fiorillo. Il nostro difensore lo atterra: rigore e rosso. 1 a 0 per il Chievo.
Obinna esce per infortunio, entra Lazarevic.
Continuiamo ad attaccare, meno precisi e fluidi di prima. Il modulo diventa un 4-4-1: uscita di Palombo per Fornasier, Soriano e Kristicic centrali di centrocampo, Gabbiadini a destra ed Eder a sinistra. Il Chievo prova a controllare la partita ma rimane sempre troppo basso ed ogni volta che riconquistiamo palla siamo vicini all’area di rigore.
Entra Renan per Kristicic e segniamo il pareggio con una discesa “alla Vierchowod” di Regini, il nostro numero 19 salta 2-3 avversari centrali con un Chievo colpevolmente immobile. Passaggio ad Eder che taglia centralmente da sinistra verso destra e segna un gran goal.
Il Chievo a questo punto fa entrare Stoian per Guarente e prova con un 4-3-3 a vincere la partita.
Al 93′ però veniamo giustamente premiati. Su cross di Regini ecco un grande inserimento centrale di Soriano che approfitta del liscio di Hetemaj e segna al volo: 2 a 1!
Una gara vinta con il cuore e la voglia: la squadra dimostra che quando ha il carattere e la determinazione del suo lider maximo Sinisa e del suo vice riesce a fare molto bene… Non sempre il catenaccio ha la meglio sul calcio giocato!
4 commenti
Abbiamo l impostazione come i reds………
I 4 minuti di possesso palla del Chievo sono ridicoli. Abbiamo giocato contro una squadra che pensava solo a difendersi.Non meritano di stare in A! Forse mi sbaglio, ma erano sagramola e Osti che volevano Corini come allenatore?
Beh.. se valutiamo la rosa del Chievo penso sia una delle peggiori della serie A… Corini ha fatto quasi un mezzo miracolo a fare tanti punti…. sapendo che Sinisa non regala niente a nessuno puntare al pareggio non era così stupido
concordo con dario,ho avuto la fortuna di fare un aggiornamento con corini e mi sembra un ragazzo con delle idee,ma il materiale non è all’altezzasicuramente,poi non comprendo la partita che hanno provato a giocare domenica