Il Lider maximo Sinisa aveva promesso battaglia, aveva promesso che ce la saremo giocata: e così è stato.
Era dura sopperire alle assenze di Kristicic e Soriano, entrambi in un ottimo periodo di forma, sopratutto contro la schiaccia-sassi Juventus, squadra in grado di vincere le ultime 11 partite.
I dubbi della vigilia vengono risolti con Regini al posto di Costa, Bjarnason per Soriano e col reinserimento di Obiang.
Avevo previsto un 4-3-3 con Da Costa in porta, De Silvestri, Mustafi, Gastaldello, Costa (o Regini) in difesa, il centrocampo a 3 con Palombo centrale, Obiang mezzo destro e Renan mezzo sinistro. Infine l‘attacco con Gabbiadini a destra, Eder centrale e Wszolek a sinistra.
Invece la Sampdoria si schiera con il consolidato 4-2-3-1, capace di farci uscire dalle zone buie della classifica con: Da Costa in porta, De Silvestri a destra, Mustafi e Gastaldello centrali e Regini a sinistra, in mezzo Palombo ed Obiang, linea offensiva a 3 con Gabbiadini a destra Wszolek a sinistra e Bjarnason dietro la prima punta Eder.
La Juventus risponde con un 3-5-2 con Buffon in porta, una linea difensiva a 3 con Barzagli, Ogbonna centrale (al posto di Bonucci) e Chiellini. A centrocampo Asamoah a sinistra, Lichtsteiner a destra e Marchisio centrale (al posto di Pirlo). Mezz’ala destra Vidal e Pogba mezz’ala sinistra. Davanti il duo Tevez e Llorente.
SAMPDORIA PROPOSITIVA
La Samp segue il solito spartito con un gioco ragionato, offensivo e propositivo: possesso palla, tagli degli esterni sulle vie centrali e spinte dai terzini per creare un 2 contro 1 contro gli esterni della Juventus. Anche se l’avversario è primo in classifica, noi ci proviamo.
In fase di non possesso Bjarnason gioca in pressione individuale su Marchisio mentre Eder agisce sui tre difensori centrali cercando di bloccare la ripartenza in profondità con il lancio lungo. Palombo e Obiang se la vedono con Vidal e Pogba, mentre i nostri esterni alti devono ripiegare in aiuto e raddoppio sui terzini.
La Juventus in fase di non possesso si difende molto corta, in 30 metri, con un classico 5-3-2 che tiene gli esterni sulla linea dei difensori e con Tevez e Llorente che rientrano centrali, entrambi dietro la linea della palla. Pogba e Vidal difendono compatti e decisi e sono micidiali quando ripartono.
Nella Juve corrono di continuo gli esterni in fase di gioco e di ripiego, e soprattutto le mezz’ali che creano un grande movimento in fase di possesso quando la Juve attacca con 7/11.
Un gioco collettivo importante con continui inserimenti delle mezze ali (con Pogba che si accentra spesso per tentare la conclusione) e degli esterni che piegano la nostra difesa.
In fase di possesso palla la Juventus fa andare Llorente incontro al portatore mentre Tevez attacca la profondità in maniera intelligente e decisa.
Sempre molto interessante la giocata sul cambio di gioco nel lato debole per l’inserimento della mezz’ala opposta a dove parte l’azione.
PRIMO TEMPO BIANCONERO
Come sempre la Juventus parte avanti tutta. I bianconeri attaccano alti, intensi. Il ritmo è indiavolato. Addirittura ci marcano l’uscita bassa dal rinvio a bordo campo, dove spesso siamo costretti a rinviare lungo.
Hanno fame e voglia, mentalmente sono incredibili, non mollano un colpo: dimostrano di avere una forza di concentrazione e determinazione che mette paura.
Noi scappiamo troppo, siamo lenti e troppo imprecisi nel possesso: ormai siamo timidi e impauriti.
La prima parte del tempo è di estrema difficoltà per i blucerchiati. Con le marcature preventive sui nostri attaccanti non riusciamo a ripartire. Dietro sugli esterni giochiamo troppo staccati in marcatura, lasciando spazio eccessivo all’inserimento delle mezz’ali e all’attacco nell’uno contro uno.
A centrocampo Bjarnason fatica a contenere Marchisio mentre Pogba e Vidal, con i loro movimenti, riescono a far allargare Palombo ed Obiang per gli inserimenti centrali. Contando che Obiang non garantisce la dinamicità di Kristicic ci troviamo sempre in inferiorità numerica nella zona centrale del campo.
La Juventus capitalizza al 18° minuto: grande azione di Pogba che parte largo e si accentra e, con uno splendido filtrante per Vidal, taglia la difesa (disposta in maniera rivedibile) e segna con un tocco di esterno.
Errore individuale di Regini che non segue il taglio di Vidal ma, nel complesso, l’errore è collettivo tra difesa e centrocampo.
Proviamo a regire subito con una conclusione di Gabbiadini che tocca il palo ma siamo in difficoltà.
Wszolek non riesce a rientrare per il raddoppio a Regini che va spesso in difficoltà sugli attacchi di Lichtsteiner e Vidal, Obiang è costretto allora ad allargarsi. Così lasciamo la zona centrale scoperta, dove la Juventus ci spazza via.
Al 23° minuto goal di testa di Llorente da un calcio d’angolo: sovrasta Mustafi forse infastidito da un blocco di Chiellini.
Sono trascorsi ben 30 minuti di sola Juventus ma ci risvegliamo e, al 37° minuto colpiamo su un calcio piazzato. La palla arriva a Gabbiadini che crossa rasoterra, deviazione di Barzagli, autorete e siamo al 2 a 1.
Passiamo al 4-3-3, una scelta corretta, per contrastarli a centrocampo, con Bjarnason mezzo sinistro, Palombo centrale, e Obiang mezzo destro.
Al 40° minuto però, da un passaggio errato di Palombo in uscita, la Juventus recupera palla. Ennesimo filtrante sul taglio di Vidal tra Regini e Gastaldello, Regini lo tocca ed è rigore… 3 a 1.
Una botta che potrebbe distruggere chiunque. Ma non la nuova Sampdoria dal cuore impavido e serbo.
LE CONTROMOSSE DI SINISA & C.
Sinisa, Emilio e Nenad ridisegnano la squadra con un 4-3-3 in cui cambiano gli interpreti: ingresso di Renan al posto di un Bjarnason agghiacciante (come direbbe Conte) e, dopo 7 minuti, fuori Mustafi per Costa che si posiziona a sinistra per Regini che gioca centrale con Gastaldello.
Iniziamo a prendere campo, attacchiamo e siamo più decisi e determinati.
Riusciamo a lavorare con un’ottima marcatura su Tevez e Llorente, pur se sbilanciati, e la Juventus non riesce a ripartire in contropiede.
A centrocampo in parità numerica riusciamo a controllarli in maniera ordinata e davanti siamo più pericolosi.
Al 15° minuto ennesima opportunità su calcio piazzato dove De Silvestri costringe Buffon ad un miracolo, ed al 24° minuto su un altro schema su calcio d’angolo, Buffon non blocca e Gabbiadini segna.
3 a 2, siamo tornati in partita con il cuore e l’orgoglio di chi non molla mai!
Entra anche Sansone per lo stremato Wszolek.
Ed al 27° minuto con una Juve in difficoltà nel ripartire, Gabbiadini prende una traversa clamorosa.
Ma come spesso accade “goal sbagliato goal subito” ed al 32° minuto Pogba, lasciato solo da Obiang e chiuso in ritardo da Palombo e De Silvestri, riesce a segnare con un tiro da fuori area… GAME OVER.
Si forse meritavamo di perdere ma a numeri c’è da stare sereni. Tiri in porta/fuori: noi 11 (con un palo e una traversa) loro 13; possesso palla: loro 51%, noi 49%.
Ce la siamo giocata, la squadra risponde in maniera entusiasmante alla cura dei nostri 3 condottieri.
Note positive: gli schemi sui calci piazzati variegati e sempre pericolosi e vincenti, la reazione viva e determinata.
Note negative: sicuramente il centrocampo, poco dinamico nel contrastare il loro, poco preciso con Regini che a sinistra ha dimostrato di soffrire avversari rapidi e molto tecnici, meglio quando spostato centrale.
Ma ora cerchiamo di continuare con questa concentrazione, umiltà e determinazione. Ci aspetta il Bologna dell’odiato Ballardini e subito dopo il derby: 2 partite da non sbagliare!