Liquidato Sagramola, più dannoso che utile alla causa doriana, si attende solo l’ufficialità per l’ingresso di Ariedo Braida in corte Lambruschini.
Dopo il brusco addio al Milan (praticamente imposto da Barbara Berlusconi) Braida ha valutato favorevolmente, fin dal primo giorno, l’offerta della Samp; è disposto a ricominciare da Bogliasco e a vivere una seconda giovinezza, in barba alle sue quasi settanta primavere.
E vorrebbe con sé un pugno di uomini fidati d’epoca milanista per costruire la squadra del futuro. Finora si è parlato del talent-scout Andrea Valdinoci e dell’ex direttore sportivo del Perugia Piero Ducci. Ma non è escluso che Braida richieda altri collaboratori (si parla di Walter De Vecchi ed Aldo Dolcetti, per citare i nomi più noti).
C’è poi da definire il futuro di alcuni uomini-chiave della dirigenza attuale: il vituperato Carlo Osti ha il contratto in scadenza nel 2015, come lo stesso Sagramola. Ma a differenza di Rinaldo, Osti è scampato all’epurazione grazie all’inatteso successo nel mercato dello scorso gennaio.
Come già preannunciato nelle scorse settimane, Osti affiancherà l’Ariedo nella prossima stagione.
Molto più a rischio è l’attuale capo degli osservatori Mattia Baldini, artefice dell’ingaggio di Mustafi, panzer di origine balcanica che, nel giro di pochi mesi, ha saputo conquistarsi un posto da titolare inamovibile al centro della difesa.
Nonostante alcuni meriti, Baldini ha il contratto in scadenza a giugno: la sua posizione potrebbe essere quella più sacrificabile, se Braida non potesse fare a meno dei suoi uomini di fiducia.
Meno pericolante appare, invece, la posizione di Giovanni Invernizzi, responsabile del settore giovanile, in virtù delle ottime prestazioni delle varie rappresentative blucerchiate di categoria (non ultime quelle offerte dalla Primavera di Chiesa in campionato e durante il Torneo di Viareggio).
C’è inoltre un altro fattore da considerare: l’esigenza di ridimensionare i costi di gestione, più volte ribadita da Garrone.
Braida, abituato a spendere e spandere con i denari della Fininvest (anche se in calo negli ultimi anni), potrebbe trovarsi con poca liquidità a disposizione. Si fa presto a comprare con grasse finanze, molto meno con le esigue risorse che anche per il prossimo anno saranno a disposizione della società. Dopotutto siamo ancora in fase di rientro dei costi.
Ma il taccuino di Braida è ampio e il mercato internazionale permette colpi a buon mercato. Arriveranno anche da noi quei giovani funamboli stranieri poi rivenduti a milionate? Staremo a vedere.