Contro la Roma è pronta a scendere i campo una squadra blucerchiata operaia, che più operaia non si può.
I giallorossi arrivano spavaldi: 4 vittorie su 4 e soprattutto prestazioni convincenti, avversari presi a pallonate. Garcia, sergente di ferro, è già stato eletto nuovo re capitolino (a Roma fanno presto). Una fame di vittorie che spinge i tifosi a lanciare grida d’attacco dalle deliranti radio locali: “Magnamoseli!”, “Magnamoli er core!”, gridano dalle radio i romanisti con la bava alla bocca (sempre fissati col magnare), già pensando ai doriani come le vittime sacrificali della situazione.
Ma, attenzione, il campo riserva spesso sorprese. Gli ultimi minuti di Trieste hanno confermato, una volta di più, che il calcio non è studio matematico, non è semplice somma di valori: c’è l’agonismo, c’è la forza della disperazione, c’è il terrore delle abilità pugilatorie del proprio tecnico, c’è la componente buona sorte (De Sanctis, pensaci tu). Insomma, a dispetto delle differenze enormi, mostruose, tra i giocatori in campo, l’esito di Sampdoria-Roma non è affatto scontato.
Certo, la prima sensazione, scrutando le formazioni, è quella di aspettarsi il peggio, la catastrofe (i più pessimisti, forse, l’apocalisse).
La Roma arriva col coltello fra i denti, sente aria di record: 5 vittorie sulle prime 5 partite in campionato sarebbero il record assoluto per i giallorossi (si fermarono a 4 nel 1952-53 e nel ’60-’61).
Si presentano a Marassi con De Sanctis tra i pali, il ciclone Maicon, in preda ad una seconda dannata giovinezza, sulla destra, e Benatia, Castan e Balzaretti a chiudere il quartetto di difesa.
A centrocampo fuoco e fiamme di tecnica e dinamismo: Strootman, De Rossi e Florenzi. In attacco il trio Ljaic-Borriello- Totti (e sono cazzi).
La novità romanista è che dovrebbe rispolverare la punta centrale (Borriello, atteso da fischi selvaggi), non presentata nelle prime uscite.
La Samp, nella sua povertà, butta in campo corsa e cuore, un’augurabile rabbia operaia da manifestazione di piazza degli anni’70.
I segnali da Bogliasco dicono che Delio Rossi opterà per la formazione che ha dato risultati positivi a Cagliari. Andiamo con i piedi di piombo, perché sabato sera il tecnico doriano rivoluzionò le carte, a pochi minuti dalla partita, cambiando molti uomini di quella che era considerata la formazione probabile.
Che sia questo il nuovo trucco del tecnico romagnolo? Per la clamorosa carenza di qualità sorprendere gli avversari con cambi dell’ultimo minuto? Chissà..
Per ora la Samp dovrebbe ripresentarsi col 3-4-2-1: i soliti Da Costa; Gasta, Palombo e Costa in difesa. A centrocampo: De Silvestri, Obiang, Kristicic e il ritorno di Gavazzi, il brutto ma buono, il polmone scarso e indomito della fascia destra. Poi Sansone e Wszolek, il cingolato di Pomerania, dietro al grande Gabbiadini.
Che dire, sulla carta non ci sarebbe partita. Ma alla Roma abbiamo già fatto diversi scherzi negli ultimi anni (e loro lo sanno). E c’è sempre particolare gusto, quando i giallorossi preparano la festa, a rovinargliela con colpi improvvisi e inaspettati.
E allora: Forza Doria! Con rabbia operaia, mettici il cuore (e i polmoni)!
2 commenti
che dire..hasta la sampdoria.siempre! (dici che parte col 3421??)
e gli UTC si portano le bandiere della FIOM