Se ne va Rinaldo Sagramola, con un metaforico calcio nelle terga (e probabilmente una ricca buonuscita) colpito anche lui dall’amara sorte degli ultimi dirigenti doriani post Marotta.
Ciascuno di loro è stato più o meno fallimentare.
Salvando l’ultimo mercato di gennaio di Osti e le sue inattese prodezze sia in uscita che in entrata (Maxi Lopez e Bulldozer Okaka sono arrivati a 3 milioni di euro in totale), con Gasparin, Sensibile, Sagramola abbiamo collezionato una serie poco invidiabile di buchi nell’acqua.
Rinaldo Sagramola, in particolare, ha ceffato pressoché in tutto.
Alcuni esempi della sua mala gestione: il profumato contratto a Delio Rossi, l’ingaggio del soggetto misterioso Pavone (presentato come uno dei re Mida del Foggia dei miracoli ma poi evaporato nel nulla. Chi l’ha visto, quest’estate, lo descrive come uno spirito vagante con lo sguardo perso nel vuoto, vittima dell’età che avanza).
Sagramola paga anche le mancate cessioni delle varie zavorre a luglio. Cessioni che dovevano permettere una campagna di rinforzi e che invece non gli sono riuscite.
Ma le due situazioni più rilevanti, che hanno spinto il presidente Edoardo a dargli il benservito sono state: la mancanza di sviluppi sulla questione stadio, che resta ancora ferma, e il disaccordo sulla scelta del cambio di Delio Rossi.
Quando ormai il disastro era alle porte, Garrone si è lanciato su Sinisa, attendendo anche una settimana perché si liberasse dalla Serbia. Una scelta inusuale, che però si è rivelata vincente. Sagramola, invece, ha difeso l’operato di Delio e voleva buttarsi su Zeman. I risultati hanno dato ragione al presidente e Sagramola, tre mesi dopo, è stato sollevato dall’incarico: un calciotto nelle terga e Sagramola torna a casa!
Le malelingue a questo punto potrebbero dire: “Ah però, Sagramola due anni in blucerchiato per non fare un cazzo. Ciucciarsi lo stipendio e andarsene senza lasciare una traccia, se non l’ingombrante ingaggio a Delio Rossi (condito dal premio salvezza che il tecnico Delio si porterà a casa senza merito!”.
Beh, in questo caso le malelingue hanno pienamente ragione.
Dunque si respira aria nuova in casa doriana: Remondini, sempre più numero due in società, avrà un ruolo rilevante per gli aspetti economici.
Poi, signore e signori, si alza il sipario, si stendono tappeti blucerchiati per l’ingresso della vecchia volpe Ariedo Braida che, palanche di Garrone permettendo, si occuperà dei nostri acquisti, ufficialmente da luglio.
La situazione è in divenire, ma se non altro qualcosa si muove: Edoardo sembra intenzionato a dare solidità alla società, epurando alla svelta chi non agisce per il meglio della Samp.
Osti, invece, salva le chiappe dopo un mercato di gennaio di alto livello. Non ci avrebbe scommesso nessuno, noi compresi. Ci siamo sbagliati ed è stato un piacere.
Non resta che augurare il meglio ad Ariedone Braida, ormai ad un passo dalla Samp.
4 commenti
mi fate piegare 🙂
io su Osti ho ancora parecchie riserve…fondamentalmente ha vinto 2 scommesse con poderoso culo…per nostra fortuna…personalmente non gli affiderei nemmeno le chiavi della macchina!
Condivido in pieno. Dovrebbe ringraziare Sinisa sul rendimento di tutti compreso dei nuovi acquisti di gennaio
Bisogna vedere fino a che punto è merito di Osti o invece merito di Mihajlovic. Comunque, tenendo conto che non aveva soldi da spendere, almeno questa volta Osti ha preso giocatori funzionali al modulo del nostro allenatore. Soprattutto giocatori che GIOCANO e che non marciscono in panchina, come poulsen, rodriguez e molti altri, troppo grammi per andare in campo!!