Forzata assenza, la mia. Una gara di rutti in Islanda finita in tragedia.
Un geyser di aliti, un tourbillon di succhi gastrici, sparsi sulle candide nevi di Akureyri.
Ma ho vinto… ho sofferto e mi sono laureato campione del mondo di rutti sottozero. Merito del mio vino in cartoccio, fedele alleato, porco e sublime allenatore. Ma poi, salendo sull’aereo che mi avrebbe riportato nella natia terra, ecco che sfogliando i quotidiani nazionali, la gioia appena conquistata lascia il tempo che trova. Delio Rossi esonerato!
Come se la colpa fosse la sua! Ed ecco che spuntano i titoloni, le parole buttate a caso, di pochi, incompetenti che sentenziano “Era ora!”. E’ l’allenatore, il primo a saltare, è vero porco mondo. Ma in questa Sampdoria, oltre a quella di Rossi, ci sarebbero almeno almeno altre 4 o 5 testone da mozzare. Delio non c’è più, ora non ci sono più scuse. Ed al suo posto è stato preso, con mossa paracula, un vecchio idolo della tifoseria, di una buona fetta di tifoseria, perlomeno. Un bello, un ex idolo. Un uomo che incarna in sé lo spirito degli anni più splendente del post scudetto. E non venitemi a dire che la psicologia non ha un suo perché, non venitemi a dire che non è una scelta paracula. Un idolo, dicevamo… da calciatore. Ma da allenatore non mi sembra fuori luogo definirlo una caccoletta. Nessun risultato eclatante, nessuna idea di gioco innovativa… non un Montella, per intenderci. Sinisa, io credo che più che per le doti (discutibili) da tecnico, tu sia stato ingaggiato nella speranza che la bonaccia prevalga sulla furia cieca. Il tuo incarico è ad uso e consumo della massa. Hai il compito di tenere a bada una potenziale folla inferocita. Mihajlovic non ha le stimmate del grande mister, non è il Padre Pio che io vedo giorno dopo giorno, ebbro del mio dannato vino rosso che brilla in un cartone amico. Dolce, vermiglio amico mio, amico cartone.
Sinisa probabilmente sa come farsi rispettare, probabile che sia cattivo come dicono.
Ma più di questo io sinceramente non vedo. Non capirei in altro modo questa scelta, se non ripetendomi all’inverosimile che le alte sfere hanno paura, e con questa scelta cercano di far placare la rabbia che ribolle nelle pance dei tifosi.
Comunque, cambio di allenatore non vuol dire cambio di rotta. La squadra è da rivoltare come un calzino, ma da qui a gennaio bisognerà fare buon viso a cattivo gioco. Nella prossima sessione di mercato urgeranno rinforzi, in ogni settore. E timidamente, senza presunzione, cavalco la famigerata tirchieria del presidente e butto la una idea…. Garrone, amico mio…. io chiedo poco, mi accontento di una cassa di vino cartonato a settimana…. Ingaggiami, in nome di Dio. Ho un fottuto piede destro, non ho corsa, ma tanto estro, fantasia e voglia di vivere (che non tutti i giocatori della rosa attuale hanno). Ingaggiami, perchè peggio di cosi non può essere e, senonaltro, risparmierai un bel po’ di quattrini… sono sicuro che a te la cosa non dispiaccia, per cui chissà… si dibatte su “Chissà se Sinisa vuole Cassano, chissà se Sinisa vuole Vucinic…” e se invece il titolo giusto fosse “Chissà se Garrone vuole l’Esule?”… potrei essere il nuovo Gazza! Vino e fantasia, per Bacco!!!
Io vado a fare una corsetta nel parco, non prima però di aver aspirato una bella golata del mio fedele e gioioso nettare vinoso… non sia mai che mi trovaste fuori allenamento.