Domenica sera, contro uno dei peggiori Milan degli ultimi trent’ anni, la Sampdoria ha confermato ancora una volta i propri problemi.
Su tutti il brutto difetto di giocare nella stessa maniera sia che si perda, che si pareggi o che si vinca: la squadra è apparsa fiacca sotto il profilo del ritmo e dell’intensità, poco determinata e quasi mai aggressiva e per giunta senza idee. Insomma, sterile come nelle precedenti uscite.
La Samp si schiera con Da Costa in porta, in difesa De Silvestri, Regini, Mustafi e Costa, a centrocampo Gavazzi esterno alto, Palombo e Obiang centrali, a sinistra confermato il polacco Wszolek.
Davanti Sansone alle spalle di Gabbiadini.
Il Milan risponde con un 4-3-1-2 con Abbiati in porta, difesa composta da Zaccardo a destra, centrali Zapata e Mexes, Constant a sinistra. Davanti alla difesa De Jong, Poli mezzala destra, Muntari mezzala sinistra. Birsa trequartista alle spalle di Matri e Robinho. Matri è la punta centrale, Robinho si butta negli spazi in verticale.
La Samp quindi cambia modulo, ripropone il 4-4-2 utilizzato contro la Roma con la novità di Palombo a centrocampo e Regini in difesa. Mister Delio sembra leggere le nostre rubriche (o almeno in parte, forse con un occhio solo). Noi infatti chiedevamo l’accantonamento di Obiang e, ahimè, il mister leva Kristicic (anch’egli in ombra ultimamente, ma a mio modo di vedere molto più dinamico e incisivo di Pedro).
Non cambia tuttavia l’approccio mentale e nemmeno quello tattico: vediamo la solita Sampdoria chiusa in difesa che non accenna il pressing offensivo e resta ad aspettare l’errore dell’avversario, per poi ripartire in contropiede.
Non si intravedono schemi o idee di gioco, l’atteggiamento passivo e rinunciatario è quello tipico della vittima sacrificale.
Approfittando del lento centrocampo blucerchiato, il Milan cerca di sfondare centralmente con Birsa tra le linee e Robinho abile a creare la superiorità numerica. Sfruttando il palleggio, i rossoneri cercano il “tre contro due” nella zona nevralgica centrale, anche se la ruvidità tecnica di De Jong e Muntari fa risultare il loro gioco molto lento.
La Sampdoria soffre spesso a sinistra, dove Costa, mal supportato da Wszolek, patisce la velocità e l’ intraprendenza di Zaccardo (e ho detto Zaccardo, non Cristiano Ronaldo)
Se il Milan appare lento e non in grado di costruire delle vere palle goal, la Samp dal canto suo è molto corta tra le linee e si difende bene. Ma in fase di possesso è ancora disastrosa, a dir poco rinunciataria.
Quando l’azione parte dalla difesa Regini e Mustafi faticano ad essere precisi nei passaggi, e se pressati vanno in seria difficoltà, perdendo palloni pericolosi.
Raramente riusciamo a servire il nostro fantasista Sansone e, di conseguenza, la punta Gabbiadini risulta isolata al centro dell’attacco.
Finisce un primo tempo incredibilmente BRUTTO.
Inizia la ripresa ed andiamo subito sotto: il Milan trova la superiorità numerica di cui parlavamo prima e libera centralmente Birsa per un tiro fortunoso: il pallone passa sotto le gambe di Regini e finisce in fondo al sacco. 1-0 dopo neanche un minuto di gioco…
Allegri ha iniziato il secondo tempo in modo più intraprendente ed offensivo: l’innesto di Emanuelson, più tecnico e rapido di Muntari, permette al Milan di creare idee e superiorità numerica.
Dopo lo svantaggio ogni allenatore ed ogni tifoso si aspetta che la propria squadra butti il cuore oltre l’ostacolo. Ma non succede niente di tutto questo, la Sampdoria resta passiva e lascia l’iniziativa del gioco in mano al Milan.
I cambi poco coraggiosi del mister non aiutano: l’esterno offensivo Wszlolek lascia posto a Soriano, Palombo viene sostituito da Kristicic (ma forse era meglio levare Obiang) e Petagna rileva Gabbiadini.
Non cambia nulla e non succede nulla di rilevante. Quasi come in un’amichevole, il Milan controlla la partita e sfiora anche la seconda segnatura con Niang, appena entrato. Per i blucerchiati si conta solo un’occasione, con Kristicic che prova a servire Petagna invece di sfondare centralmente.
Ancora una volta collezioniamo zero tiri in porta.
E’ dura analizzare la tattica di una squadra che rinuncia a proporsi e che si fa viva solo con azioni sporadiche o che riesce ad essere talvolta pericolosa solo sui calci piazzati: è una pena.
Ora, per non essere solo critici, proponiamo delle soluzioni al mister.
Partendo dal tasto dolente della mancanza di convinzione e della poca determinazione e cattiveria dei blucerchiati, sarebbe il caso di infondere un po’ di coraggio e sicurezza: punterei su uno o due moduli, per creare competitività tra i giocatori.
Servono coraggio,corsa e voglia ma anche idee, che Delio saprà escogitare sicuramente meglio di noi.
Mister, la situazione impone di combattere per far rendere al meglio questi giocatori e per non assistere, inermi e passivi come il gioco della sua squadra, ad uno sfacelo calcistico.
Forse potrebbe servire un “mental coach”, ma l’allenatore ha per primo il compito di far credere ai propri giocatori che uniti, e con la giusta voglia, la squadra può risollevarsi.
Sento dire tra i tifosi che contro il Torino si dovrà vincere per forza: sarà molto dura, ma si potrebbe pensare ad un 4-3-1-2. Con De Silvestri, Mustafi, Gastaldello e Regini dietro, Palombo davanti alla difesa, Obiang a destra, Maresca o Kristicic a sinistra. In avanti Sansone dietro Petagna (o Pozzi) e Gabbiadini.
Si tratta di un’idea, sperando che il mister ci legga con tutti e due gli occhi, e non uno solo… FORZA SAMPDORIA
2 commenti
Ciao ragazzi mi fanno notare che il serbo kristicic è squalificato per domenica come costa.Per costa confermo regini,perchè di castellini o berardi non mi fido,mi sa che il mister giocherà con obiang e palombo centrale per il suo 442 io confermo il mio 4312 con renan o gentsoglu mezzo sx…centrocampo muscolare per attacco imprevedibile…CORAGGIO E TIFIAMO TUTTI PER LA SAMP!
Io mi chiedo come sia possibile pensare che il contributo di Palombo possa essere superiore a quello di Obiang.