Continua l’astinenza a Marassi: zero reti in tre partite casalinghe.
Quasi zero le azioni gol create (ieri è andata un po’ meglio, con l’insidioso tiro di Gabbiadini nel primo tempo, lanciato alla perfezione da Borriello, e lo scontro frontale tra Pozzi e Bjarnason che poteva portare ad un’azione pericolosa). Per il resto è il deserto: calma piatta al Ferraris.
Contro la Roma si sono visti minuscoli progressi. La squadra, asserragliata a difesa del fortino, ha messo in campo la grinta richiesta dai tifosi: senza corsa si retrocede al 100%. Ma in queste partite (come contro la Juve) il cuore non basta, è troppo ampio il divario tecnico.
E infatti la rete arriva alla prima prodezza individuale, con Benatia che si incunea per vie centrali ,saltando mezza Sampdoria in dribbling, manco fosse il Kakà dei tempi aurei. Gastaldello tenta un colpo operaio, abbattendolo da dietro, ma Benatia è ancora più lesto: segna da terra superando Da Costa, che fa occhi da cernia.
Delio Rossi aveva blindato la squadra: due giorni di clausura a Bogliasco, lasciavano intendere che sarebbero arrivati nuovi cambi di modulo… Altro giro, altro modulo!
Ci presentiamo con un novello 4-4-2: De Silvestri è retrocesso sulla linea difensiva (addio vecchie stantuffate sulla fascia). Palombo se ne torna da dove era venuto (in panchina). Spazio a Mustafi e ai due esterni alti Gavazzi e Wszolek, che sarebbero due degni, validissimi esterni in Lega Pro.
Gavazzi sembra un personaggio evangelico: tutto cuore, tutto naso. Corre a perdifiato come se corresse in un campo di grano, ma non riesce mai a rendersi pericoloso. Wszolek dal canto suo si impegna, è innegabile: corricchia, non salta mai l’uomo, sbaglia a volte passaggi elementari, a tratti sembra un sottosviluppato del pallone. Certo che arrivare alla quinta giornata con questi due giocatori sulla fascia (per scelta tecnica e non per causa di forza maggiore) è davvero preoccupante… Garrone e soci, ma che diavolo avete combinato??
Dopo il gol preso (era nell’aria), c’è la solita inversione totale di Delio: tutti all’arrembaggio. Tre punte nette, entra anche Pozzi. Ma tra le lacune mostruose di quest’anno c’è anche la mancanza di un giocatore, non si parla di un fenomeno, in grado di inventare qualcosa: un fantasista che tiri fuori una conclusione inaspettata (viene in mente il Flachi della situazione).
E invece gli attacchi si confermano totalmente sterili. La partita sembra scritta, scontata, tanta è la pochezza nella costruzione di gioco dei blucerchiati.
La Sud canta in maniera commovente, canta per la maglia nel giorno dell’ennesima sconfitta.
Prendiamo la seconda rete, puntualmente, in contropiede. Segna persino Gervinho, il ballerino di reggae fumato di crack, che chiude la partita all’88’.
Adesso andiamo a San Siro ad affrontare una squadra strampalata, senza Balotelli. Contro il Bologna i rossoneri hanno sbagliato tantissimi gol, concedendo praterie davanti ad Abbiati: sembrano una squadra molto vulnerabile. Ma è inutile dire che, per il solito divario tecnico, la trasferta è decisamente in salita.
Poi, almeno sulla carta, si respira: prima Torino in casa, poi Livorno al “Picchi”, sfide, a questo punto della stagione, già delicatissime. Il rischio è di arrivarci con una classifica che piange lacrime e sangue: lacrime di coccodrillo.
2 commenti
Manca una punta vera! Da centro area!
siamo scarskiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii