“Non so recitare Divina Commedia come Benigni” – dice Sinisa. “Ma questo canto lo conosco bene. Voglio spronare ragazzi a superare le Colonne d’Ercole. Perché salvezza è stata raggiunta, ma questo è obiettivo minimo per Sampdoria.”
Ci pensa Sinisa ad accendere gli animi in una settimana tranquilla per i blucerchiati. Condottiero al quadrato, questa mattina Sinisa è salito in cattedra, vestendo i panni di un novello Ulisse e sventolando tra le mani il libro della Divina Commedia.
Sinisa è senza dubbio un personaggio incredibile, un comunicatore fottuto.
Poche palle: basta con questa cantilena che bisogna pensare a salvarsi, che bisogna raggiungere la soglia dei 40 punti come ripetono tutti gli allenatori (persino Mandorlini o lo ha fatto, fino a quando la sua squadra non è arrivata a quota 40, nonostante fossero sesti e le ultime in classifica stessero facendo uno o due punti al mese).
Sinisa non ci sta. Non c’è spazio per gli scongiuri: la salvezza è stata raggiunta (“l’obiettivo minimo”, dice Maestro Sinisa) e ora dobbiamo puntare più in alto, avere ambizione.
Domani affrontiamo una nostra pari. L’Atalanta è una squadra tosta, che ha lasciato alle spalle la zona salvezza e staziona a tre quarti classifica, forse non ancora pronta a fare un salto in avanti in graduatoria. Cari atalantini, avrete anche una squadra solida, ma un Sinisa in panchina ve lo sognate.
Un grande condottiero che si permette addirittura di leggere i Canti della Divina Commedia, di citare a piene mani Dante Alighieri per caricare i suoi, inframmezzando le parole del Sommo Poeta con esclamazioni quali “cazzo”, “palle” e quant’altro, e risultando sempre efficace. Grande Sinisa, ti amiamo in un modo smisurato.
Mihajlovic stamattina ha confermato di avere qualche dubbio sulla formazione di domani. Si va comunque verso gli undici che tutti si aspettano. Da Costa in porta, De Silvestri, Mustafi, Gastaldello in difesa. Palombo e Kristicic davanti alla difesa. Trio più avanzato con Soriano, Eder e Gabbiadini. Punta confermata il panterone Okaka, perla nera in forma smagliante.
Dove potrà arrivare questa Sampdoria? Ad oggi, nel Rinascimento blucerchiato targato Mihajlovic, abbiamo una media punti pazzesca, da piena Europa.
Non c’è stata via di mezzo: dagli inferi totali con Delio Rossi alla scalata vorticosa con Mihajlovic.
Ora vediamo in classifica sia Genoa che Torino, mentre il Verona resta avanti di sei lunghezze. Senza fare paragoni arditi (e, diciamocelo, anche un po’ del cazzo) come quelli che sono usciti in settimana tra la Samp di oggi e quella che ha vinto lo scudetto (nella Samp ’90-’91 c’erano praticamente solo fuoriclasse. In quella di oggi giocatori che stanno dando tutto per la maglia, messi divinamente in campo dalla nostra triade di tecnici), non è più un’utopia coltivare ambizioni per la parte sinistra della classifica.
Dopotutto ce lo ha detto il dantesco Sinisa: dobbiamo essere ambiziosi, superare le nostre colonne d’Ercole, in nome di Ulisse!
Ma per ora ci accontentiamo di superare le putride colonne infami rossoblù.
1 commento
A proposito di paragoni mi sembra giusto ricordare che la migliore Samp di sempre non è stata quella dello scudetto bensì la squadra guidata da Eriksson (ahi,ahi caro Sven quell’anno dovevamo arrivare primi…..) nel campionato 1993/1994 con, oltre ai soliti Mancini,Mannini, Lombardo e Vierchoowod, Jugovic, Platt e il giocatore, a mio parere, più forte nella storia blucerchiata e cioè Ruud Gullit. Quel gol contro il Milan è un’eterna icona splendente.