Torna l’appuntamento con Memorie Blucerchiate del grande tifoso Roberto C. Riflessioni estive sul calcio e sull’esistenza
Che rapporto può esserci tra due mondi così eterogenei tra loro come l’astronautica e il calcio? Mi è venuto da pensare a questo parallelo sconfinando tra due pagine interessanti del Sole 24 ore di domenica 10 luglio 2022. Lettura che mi ha portato alla considerazione che il tempo del nostro passato abbia ancora molte cose da dire, tante frecce al proprio arco.
Sembra infatti che gli anni passati dal 20 luglio 1969 quando Neil Armstrong mise piede, primo uomo, sulla superficie della Luna, in effetti siano come una stagione raccontata da un autore di fantascienza. Possibile che gli addetti ai lavori parlino di eventuali difficoltà per il prossimo allunaggio la cui missione prevede non pochi rischi? Tornare sulla Luna dopo oltre mezzo secolo sembra non essere una passeggiata. Un povero ignorante come il sottoscritto si chiede come sia possibile questa analisi, se cioè 53 anni di progressi e continua acculturazione scientifica sembrino veramente passati invano. Era troppo avveniristico il passato o siamo decisamente regrediti? Ho vissuto l’emozione di quell’epoca e ne sono molto felice così come ho partecipato alla storia di un calcio che simultaneamente aveva un valore, per il nostro tempo, veramente inestimabile. Ora sembra quasi che la caratura di una squadra/società non dipenda in assoluto dai successi conseguiti sul campo quanto in relazione ad un termine “moderno” che a quanto pare riesce a fare la differenza. Ecco allora entrare in scena il “brand” locuzione che raggruppa in sé storia ed identità relative che in esso si sedimentano. Questi neo valori trasfigurano l’essenza di un gruppo sportivo proiettandolo in una dimensione impossibile da immaginare anche non moltissimi anni fa e a prescindere dai risultati sportivi. Gli addendi di questa operazione non sono, come parrebbe logico, i numeri prettamente sportivi ma ad essi si aggiungono valori come l’appeal e la capacità di un determinato brand di generare ricavi presenti e futuri. E anche un certo tipo di immagine ed un logo funzionale ad una maggiore visibilità internazionale. Il Presidente dell’Inter Steven Zhang, in una recente intervista al Corriere della Sera, ha dichiarato “Ogni azienda deve usare i media digitali allo scopo di interagire con le nuove generazioni, è l’unico modo per far sì che i nostri contenuti siano conosciuti in tutto il mondo. Sono sicuro che tra vent’anni, quando parleremo dei ricavi di un club, la vendita di biglietti o i diritti tv non saranno più le categorie principali. Lo saranno i social media, metaverso e merchandising che sono tutti completamente digitali. Questo è quello che sta già accadendo: il 20-30% dei ricavi di un club arriva da qui e cresceranno sempre di più”.
Il calcio è di proprietà degli algoritmi. Giovani studiate altrimenti sarete tagliati fuori!
I valori fissati nella graduatoria di Brand Finance (maggio 2022) indicano la capacità di questi segni distintivi di produrre ricavi. Al primo posto c’è la Juventus con una stima di 705 milioni. La società di Torino è stata tra le prime in Italia ad investire su un diverso tipo di immagine con una maggiore visibilità internazionale. E’ arrivata a quella cifra incrementandola, rispetto all’anno prima, di 140 milioni. L’Inter è sui 495 milioni mentre il Milan, con un marchio cresciuto di più in Italia ed in Europa, con un balzo del 76% in un anno, si è postato sui 269 milioni. Tra le prime 50 “etichette” del calcio continentale stanno l’Atalanta attestata sui 123 milioni con un aumento del 52%, e la Fiorentina stimata sui 95 milioni. Il Napoli, quarto in Italia, vanta 182 milioni cui segue la Roma a 181 milioni. Su altri pianeti Real Madrid (1,5 miliardi) e Barcellona (1,325 miliardi) in Spagna, Manchester City (1,327 miliardi) e Liverpool (1,27 miliardi) in Inghilterra. Ma notizie dal mondo della Finanza dicono che i club della serie A hanno a disposizione un grandissimo “patrimonio” e questo spiega l’interesse dei fondi stranieri. Ma alla fine sarà tutto oro quello che luccica? Il mondo sembra diventato un’ immensa fiction. Valgono più le apparenze ( convertite dall’azione dei media) dei contenuti. Personalmente sento svanire gradualmente il piacere nel seguire questo sport che vede i tifosi quasi come “utili idioti”, cioè soggetti che favoriscono profitti altrui contro i propri reali interessi. Sono molto disorientato e questa “trasvalutazione di tutti i valori”, quella dei meriti sportivi ora non più preminenti, vorrei vederla come un artificio dal respiro corto. Perlomeno desidererei sperare che così fosse, ma credo, con realismo, si tratti di una pura utopia. Forse il mondo, così come si rappresenta, dovrà necessariamente “finire” per rinascere con una palingenesi votata maggiormente alla semplicità.
In tale contesto generale che spazio ed appeal può avere la Samp? Al momento ne vedo pochissimo. E dunque come ci collocheremo in questo quadro artificialmente rimodulato non tanto per un gol subito o un rigore sbagliato ma per un’atmosfera che sembra allontanare sempre più le vibrazioni della passione classica? D’altronde quando subentrano le affettazioni dettate unicamente dal business generalizzato ne risente inevitabilmente la qualità del “particolare”. Non è questione di nostalgia ma diamo un’occhiata obiettiva alla qualità espressa sul terreno di gioco. Vediamo ancora una partita con Maradona da una parte e Platini dall’altra? O Zico, Socrates, Junior, Rumenigge, Francis, Gullit, Rijkaard, Van Basten, Baresi, Scirea, Rossi, Vialli e Mancini. E mi fermo qui con i nostri amati. Alle fanfare “brandistiche” si contrappone una realtà tecnicamente misera. Dove sono i lanci telecomandati a 60 metri di Luis Suarez? E le “foglie morte” di Mariolino Corso? O un “hombre orchestra” come Alfredo Di Stefano? Guardavo sere fa il film dei mondiali 1982. Non c’è un giocatore della nazionale attuale che valga un unghia del minore di quella. E anche per le altre formazioni estere non è che il discorso cambi di molto a parte qualche eccezione (penso a Benzema). Sono felice di essere un baby boomer che è riuscito a vedere e vivere l’autentica qualità (come dice quello che vende divani…) in tutti i campi espressivi del genere umano. Il paragone con quest’epoca è veramente massacrante e improponibile. Il “tutto” contro il “nulla”. Mi sia permessa una brevissima digressione. Musica “leggera”: Frank Sinatra, Dean Martin, Shirley Bassey, Dionne Warwick, Fabrizio De André, Gino Paoli, Beatles, Rolling Stones, Mina e potrei continuare. Oggi tutti si sperticano per quegli epigoni del rock come i Maneskin con Damiano che va avanti e indietro per il palco scimmiottando il grande Mick Jagger che lo sta facendo da sessant’anni! Jazz: Miles Davis, Dizzie Gillespie, Max Roach, Bil Evans, Dexter Gordon, Lester Young, Billie Holiday, Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan ecc…. Cinema: Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Dino Risi, Mario Monicelli, Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni, Monica Vitti… Ragazzi che epopea la nostra!
Stavo accennando alla Samp, come è giusto che sia in questo blog. Ma è estate, e piuttosto calda, e allora vanno bene anche le “mattane” extra e gli sconfinamenti.
Tra poco meno di un mese inizierà il Campionato. Devo dire la “mia” verità e cioè che sto meglio adesso, mentre, tra l’altro, mi sto gustando uno strepitoso Tour de France con corridori magnifici immortalati in imprese titaniche che fanno pensare a quelle fighette dei calciatori. Mia mamma diceva sempre, alludendo ai ciclisti, che “quelli se o guagnan”. E aveva ragione. Non mi vergogno a dirlo ma quando Vingegaard ha aspettato Pogacar che era caduto e questi gli ha dato la mano in corsa, ebbene mi sono commosso. Come è lontano il campo di calcio ad esempio con i finti caduti che si contorcono a terra per una leggerissima spinta di un avversario!
Poi comunque inizieranno le sofferenze, perché questo è il punto. La Samp mi fa soffrire e ancora non ho trovato l’antidoto per contrastare gli effetti di questa passione. Arriveranno le sconfitte, qualche vittoria qua e là, e il solito tran tran dal quale sarà difficile smarcarsi anche perché, attualmente, non si vede come possa essere la proprietà futura. Passano i giorni e probabilmente si arriverà ad una conclusione oltre la scadenza della campagna trasferimenti. E questo fatto mi fa ulteriormente pensare che negli acquirenti non ci sia un programma ben definito relativo al rafforzamento della squadra ma qualcosa che difficilmente riesco a comprendere. Altrimenti si dovrebbe pianificare con una ampia visione dell’intera situazione futura. Mi ripeto, ma che senso ha, per chi detiene miliardi, temporeggiare magari spulciando piccoli particolari? A Bogliasco nella palazzina c’è un tavolo da ripristinare, i bagni sono da risistemare, ed anche gli spogliatoi, e le gradinate da rimettere a posto, in sede a Corte Lambruschini la fotocopiatrice è guasta, e ci sono pochi ristoranti nelle vicinanze. Forse sono un po’ cretino ma questi sedicenti e “potenti” compratori mi danno abbastanza sullo stomaco. Non vedo la forza penetrante di chi punta ad ottenere un obiettivo concreto. Si capisce che quel che pensano della Sampdoria è lontanissimo da ciò che sta amorevolmente nel nostro cuore. Staremo a vedere. L’importante sarà non finire come il Parma. Poi tutto va bene. Ok. Il tempo dei sogni è ormai finito. E a proposito dell’incipit: allora c’erano Neil Armstrong e Louis Armstrong ora astronauti a mezz’aria e Mahmood e Blanco. E Ultimo (Ultimo chi?) che fa 70.000 spettatori al Circo Massimo. Sarà veramente l’ultimo della serie o come nel calcio c’è ben poco da sperare? Comunque vale sempre il “de gustibus” che però nel Terzo Millenio si è molto abbassato, in tutti i campi. E’ il tempo dei “clichés” forzati per i quali se qualcuno mi chiedesse se mi chiamo Roberto dovrei rispondere: Assolutamente sì!
1 commento
il riferimento alla musica dice tutti; grazie a dio siamo cresciuti col sound dei beatles e dei rolling stones e in italia con le canzoni di gino paoli e di lucio battisti (ma anche naturalmente dei new trolls), abbiamo sentito il cuore che batteva forte quando prendevamo la ragazza che ci piaceva e abbiamo visto e amato i giocatori-bandiera. leggere di furino che assiste in carrozzina a rotelle al match di villar perosa mi ricorda quegli anni e quei sentimenti- e mi commuove. Alla faccia dei Maneskin! (chi sono?)