Pensavo fosse buono, invece era un calesse.
Puntata Numero 10
EVARISTO BECCALOSSI
(Brescia, 12 Maggio 1956)
Ruolo: Contropaccotto
Transito Blucerchiato: 1984-85
Presenze: 9
Fischiometro: 7 decibel (con punto interrogativo) pari al silenzio dei tifosi blucerchiati informati del fatto che si, effettivamente ha giocato nelle file della Sampdoria.
Esistono nella storia di ogni società calcistica degli acquisti che recano l’etichetta lampeggiante di “Bidoni Annunciati”. Ad essi, sfortunatamente, non ci si può opporre, nessuno li può scansare, neppure uomini illustri del calibro di Paolo Mantovani: hanno un nome roboante ed attraggono l’investitore pallonaro come la luce azzurra ed assassina attrae mosche, zanzare e moscerini nelle notti d’estate.
Beccalossi arrivò alla Sampdoria ad un età in cui la sua carriera sembrava poter regalare ancora qualche gioia, qualche soddisfazione: 28 anni anche nei mefistofelici anni ’80 non erano ancora sinonimo di vecchio catorcio. Eppure il buon Evaristo aveva già inconsapevolmente imboccato la sua personale parabola discendente. Venne usato dal burrascoso presidente Pellegrini come pedina di scambio nell’affare che portò Brady nella Milano nerazzurra, con discreta soddisfazione di entrambe le parti.
Beccalossi, famoso per la sua classe e per un insano rapporto con le Marlboro, aveva vissuto nell’Inter sei lunghi anni durante i quali aveva alternato momenti scintillanti da grande campione a devastanti pause da immensa schiappa. Uno di questi black-out si verificò nella serataccia del 1982, durante la sfida di Coppa delle Coppe con lo Slovan Bratislava. Quei 90 minuti vennero addirittura immortalati in un famoso monologo di Paolo Rossi il quale racconta che l’Evaristo sbagliò ben due rigori nel gelo di San Siro per poi, grazie alla finzione scenica, scartarsi tutti i presenti, scartare la gradinata e finire la sua corsa contro un tram reclamando l’ennesimo penalty. Immenso.
A Genova giunse quindi nell’estate del 1984, con un sorriso più simile ad una paralisi ed una pinguetudine da falso magro abbastanza inquietante. Si rivelò da subito un oggetto misterioso, il tipico ex calciatore importante inebetito dal suo fallimento: fumava una sigaretta dietro l’altra e non riusciva più a muoversi neppure come un primate. Bersellini, che lo aveva già sopportato con la casacca nerazzurra, in quattro e quattr’otto lo estirpò dalla squadra preferendogli a centrocampo il giovanissimo Salsano e l’ineffabile Charlie Champagne.
Evaristo non fece nulla a Genova, tranne arricchire i tabacchini della riviera. Vivacchiò ancora un poco fra A e B prima di darsi al commercio misto di Hi-Fi e salumi nostrani. Oggi, panciuto e soddisfatto, gioca il doppio ruolo di opinionista televisivo ed assaggiatore ufficiale di nicotina per una nota multinazionale del tabacco.
3 commenti
….e mi viene in mente il famoso “Scusa se insisto ma mi chiamo Evaristo” (cfr. You tube). Penso però che Beccalossi sia stato il classico giocatore”meneghino”, eroe della Scala del Calcio, che fuori da quei confini si perde con tutta la sua “milanesità”. Se qualcuno ne ha voglia, specie i più giovani, vada a vedere, sempre su You Tube,”Beccalossi il Genio” (durata 7.44) ed assisterà a “numeri” calcistici che sono stati di pochissimi, solo di alcuni geni del calcio. In effetti l’Evaristo è stato,negli anni nerazzurri, un grande calciatore, direi proprio un genio, vedere per credere. Era un calcio diverso quello, ed anche, per certi versi, sensibile e poetico. A tal proposito è molto significativa l’intervista finale, nello stesso filmato, di un altrettanto grande Presidente dell’epoca, Ivanoe Fraizzoli, gente di cui si è perso lo stampo. E noi sampdoriani ne sappiamo qualcosa. Un presidente che piange in conferenza stampa…..Cose da non credere. Personalmente sono contento di aver vissuto quell’epoca e non è retorica questa. Purtroppo il liberismo sfrenanto ed il conseguente consumismo hanno distrutto tutto. Come diceva un altro grandissimo genio,il poeta Pier Paolo Pasolini, “SOPRAVVIVIAMO…..”
Del Beccalossi alla Samp mi ricordo solo che venne spedito in panca dopo lo scialbo esordio con la Cremonese (vinto 1-0 con tiro di Souness deviato). La domenica dopo Salsanin segnando a Napoli gli aveva gia’ fregato il posto
All’Inter mi ricordo di avere visto un paio di partire da bambino a San Siro dove lui e Hansi Muller giocavano in coppia, ricordo un anziano “milanesun”dietro di me allo stadio che lo apostrofava in continuazione e lo chiamava “el prufesur”. Ora questo paffutello sta ad ingrassare (in tutti i sensi) le TV private lombarde, simpaticissimo non c’e’ che dire, va anche detto che ha un accento bresciano a volte insopportabile che non ha perso di una virgola nonostante sia a Milano da 40 anni.
A quando un’altra puntata su un altro grande bidone annunciato di quegli anni (anche lui amico di sigarette, cocktails & night), vale a dire Domenico Marocchino?
Ragazzi …non scherziamo! Evaristo Beccalossi è stato uno dei piu straordinari talenti del calcio nostrano negli ultimi decenni… Che poi fosse svogliato e lunatico, questo è un altro discorso…. Ricordo, solo per fare un esempio, che da adolescente andai a vedere un Perugia- Inter in cui fece cose da antologia del calcio… Ricordo ancora certe finte di corpo ubriacanti…e un modo ti toccare la palla che è tipico solo di rarissimi campioni… Era puro divertimento vederlo giocare, nelle giornate di buona”vena” !!! …Ne ero letteralmente infatuato…altro che “bidone”!!! … Era uno dei pochi giocatori che ho visto, che ti faceva pensare al calcio come ad un’arte …piu che ad uno sport in senso agonistico! Quanto precede, senza nulla togliere a Salsano, che amavo come giocatore, per continuità e ottima tecnica!…Resta il fatto che ha avuto una carriera forse troppo breve, e che arrivato alla Sampdoria era certamente in fase calante : a mio avviso in quel periodo evidenziava i suoi deficit caratteriali… la mancanza di orgoglio direi… il vivacchiare su rari tocchi di classe, svogliatamente, e a volte in modo irritante! Ma chiamarlo “bidone” …credetemi…è una bestemmia, per chiunque si intenda di calcio! Allora si dovrebbe chiamare “bidone” anche Alviero Chiorri, tanto amato e vituperato “marziano”, tutto estro e discontinuità… che era un gran giocatore….ahimè poco assistito dal fisico e dalla testa, questo si…ma sempre un gran giocatore!