Contrariamente a quanto si possa pensare, il tifo organizzato della Samp non è nato a… Sampierdarena, bensì a Rivarolo. Proprio dalle “mie parti”.
Beh, per la precisione io sono di Certosa e questo tipo di appartenenza da noi è sempre stata importante. Ci sentivamo un’isola a parte prima che la confusione etnica cambiasse la realtà del territorio. Comunque è un dato di fatto che la “madre patria” Rivarolo sia stata la culla della nascente passione collettiva blucerchiata.
Tutto avvenne nel 1966 dopo la prima retrocessione. Esistevano sì i Fedelissimi e Beppe Andreotti, ma l’idea di organizzare una struttura in cui convogliare ogni attività che fosse portatrice dei valori in cui tutti credevamo, l’appartenenza ad una squadra ed ai suoi bellissimi colori, quella fu l’idea di un grande tifoso, Gloriano Mugnaini, che fondò appunto il Sampdoria Club Rivarolo di cui i miei amici ed il sottoscritto fummo tra i primi sostenitori.
In quel tempo si respirava veramente un’atmosfera da pionieri. Si aveva l’impressione di costruire qualcosa di importante anche perché il “dottore dei poveri”, com’era conosciuto Mugnaini specie in Valpolcevera, aveva una vitalità non comune. Era stato partigiano durante la Resistenza e poi, da medico, aiutava chiunque avesse bisogno, i poveri in particolare. Veramente una grande persona.
Lo ricordo con il suo onnipresente cappello e la sigaretta costantemente tra le labbra. Le prime trasferte, sempre con i treni speciali, avevano qualcosa di magico. Milano, Torino, Padova, Reggio Emilia, Roma, Napoli, quanta passione ci portava in giro per l’Italia! Ma forse i momenti più belli ci furono con l’avvento di Paolo Mantovani che divenne suo amico e sostenitore.
Purtroppo durò poco. Ogni passaggio, ogni passo in avanti nella costruzione di quella che doveva diventare una nuova e grande società, avvenne con assemblee collettive che in genere si tenevano al Teatro Boggiano di Bolzaneto. Sembrava di assistere a riti collettivi, cerimoniali esoterici. In sala il fremito si materializzava in grande emozione all’arrivo del Presidente, che, noi amici, avevamo soprannominato Papa. Sembrava quasi benedicesse la folla. E Mugnaini era lì, al suo fianco, come un fedele scudiero. Si percepiva intensamente il senso del cambiamento che inevitabilmente sarebbe arrivato. Eravamo in serie B da cinque anni e finalmente, dopo tanti tentativi, il 6 giugno 1982 arrivò la tanto agognata promozione. Ma Mugnaini ormai se n’era andato ed io volli ricordarlo con una poesia che apparve, il giorno dopo, sul “Lavoro” e che ora trascrivo qui come chiusa di questo ricordo.
LA SAMP E’ IN A, GLORIANO.
Un’altra sera, cupa e pesante, scendeva giù coi suoi colori forti
ed il sapore amaro della delusione.
E ancora una volta si sentiva arrivare il nostro gustoso “rumore” genovese.
Si avvicinava, sempre più intenso, scorreva anche lui veloce sui binari,
sembrava venirci incontro per abbracciarci e consolarci.
Non ce l’avevamo fatta. Per poco.
Un po’ di insipienza, un po’ di sfortuna.
Già si riusciva ad intravedere la calda luce della Lanterna,
e ancora si parlava, frementi per una nuova vita.
Quante nuove energie nascevano là
in quel fioco ultimo scompartimento!
E tu ti aggiravi, un po’ deluso e aggrottato,
ma pur sempre permeato di speranza.
Non disperiamo ragazzi, sarà per un altr’anno!
Ecco, è arrivato.
Ora puoi sorridere, Gloriano. Ce l’abbiamo fatta!
Che miracolo, riesco a vederti.
Il cappello, un colpo di tosse, e quell’infinito senso
delle cose mai compiute.
La Samp è in A, Gloriano.
Ti aspetto ancora là, nell’ultimo scompartimento.