Vogliamo una squadra rabbiosa, col sangue agli occhi.
E’ ciò che chiediamo ai blucerchiati, patologicamente carenti in tecnica, di mettere in campo contro la Roma.
In un campionato che non conosce pause per l’incombere del mondiale, Delio Rossi è chiamato subito a confermare una squadra degna, con un modulo decente in grado di affrontare la Roma straripante degli ultimi giorni.
L’impegno è improbo: i giallorossi arrivano a Marassi sulle ali di prestazioni convincenti, altamente cazzute: sono messi ormai alle spalle i tempi della squadra naif, senza capo né coda, guidata prima da Luis Enrique e poi dal simpaticamente svitato Zdenek Zeman (che Dio lo abbia in gloria!).
La Roma di Garcia, sergente di ferro, è micidiale. Ha dinamismo, potenza e giocatori di classe pura. Un centrocampo capace di schierare campioni del calibro di De Rossi-Pjanic-Strootman, un Maicon sulla destra che sembra tornato ai tempi del triplete e un attacco agile con Totti-Gervinho, e il supporto di Ljaic e Florenzi, che si alternano. Manca, come si vede, la prima punta, a parte qualche rara comparsata di Borriello.
Ma ormai Garcia punta su questo fronte offensivo atipico, privo di punti di riferimento centrali e pieno di dinamismo ed esplosività (è forse il motivo per cui la Roma sta subendo così pochi gol ed è prima in classifica dopo anni).
La Sampdoria ha portato a casa l’insperato punto di Trieste, in modo rocambolesco (a dir poco). Ma “rocambolesca” sembra la parola d’ordine di tutta la stagione blucerchiata: dalle scelte estive della società, a quelle sul campo di Delio Rossi. Che ora pensa giorno e notte ad un modulo da schierare, per ovviare alla pochezza lancinante di tecnica in campo.
Maresca, a tal proposito, è sempre a Bogliasco a smaltire il gonfio pancione, chissà se lo si rivedrà mai in campo..
Ci conforta, ma solo un poco, l’esperienza del nostro tecnico. Con la Roma dovrebbe riproporre il 3-4-2-1 (che tanta mestizia fece a Trieste, nel primo tempo), o partire con il 3-4-1-2 (con Sansone e Gabbiadini davanti, e Dio solo sa chi piazzare dietro il duo d’attacco… Forse the Viking Bjarnason? Ma per favore!).
Se non altro i giocatori dovranno scendere in campo con la giusta cattiveria, metaforicamente parlando: col sangue agli occhi. Su questo fronte, gli ultimi minuti vitalmente disperati di Trieste, aiutati da notevoli colpi di culo in serie, sono un segnale più che positivo.
Da Roma, intanto, lanciano strali: i burini vogliono banchettare sulle nostre carcasse, si aspettano una passeggiata di salute.. Ma il calcio non è materia già scritta: e se arrivasse, inaspettato, il colpo di scena?
1 commento
Godo ancora pensando a quando gli abbiamo scucito lo scudetto dal petto!! chissà come ci odiano i burini, sarebbe bello fargli un altro sgambetto… Ma con questa squadra sarà dura!!